Massimiliano Morelli, Avvenire 12/1/2011; Massimiliano Castellani, Avvenire 12/1/2011, 12 gennaio 2011
DUE ARTICOLI SULL‘ALBUM PANINI DA AVVENIRE
LA STORIA IN UN ALBUM -
Dal “ce l’ho, ce l’ho, mi manca” di quando eravamo ragazzini a oggi il passo è davvero breve e dimostra per davvero quanto siano volati in fretta gli ultimi cinquant’anni: anni che, grazie alle figurine, ci hanno accompagnato da Bruno “Maciste” Bolchi a Francesco Totti che per sei volte ha avuto la copertina dell’Album a Luca Toni che già indossa la maglia della Juventus (la quarta in 365 giorni dopo Bayern Monaco, Roma e Genoa), quasi a dire non c’è tempo per fermarsi. La collezione Panini 2010/11 presentata ieri a Roma rappresenta stavolta qualcosa di unico: mezzo secolo di storia del football, che poi è pure un terzo di quella storia d’Italia che quest’anno festeggia il genetliaco numero 150 e la ricorrenza viene ricordata dalla copertina dell’album da questa settimana in edicola. Un evento unico, che ora permette di rammentare il passato pure grazie alla tecnologia, quella di oggi e anche quella di domani, visto e considerato che le figurine adesso hanno trovato il loro spazio sulle applicazioni più disparate di telefonini e computer.
Cinquant’anni, vissuti con foglietti di carta “appiccicati” sull’album grazie al misto di acqua e farina delle nostre mamme prima, poi con la coccoina e infine diventate autoadesive: il calcio è cambiato, e con esso pure il modo di seguirlo. È però rimasta intatta la passione, che oggi secondo le statistiche viene portata avanti per il 70 per cento dai “bambini di ieri” e per il restante 30 per cento dai ragazzini di oggi.
«Questa nuova collezione - ha sottolineato a più riprese Antonio Allegra, Direttore Mercato Italia figurine e card di Panini - vuole essere un punto d’unione ideale tra tre generazioni». Poi, lo stesso Allegra ha spiegato che si tratta «della rappresentazione di un calcio moderno e in evoluzione, ma anche lo strumento per provare le emozioni che, cinquanta anni fa come oggi, uniscono gli amanti delle figurine Panini». Presenti all’evento più atteso del collezionismo l’ex allenatore Renzo Ulivieri, il portiere della Lazio 1973/74, Felice Pulici e Gianni Grazioli, quest’ultimo in rappresentanza dell’Associazione italiana calciatori.
Novità di quest’anno è l’opportunità di poter votare i giocatori, i migliori 18 (11 titolari e 7 riserve) su una base di 300 campioni che sono stati raffigurati sugli album dal 1960/61 a oggi: da Krol a Sivori, da Riva a Totti, da Mazzola e Rivera a Skoglund, la scelta è vasta e non necessariamente deve essere una scelta sui migliori. Un esempio?
Grazioli ha detto che il suo centrocampo ideale dovrebbe essere formato da Campana, Gattuso, Albertini e Tommasi. Ragionate sui nomi, è una scelta... aziendale.
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BOLCHI, È STATO “MACISTE” LA PRIMA FIGURINA -
«Cinquant’anni fa non mi resi neppure conto del valore di quella mia figurina... Solo tempo dopo, quando i fratelli Panini mi invitarono a Modena per una serata celebrativa del loro Album, allora capii che quel pezzetto di carta colorata con su la mia faccia, era diventato un piccolo pezzo di storia...». È il ricordo nostalgico di Bruno Bolchi, la prima figurina stampata dalla Panini nell’Album d’esordio della stagione 1961-’62: solo 299 immagini di calciatori, costo 30 lire (l’equivalente degli attuali 0,02 euro), e in ogni pacchetto (10 lire cadauno) c’erano due figurine.
Una vita da mediano quella di Bolchi, entrato a 14 anni - nel 1954 - , nelle giovanili dell’Inter. Lo scriba del pallone, Gianni Brera, lo vide e lo ribattezzò subito “Maciste”. «Un nomignolo di cui vado fiero e che ricorda come nella mia generazione, al di là della figurina Panini, vantassi un primato, per via dei 183 centimetri d’altezza. Perché proprio io la prima figurina? Non certo perché fossi il più forte o il più noto calciatore italiano. Fu probabilmente una scelta dettata dal fatto che avevo appena 21 anni, ma ero già il capitano dell’Inter e giocavo in Nazionale». La figurina di Bolchi divenne subito molto ricercata, ma non era rara quanto quella “introvabile” del portiere dell’Atalanta Pierluigi Pizzaballa. Bolchi, dopo una splendida carriera in nerazzurro culminata con la conquista dello scudetto nella stagione 1962-’63 e la vecchia Coppa dei Campioni nel ’64, ha allenato per 35 anni (fino al 2007, ultima panchina a Messina), guidando una ventina di squadre, dalla Serie A alla C. «Ma ammetto di non aver mai fatto la raccolta delle figurine e se ho la collezione completa degli Album è solo grazie a un dono dei fratelli Panini. A loro va il merito di aver creato uno strumento di informazione piacevole che ormai fa parte della nostra cultura. La figurina, nonostante l’invasione di Internet, conserva ancora un suo fascino. Lo vedo dalle mie nipotine, tifosissime dell’Inter naturalmente, che con entusiasmo, portano avanti questa splendida tradizione ». Una Panini però, non ha mai reso celebre Bolchi come un semplice e breve filmato televisivo in cui si parlava di quella storica prima figurina del ’61. «Faccio più autografi oggi che quando ero giocatore. C’è gente che incuriosita mi ferma per la strada perché mi ha riconosciuto, ma non per la figurina pubblicata su quel vecchio Album, ma per cinque minuti in cui mi ha visto in tv. La televisione azzera tutto, ma forse le figurine Panini resisteranno ancora a lungo».