Claudio Colombo, Corriere della Sera 12/01/2011, 12 gennaio 2011
LUCI E GRAPPOLI GALATTICI: ECCO COM’ERA L’UNIVERSO —
L’Universo come non lo abbiamo mai visto, freddo e profondo, tempestato da puntini luminosi che una specie di «flash» cosmico ha immortalato dopo mesi di osservazioni. È l’immagine che gli astrofisici di tutto il mondo sognavano di vedere: qualcosa di molto vicino all’origine del Tutto. L’ha scattata un fotografo speciale che fluttua nello spazio a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra: si chiama Planck, è un satellite che l’Agenzia spaziale europea ha lanciato nel maggio 2009. Segni particolari: resiste e lavora a temperature sbalorditive (meno 230 ° centigradi) e porta con sé molta Italia. Planck ha infatti a bordo due sofisticati strumenti: uno, Lfi (Low frequency instrument), è governato da Reno Mandolesi, scienziato dell’Istituto nazionale di astrofisica a Bologna, mentre l’altro (Hfi, High frequency instrument) è gestito dall’Istituto spaziale di astrofisica di Orsay, in Francia. Le fotografie di Planck rivelano un «catalogo» del cielo che mostra quasi 200 «grappoli» galattici, 20 dei quali inediti: ammassi doppi, tripli e quindi di taglie gigantesche, mai intraviste prima. Le immagini più suggestive (sono i puntini della fotografia) riguardano popolazioni di galassie in stato embrionale, da cui poi si generarono immense isole stellari avvolte nelle polveri, mentre gli astri si coagulavano con una straordinaria velocità, da dieci a mille volte superiore a quella osservata nella nostra galassia. «È la prima mappa a tutto cielo ottenuta con nove frequenze diverse, da 30 GHz a 857 GHz — spiega Reno Mandolesi —: in essa sono racchiuse le sorgenti della nostra galassia e anche quelle extragalattiche, circa 15 mila, un materiale sul quale lavoreranno per anni a tutti i telescopi da Terra e dallo spazio. Immagino l’Universo come un carciofo: siamo solo al primo sfoglio; il secondo ci farà capire che cosa accadde dopo "soli"380 mila anni dal Big Bang» . Il satellite Planck ha contribuito anche a sciogliere l’enigma delle emissioni anomale. Ancora Mandolesi: «Si tratta di minutissimi granuli di polvere di dimensioni nanometriche che abbiamo analizzato nei loro spettri» . Planck continuerà a lavorare fino al 2012, cioè fino a quando è garantita la riserva di elio per il raffreddamento. «Questa è la dimostrazione— commenta Enrico Saggese, presidente dell’Agenzia spaziale italiana — che gli investimenti nell’alta tecnologia producono grandi risultati. È solo offrendo opportunità di alto livello che si evita la fuga all’estero dei nostri migliori cervelli» . Il satellite è costato 700 milioni di euro, 50 l’investimento italiano. Soldi ben spesi, se aiutano a capire chi siamo e da dove veniamo.
Claudio Colombo