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 2011  gennaio 12 Mercoledì calendario

«Smettere? Mai, farò pure l’opera» - «Uffa, che barba! Possibile mi si chieda sempre “Cosa si prova a no­vant’anni suonati, cara signora?”

«Smettere? Mai, farò pure l’opera» - «Uffa, che barba! Possibile mi si chieda sempre “Cosa si prova a no­vant’anni suonati, cara signora?”. Ed io che, anche se nessuno mi cre­de, sono la gentilezza in persona ri­spondo sempre io non provo nulla, sono u n animale asettico. L o chieda a l mio cane, lui s ì s a tutto d i m e dato che viviamo in simbiosi perfetta». Franca Valeri non ne può più di brindisi e baci, di feste e festeg­giamenti, di auguri e scongiuri? «Tanto più adesso» - spiega con la sua inconfondibile voce fatta di ro­se di maggio e di spine paurose co­me la definì Jean Cocteau. Come mai se la prende proprio con questo periodo che vede la sua beatificazione, per un mese intero, al Valle di Roma? «Ma caro mio, sa che è una bella noia essere celebrati in vita»?. Sarà una noia, ma è anche una bel­la soddisfazione, signora Valeri. Non capita a tutti che un teatro... «Su, dica pure. Che un teatro, coi tempi che corrono, m i metta i n sce­na una nuova commedia, accetti la ripresa di un mio vecchio successo intitolato La vedova Socrate e dedi­chi addirittura una serata d’onore al rapporto che una povera vecchia come m e intrattiene con l’opera liri­ca. Sì, certo, non capita a tutti d i visi­tar da vivi il proprio museo!». Abbasso il museo allora, e parlia­mo delle novità. Cosa accade in Non tutto è risolto , la sua pièce nuo­va di zecca? «Ah, questo non glielo dico nem­meno se si mette in ginocchio. Per­ché se lo viene a sapere dalla mia viva voce...». Cosa avverrà mai? «Non verrà più a vedermi a teatro, non lo neghi, non lo neghi!» Lo nego con forza, invece. Mi la­sci almeno appurare se stavolta, in scena, sarà un carnefice o una vittima. «Quando mai in passato ho fatto la parte del boia?». Se non ricordo male, in Tosca e altre due Franca Valeri era l a mo­glie del carceriere di Castel San­t’Angelo. «E con questo? Era lui a d accanirsi s u colpevoli e d innocenti. I o ero so­lo la portinaia di Palazzo Farnese». Perdoni l’errore. «È ciò che succede quando ci si confronta con Michelangelo, Bor­ges o Pablo Casals». I quali tuttavia, ad eccezione di Ca­sals che arrivò a ben novantasette anni, morirono prima . «Stavolta ha ragione! Gli altri due doppiarono a l massimo u n traguar­do di ottantasette, ottantanove an­ni. Poverini, chissà che delusione!». È o non è una battuta di Oddio mam­ma , la commedia di Bobrick e Stein che pochi mesi fa ha portato in giro per l’Italia? «Forse che sì forse che no. In fon­do, sulla scena, s i resta sempre fede­le a se stessi». Dove la porta adesso questa fedel­tà? «A ritrovare il mio posto nel mon­d o dell’opera. Che d a troppo tempo frequento solo come spettatrice. D a me, che ho visto I l trovatore a tre an­ni, mi aspetto grandi cose». Quali per esempio? «Magari riscrivere l’ Aida con Am­neris pentita che si reca in Etiopia ad espiare. Mi creda, sarei divina».