Michele Serra, la Repubblica 12/1/2011, 12 gennaio 2011
IL SINDACO AI CITTADINI: FOTOGRAFATE I FANNULLONI
Tre netturbini chiacchierano in mezzo alla strada. Un cittadino li fotografa. Non è dato sapere se prima o dopo abbiano lavorato, meritandosi lo stipendio. Certo è che il cittadino vede uno stretto nesso tra la scadente pulizia di Bari e quella pausa indolente. E il sindaco Emiliano, pubblica quella foto sulla sua pagina Facebook.
E invita i cittadini a segnalare quando e come i dipendenti delle municipalizzate siano nullafacenti.| È una mossa politica irta di pro e di contro.
I pro: i fannulloni esistono; il pubblico impiego è più esposto al fenomeno rispetto alle aziende private; l´etica del lavoro non è questione che agita il sonno di tutti gli italiani, ma è questione lacerante per una parte significativa di popolazione, diciamo la parte lesa. I contro: la gogna mediatica è sempre e comunque una forma di giustizia sommaria; chiamare i cittadini alla denuncia mobilita energie civili ma anche pulsioni incivili, come la vendetta indiscriminata contro "categorie nemiche" prese in blocco, e in blocco disprezzate; allo stesso modo, le rumorose campagne del ministro Brunetta contro "i fannulloni" hanno insegnato che tra la lotta ai furbi e il generico attacco a un settore pubblico vissuto come inutile zavorra, il passo può essere brevissimo.
È probabile che il sindaco Emiliano queste cose le sappia, una per una. Quelle pro e quelle contro. È probabile, anche, che abbia voluto ricorrere a una forma così eclatante, e rischiosa, di denuncia, perché non sono più funzionali (ammesso lo siano mai state) altre forme di controllo e di repressione. E questo, senza dubbio, è l´aspetto più importante, e inquietante, che l´episodio mette in luce. È come se la politica avesse perduto la capacità di gestire e orientare la macchina pubblica usando mezzi propri. E usandoli in autonomia. Le corporazioni, le caste, le sacche di clientelismo sono sempre esistite, ma erano in qualche maniera governabili, riconducibili a una logica di sopportazione reciproca che aveva una vaga rassomiglianza con il "bene comune". Se oggi il sindaco di una città importante si appella alla denuncia dei cittadini per cercare di porre freno al menefreghismo e allo scrocco di alcuni suoi dipendenti felloni, significa che considera logore o inutilizzabili le tradizionali leve del controllo. Sa che rivolgersi a funzionari capaci, a dirigenti seri, non basta a mettere ordine, non basta a governare. E si rivolge platealmente "alla cittadinanza" secondo i canoni recenti di una "democrazia diretta" i cui ingredienti principali sono la risonanza mediatica (niente esiste se non può essere comunicato in forma spettacolare); e la convinzione, sempre più diffusa, che solo la forza di un singolo leader (e Emiliano lo è), un suo atto risolutivo, possono cambiare le cose, o perlomeno cambiare qualcosa.
Ultima cosa. Emiliano è un sindaco di sinistra. Che voglia perseguire eventuali dipendenti pubblici fraudolenti (chi prende uno stipendio senza lavorare, ruba alla collettività) non dovrebbe cogliere di sorpresa. Se invece questo accade, è perché pigrizie politiche e comodità sindacali hanno impedito che l´assenteismo e l´assistenzialismo fossero intesi, a sinistra, in tutta la loro nocività, e in tutta la loro asocialità. Il ministro Brunetta ha potuto gestire indisturbato una battaglia, quella contro i ladri di stipendio, che di destra non è. Lo è diventata solo perché la sinistra non ha saputo farla. In un bell´emporio alimentare di Torino, gestito da gente di sinistra, al posto dei normali cartelli in burocratese contro il taccheggio, una mano intelligente ha scritto: "chi ruba è un ladro". Al netto dei tanti dubbi sulle brusche maniere mediatiche scelte da Emiliano, questo gli va riconosciuto: non avere paura di dire che chi ruba lo stipendio è un ladro.