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 2011  gennaio 11 Martedì calendario

BOND E POLIZZE FATTE IN CASA ECCO I CONSIGLI INTERESSATI DELLE BANCHE AI PROPRI CLIENTI - ROMA

Si chiama Mifid e si traduce mai più risparmiatori traditi dalle banche. È la legge che da tre anni dovrebbe tutelare chi vuole investire. Funziona? Secondo un´indagine di Altroconsumo è ben poco applicata, se non disattesa del tutto dagli istituti di credito. Eppure da anni, dagli scandali dei Tango-bond, Cirio, Parmalat, non si fa che parlare di difesa del risparmio, educazione finanziaria, clienti da servire e non polli da spennare. Molte chiacchiere e poca sostanza, secondo Altroconsumo, che fotografa una realtà ben diversa: chi sta seduto dietro ai tavoli dei borsini per aiutare il risparmiatore a scegliere lo fa o in modo approssimativo o, peggio ancora, tenendo presente non le esigenze di chi investe, ma quelle della banca per cui lavora. Tant´è che il consiglio più gettonato è diventato l´acquisto di obbligazioni della stessa azienda di credito. Altro che suggerimenti equilibrati, come vorrebbe la Mifid, che prevede sia fatta una radiografia al cliente misurandone propensione al rischio, necessità, patrimonio.
I consulenti delle 80 filiali delle maggiori banche italiane a Roma, Milano e Torino visitate da Altroconsumo tutto hanno fatto tranne che un check-up. Tant´è che nella maggior parte dei casi ai clienti sono stati proposti investimenti non adatti. È il caso di Sofia, 10 mila euro di patrimonio e disposta a correre un rischio medio. Sei consulenti le hanno consigliato obbligazioni legate a una polizza index linked o pronti contro termine. Altre non le hanno proprio dato retta. Ma è ad Alessio, cliente ambizioso, deciso a rischiare, che vengono offerte le obbligazioni della "casa". L´alternativa? Polizze vita. Di azioni nemmeno l´ombra. Con il listino infatti le banche «non ci guadagnano nulla», conclude Altroconsumo. Né viene accontentata Anna, che desidera sicurezza e un investimento a breve per i suoi 20mila euro. Conti di deposito, Bot? Nemmeno a pensarci: obbligazioni o polizze vita. Destino cui non è sfuggito nemmeno Mario (medio rischio), disposto a tenere fermi i soldi per cinque anni.
L´indagine però non convince l´Abi, l´associazione bancaria, che ha scritto ad Altroconsumo chiedendo un incontro per capire quale metodologia sia stata usata. I banchieri contestano anche l´esiguità del campione: 80 filiali sono ben poca cosa rispetto alle migliaia di sportelli. Nessuna parola invece sulla Mifid, che ne esce come un oggetto sconosciuto. Eppure sono proprio i signori dei borsini che devono prima fare il ceck-up al risparmiatore e poi suggerire investimenti in modo comprensibile, corretto e non fuorviante. Cosa che non accade con tanta frequenza. Nel 68 per cento dei casi i consigli sono stati dati alla cieca e solo una filiale dell´Unicredit a Milano ha fatto compilare il questionario previsto dalla Mifid.
Abbondano invece i depliant pubblicitari. Inutili o fuorvianti in un Paese dove la conoscenza finanziaria è bassa. In una scala da 0 a 10 l´Italia si colloca a 4,3, secondo uno studio del Consorzio Patti e dello Studio Ambrosetti di Milano. Circa un italiano su due non possiede le conoscenze basi relative alla rischiosità dei principali e più diffusi prodotti, azioni e titoli di Stato. La Consob promette nuove ispezioni entro giugno, ma nell´attesa i bond "della casa", collocati in conflitto di interesse, sembrano andare per la maggiore.