Silvia Truzzi, il Fatto Quotidiano 11/1/2011, 11 gennaio 2011
“LA SUA ROMA È UN SUK ARABA”
S’illumina quando gli chiedi di parlare di Roma. “Sono nato all’Alberone”. E se gli domandi dov’è si mette a ridere: “È sull’Appia Nuova, vabbè diciamo piazza Re di Roma. Ma la città dove sono nato non c’è più. Era umana, bellissima”. Scrittore, drammaturgo, assessore alla cultura del Comune di Spoleto, Vincenzo Cerami è stato ministro ombra con Veltroni quando nacque il Pd: “Ma soprattutto so’ romano”.
Alemanno, scivolato nella
classifica dei sindaci più
amati al 73esimo posto, ha dimissionato la sua giunta.
Lo scarso gradimento di Alemanno non mi meraviglia: con lui Roma ha conosciuto il suo momento di massima depressione. E non c’entra solo la crisi economica. La città si è spenta: non c’è vitalità né creatività. Si ha l’impressione che il Municipio sia diventato un Palazzo chiuso. Non ci sono segni di miglioramento, dalla sporcizia al traffico: Roma è tornata il paesone che era prima dell’arrivo di Rutelli.
Lo scandalo delle assunzioni facili nelle municipalizzate ha pesato sul giudizio dei cittadini?
Mah, forse non ha scandalizzato nessuno: la gente è talmente disillusa che se lo aspettava.
Il sindaco ora punta molto sul progetto di Roma Capitale.
A me sembra che non sia cambiato niente per i cittadini in questi due anni e mezzo. La cosa peggiore è che non c’è una luce, un filo di speranza per uscire dal tunnel.
Visione cupa.
Il clima è cupo. E le persone che incontri in giro sono tristi. C’è una grande disgregazione sociale, i conflitti sono in aumento. Agli amministratori però non importa. Dirò di più: è come se questa amministrazione fosse assente dalla città. Un fantasma.
Alemanno si occupa troppo di politica nazionale?
Manco quella. Non si capisce bene cosa faccia. Io penso la settimana enigmistica.
Roma è anche la città che ospita il governo.
Io li manderei via a calci. Lasciamo Roma ai romani. Si lamentano tutti: perfino i tassi-nari.
Differenze con i sindaci della sinistra?
Il momento economico è pesante: la sinistra ha amministrato Roma in momenti meno duri. Però c’era più vita, soprattutto culturale, che permetteva una socialità molto diversa. Faccio un piccolo esempio: durante la giunta Veltroni le librerie hanno venduto per la prima volta più di quelle di Milano. C’erano una serie di iniziative che animavano la città. Oggi ai romani è rimasta la televisione. Per quanto riguarda il resto, io vedo solo un progressivo e inesorabile abbandono.
Traffico, sicurezza, degrado?
Io sfido chiunque a dire che la Capitale è migliorata. Ma dove? Qualcuno può sostenere che c’è meno traffico? O meno violenza? Abbiamo fatto un salto indietro, alla città grigia di Carraro.
Il Pd ha chiesto le dimissioni di Alemanno.
Sono le solite cose: si deve dire, non significa nulla. Allora Berlusconi? Pura retorica.
Che dovrebbe fare il sindaco?
Amare la città. Ma lui si limita a vivere alla giornata, a gestire il quotidiano con un grande senso di impotenza.
Il comunicato stampa del Municipio ha toni piuttosto trionfali: “Ora si apre una nuova stagione per il lancio di Roma Capitale”.
Ma quale rilancio. Comincino a ripulire il centro: farsi una passeggiata fa venire la nausea. Ci sono stato prima di Natale, uno schifo. Tra dehors, gazebo e funghi non si vedono nemmeno più i monumenti. La città è tutta occupata da bar e ristoranti. Anche l’illuminazione fa schifo. Sembra un suk arabo.
Per una città che vive di turismo il decoro urbano dovrebbe essere un investimento.
Qui investono su un turismo basso. Anche i ristoranti: ti danno del cibo schifoso, pensando che non torni più. È tutto un rapinare i turisti, anche se per quattro soldi. Il centro è sfigurato.
Incuria?
No: spregio. Un degrado assoluto. La parola d’ordine è fare soldi. Sfruttare il più possibile i turisti. Allora vanno bene centomila paninoteche, fast food e pseudo ristoranti romani dove se mangi t’avveleni.
La viabilità è un problema
cronico. Ma ci sarà pure un modo per risolverlo.
Nessuno ci è riuscito. Bisogna avere il coraggio di pedonalizzare e incoraggiare il trasporto pubblico. La metropolitana a Roma è ridicola: perché Parigi, Londra e New York si attraversano in metro? Qui no. Eppure se vai a Parigi incontri la Storia dal Settecento in poi. A Roma c’è tutta la Storia dell’umanità, dal Pantheon fino all’Eur. La verità è che Alemanno non ha la minima idea della grandezza di questa città.