Nino Sunseri, Libero 13/1/2011, 13 gennaio 2011
COME TI FRIGGO FUTURO E LIBERTÀ
Il pomeriggio stesso della nascita del terzo Polo due signori hanno bussato alla porta dell’Ufficio Italiano Brevetti e marchi (Uibm). Italo Bocchino, capogruppo alla Camera dei deputati di Fli e Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc hanno depositato insieme un piccolo fascicolo con il logo “Il Polo della Nazione”, tanto per evitare brutte sorprese. Nessun simbolo grafico, anche perché probabilmente il cartello destinato ad apparentare Pier Ferdinando Casini, Gianfranco Fini e Francesco Rutelli con qualche gruppuscolo di contorno è destinato a prendere vita solo in caso di campagna elettorale alle porte. Ma il nome c’è, e una volta registrato ufficialmentecomehannofattoBocchinoeCesail 16 dicembre scorso, non si possono trovare più brutte sorprese come talvolta è accaduto. Sia la sigla che i protagonisti erano noti da tempo alle cronache, e nemmeno i funzionari del ministero dello Sviluppo Economico che sovrintendono all’Uibm hanno mostrato sorpresa. La pratica è stata rapidamente registrata con il numero ”RM2010C007624” al registro marchi verbali (elenco “attività culturale e formazione”) e per ogni successivo sviluppo (compreso il deposito dei simboli grafici) si è fatto riferimento allo stesso Bocchino che ha fornito come indirizzo quello del suo gruppo parlamentare, in via Uffici del Vicario 21 a Roma.
La sorpresa invece non è stata poca quando alla porta dello stesso ufficio il mattino seguente ha nuovamente bussato Bocchino. I funzionari avevano pensato si fosse dimenticato qualcosa, e invece il braccio destro di Fini si è presentato con altre tre cartelline in mano, pronto a depositare nuovi marchi in aggiunta a quelli del giorno precedente. Questa volta però in perfetta solitudine, senza coinvolgere né Cesa né altri dirigenti dell’Udc o dei partiti con cui si era appena costruito il Terzo Polo. Bocchino ha depositato tre nuovi marchi chiedendo di registrarli nell’elenco “partiti politici”. Il primo marchio è “Polo degli italiani”, il secondo “Polo Italia” e il terzo “Alleanza popolare”. Non hanno numeri di registro consecutivi perché fra il secondo e il terzo nome si è infilata dispettosa un’altra pratica di tutt’altro genere: quella del deposito del marchio della 4Hall service snc di Roma. Difficile capire la ragione di questi tre depositi di Bocchino, per altro registrati a proprio nome fornendo un indirizzo di Roma (via delle Madonne 18) in cui sembrano risiedere solo degli studi legali e commerciali. L’unica cosa certa è che all’Udc dicono di non saperne nulla e nessuno dei tre nomi è circolato nemmeno come indiscrezione nel partito di Casini. Quindi o Bocchino ha depositato per prudenza simboli alternativi, anche solo per evitare che se ne impadronisse qualche avversario politico, o i piani dei finiani prevedono anche alternative a quelle note del Terzo Polo. Curiosa anche la tempistica, visto che un giorno si fa un patto con Cesa e il giorno dopo si fa per conto proprio. La sola notizia è sembrata creare già qualche malumore e sospetto in casa Udc, ed è probabile che qualche spiegazione ufficiale ora venga pretesa.
È vero però che il deposito di simboli di partito sembra quasi uno sport di politici e aspiranti politici. All’Uibm ne risultano registrati ufficialmente 142, l’ultimo dei quali il 23 dicembre scorso con il titolo “Il Partito del Popolo”. Nell’ultimo anno c’è chi ha registrato un nuovo Pds, un “partito patriottico nazionale, due diversi partiti della Nazione, un Partito della Repubblica, un Partito per il Sud e perfino un Partito Iva registrato a Milano il 3 maggio dello scorso anno e il Ppos, partito dei progetti per l’occupazione e lo sviluppo che insieme al simbolo ha depositato a Trieste anche la missione: “mobilitare tutti gli ingegneri, tutte le industrie, le università ed enti pubbli
ci e privati proprietari di brevetti di ogni branca della vita economica”.
Non sono molti invece i politici noti a livello nazionale proprietari di simboli politici in proprio. C’è Silvio Berlusconi, alla cui persona fisica risale la registrazione del PdL. C’è Bocchino nelle sue varie versioni. C’è Gianfranco Fini che a novembre ha registrato il suo Fli. C’è Maria Vittoria Brambilla con i suoi Promotori della libertà e il marchioche le appartienedi “Partito della Libertà” che fu poi scartato nei gazebo alla nascita del PdL. E ci sono anche Mara Carfagna (insieme alla napoletana Clorinda Boccia ha depositato il marchio “difensore civico della libertà”) e Giuseppe Follini detto Marco, con il marchio “L’Italia di mezzo.
Franco Bechis, Libero 13/1/2011