Irene Maria Scalise, la Repubblica 13/1/2011, 13 gennaio 2011
Se la dimora del Re Sole diventa un hotel di lusso - È il sogno di tutti i bambini. Ma anche degli adulti stanchi di una vita sacrificata in pochi metri quadrati
Se la dimora del Re Sole diventa un hotel di lusso - È il sogno di tutti i bambini. Ma anche degli adulti stanchi di una vita sacrificata in pochi metri quadrati. Vivere, almeno per una notte, in una dimora da re. In Francia sarà possibile nella madre di tutte le regge: quella di Versailles. Un esempio eccezionale di second life, per un monumento trasformato in paradiso turistico a cinque stelle. Ma, soprattutto, un´opportunità incrociata per viaggiatori, Stato e holding immobiliari. Bisognerà attendere l´autunno perché l´Hotel du Grand Control, una parte della reggia di Versailles da tempo abbandonata, diventi una residenza di charme con ventitré camere con vista sull´Orangerie e sul bacino d´acqua "des suisse". L´edificio, che nel 1600 fu costruito per ospitare i controllori delle finanze, è stato recentemente restituito dal ministero della difesa a Versailles. Ad occuparsi della ristrutturazione (costo previsto più di 5 milioni di euro) sarà una società belga, la Holding Ivy International (l´azionista principale è l´editore Dominque Van Lier proprietario dell´Hotel des Bains in Bretagna) che avrà la concessione per i prossimi trenta anni. La Francia, da tempo, ha fiutato il business del matrimonio tra turismo e storia. Recenti articoli su Le Monde e Le Figarò raccontano di un governo impegnato a studiare il miglior modo per far rendere i "gioielli" nazionali. Tra questi potrebbero esserci la scuderia reale del castello di Fontainbleau, la città di Carcassonne, il castello in Borgogna Bussy-Rabutin, Fort Saint André nel Gard e il Domaine de Saint Cloud. L´idea è mutuata dalla Spagna dove riscuotono gran successo i Paradores: catena di alberghi pubblica realizzata all´interno di monumenti. La Red de Paradores è una società, con lo Stato come unico azionista, in grado di gestire un centinaio di strutture. In Portogallo invece ci sono Le Pousadas: amatissime perché belle e con prezzi accessibili. Ed anche in Inghilterra, come in Scozia e in Irlanda, sono infiniti i castelli che rivivono una stagione di gloria dal Carnegie a Skibo Castle sino ad Amberley´s Castle nel cuore del Sussex. In tutta Europa l´associazione Historic hotels of Europe conta più di mille tra castelli, manieri e conventi. In Italia c´è l´omologa Abitare la storia. Campione d´efficienza è il Friuli Venezia Giulia dove, dal ´68, esiste un consorzio per la salvaguardia di più di cento castelli che fornisce ai proprietari assistenza tecnica in caso di restauri. In Lombardia, dal ´97, esiste l´Associazione castelli e ville che raduna oltre quaranta dimore. O ancora l´Associazione Ville Venete e Castelli e il Suedtirorel Burgeninstitut. Tra i più fascinosi alberghi storici, in Toscana, c´è il Realis La Suvera o, in Alto Adige, il Castel Rundegg con annessa la prima beauty farm italiana. Ma anche la bianchissima Torre Coccaro del XIV secolo, in Puglia, o il Castello San Marco a due passi da Taormina. E ancora, per sentirsi re e una regina per un fine settimana, ci sono il Castello di Falconara in Sicilia, il fiabesco Rubein a Merano o l´antica fortezza borbonica di Altafiumara a Reggio Calabria. Non sempre l´iniziativa incontra il favore di tutti: durante l´ultima Fiera Immobiliare di Cannes si era ipotizzata l´idea di trasformare in hotel l´Arsenale di Taranto, il Castello di Brindisi e l´isola di Sant´Andrea a Venezia. «Non ne sappiamo nulla anche perché mancano i fondi», taglia corto Silvia Godelli, assessore al turismo della regione Puglia. Dal comune di Brindisi fanno una distinzione: «Il castello Federiciano, sede della marina militare, è intoccabile», spiega Maurizio Marinazzo, direttore del settore beni monumentali, «diverso è il discorso per il Castello Aragonese che ha una parte seicentesca, adibita a carcere, e che presenterebbe anche una struttura adeguata».