ItaliaOggi 13/1/2011, 13 gennaio 2011
SCIARE IN CINA CON IL CLUB MED
Cortina, Gstaad, St. Moritz, Aspen. E Yabuli. All’elenco delle stazioni sciistiche più chic e glamour si aggiungerà presto anche questa località all’estremo Nord della Cina, al confine con la Siberia.
Così almeno sperano i vertici del Club Med, che qui ha appena inaugurato un villaggio di 283 camere, il primo di una serie di cinque che saranno aperti nell’ex Celeste impero entro il 2015, al ritmo di uno all’anno.
Yabuli è una località di mezza montagna (l’altitudine oscilla fra i 470 e i 1.000 metri), con temperature medie inferiori ai 30 gradi sotto zero nel periodo invernale e che offre una dozzina di piste di sci, alcune delle quali sono, in maniera forse un po’ azzardata, definite «nere».
Poco male. La stazione è l’ideale per i principianti: un bacino enorme, visto che si stima che a praticare lo sci saranno di qui al 2015 almeno 20 milioni di cinesi, ben cinque volte il numero attuale.
L’operatore turistico francese mira a intercettare, per questo e per i suoi prossimi villaggi cinesi, i più abbienti tra questi. «Puntiamo allo 0,4% dei cinesi più ricchi e dunque a un potenziale di 3-4 milioni di persone nel 2015», ha spiegato Caroline Puechoultres, direttore Asia del Club Med. Ma nel mirino ci sono anche clienti occidentali che vogliano una meta esotica ove trascorrere la settimana bianca.
Per ora l’investimento del Tridente è stato minimo: 3 milioni di dollari (2,3 milioni di euro), la somma necessaria per rinnovare un hotel preesistente e adattarlo agli standard del Club Med (con spa, centro fitness, tre ristoranti...). Non solo. Il gruppo si avvale di «un partner strategico cinese», Fosun, che detiene attualmente circa il 10% del suo capitale. Nel 2009 i clienti cinesi del Club Med sono stati 32 mila, nel 2010 dovrebbero aver raggiunto i 50 mila. Ma l’obiettivo del gruppo è di raggiungere, sempre nel fatidico 2015, i 200 mila: un numero che farà della Cina il suo secondo mercato mondiale.
I G.o. (gentil organisateur, ndr) del Club Med hanno dovuto tagliare l’animazione sulla clientela asiatica: così, alle attività tradizionali si aggiungono partite di mahjong e tanto karaoke.