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 2011  gennaio 12 Mercoledì calendario

Il piccolo Madoff italiano fa svanire i soldi dei vip - Un piccolo Madoff all’italiana. È questa l’ipotesi alla quale stanno lavorando gli ispettori della Consob, il nucleo valutario della Guardia di finanza di Roma e l’autorità francese di vigilanza sui mercati finanziari, l’Amf, che stanno indagando sul crac Egp

Il piccolo Madoff italiano fa svanire i soldi dei vip - Un piccolo Madoff all’italiana. È questa l’ipotesi alla quale stanno lavorando gli ispettori della Consob, il nucleo valutario della Guardia di finanza di Roma e l’autorità francese di vigilanza sui mercati finanziari, l’Amf, che stanno indagando sul crac Egp. L’ultimo capitolo, ieri, è stata la messa in liquidazione coatta della filiale italiana della Européenne de Gestion Privée (Egp), decisa dal ministero dell’Economia su richiesta di Consob e Bankitalia. Per ricostruire la storia è necessario fare un passo indietro di qualche mese. Nella seconda metà del 2010 i clienti di Egp iniziano a lievitare. Si tratta perlopiù di clienti facoltosi che chiedono di «scudare» risorse investite in fondi esteri. A raccogliere i clienti era stata nel corso degli anni una piccola rete «informale» di promotori facenti capo alla Eim, società di diritto inglese che a Roma ha solo un ufficio di rappresentanza. Non è un intermediario registrato, dunque non può scudare, dunque i clienti vengono «girati» sulla Egp. Il movimento insospettisce la Consob che, un bel mattino, manda i suoi ispettori. Quello che emerge è un quadro di «irregolarità e violazioni normative di eccezionale gravità». Il passaparola ha incastrato un migliaio di clienti facoltosi: giornalisti, personaggi del mondo dello spettacolo e anche qualche parlamentare. Totale circa 200 milioni di euro raccolti con due facili trucchi: rendimenti eccezionali (tra il 15% e il 20%, che venivano pagati davvero) e chi chiedeva di chiudere le posizioni veniva risarcito in pochi giorni con un bell’assegno. Il sospetto è che, almeno nell’ultima fase, i riscatti venissero pagati con i soldi dei nuovi sottoscrittori, ovvero con lo stesso trucchetto utilizzato da Bernie Madoff. Così, dopo la segnalazione della Consob, le autorità francesi mettono in liquidazione la casa madre francese della Egp. E in Italia partono le inchieste della procura di Roma. Emerge un quadro piuttosto confuso di società estero-vestite: la Egp è di diritto francese e ha sede a Bordeaux, non proprio una delle capitali mondiali della finanza. Però è controllata da una società lussemburghese, la Dharma Holding, che sarebbe riconducibile al gestore di fondi Gianfranco Lande. Lande opererebbe tra Roma e Ginevra per gestire fondi hedge basati alle Bahamas gestiti da società francesi e britanniche facenti capo ad un gruppo lussemburghese. Un bel giro, con i soldi che però partivano tutti (o quasi, molti clienti sarebbero pugliesi) da Roma. Il problema è nato proprio con lo scudo, la terza versione che si è chiusa il 31 dicembre scorso: quando qualche cliente ha chiesto il trasferimento dei soldi presso altre istituzioni, la risposta non è arrivata. Di assistere i clienti truffati si sta occupando l’Aduc, che da mesi segnalava le anomalie della società. A cercare di capire che fine hanno fatto i soldi, da ieri, c’è Gianluca Brancadoro come commissario liquidatore e un comitato di sorveglianza composto da Simona Arduini, Francesco Costantino e Luigi Salamone. Dei risvolti giudiziari si stanno invece occupando i pm romani Luca Tescaroli e Francesco Ciardi, che hanno iscritto nel registro degli indagati lo stesso Lande e la direttrice della Egp, Raffaella Raspi, che è anche amministratrice della Dharma lussemburghese.