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 2011  gennaio 09 Domenica calendario

L’ABOLIZIONE DELLA SCHIAVITÙ NON FU TUTTO

La portata moderna della Guerra civile americana non è stata compresa a sufficienza dagli europei, attratti particolarmente dall’epopea dell’antischiavismo. In realtà quella guerra non iniziò con l’obiettivo di abolire la schiavitù, anche se tale fu l’importante esito finale, ma per ragioni politico-costituzionali e dissidi socio-economici. Gli Stati Uniti allora consistevano di 32 milioni di abitanti e 34 Stati, senza i territori dell’Ovest per i quali, appunto, si accese uno scontro istituzionale: i nuovi Stati dovevano entrare nell’Unione con un regime schiavista come chiedeva il Sud, oppure con un regime libero secondo l’orientamento del Nord? Dietro la contesa, c’erano due opposte concezioni del federalismo: quella "sudista" di un’Unione basata sul contratto tra Stati sovrani che mantengono in pieno la propria identità, personalità e sovranità, e quindi anche il diritto di secedere, e quella del Nord secondo cui la nazione federata supera le diversità degli Stati componenti configurandosi come un’unità organica indivisibile. A tale contrapposizione si sommarono le radicali diversità socioeconomiche dei territori: il Nord in piena industrializzazione senza la schiavitù, e il Sud delle piantagioni di cotone e tabacco dove 350mila famiglie possedevano circa 4 milioni di schiavi neri, indispensabili al lavoro agricolo.

Da fine Settecento, dunque, per un secolo la schiavitù era rimasta in America un nodo irrisolto. I principi generali della Dichiarazione di Indipendenza (1776), «tutti furono creati uguali», sembravano escluderla, ma la Costituzione (1787) implicitamente la riconosceva allorché nel calcolo della rappresentanza prescriveva che le persone non-libere venissero calcolate per «i tre quinti» di quelle libere. Sta di fatto che nel 1808, per legge, fu posto fine solo alla tratta dei neri, mentre al Sud persisteva il regime schiavista; sicché, quando si trattò di stabilire le regole con cui i nuovi Stati entravano nell’Unione, i sette "Stati del cotone" (Sud Carolina, Mississippi, Florida, Alabama, Georgia, Louisiana e Texas) proclamarono, come ritenevano loro diritto, la secessione formando la Confederazione. I sudisti non avevano accettato l’elezione alla Casa Bianca di Abraham Lincoln, repubblicano dell’Illinois, sospinto da una forte passione umanistica e antischiavista, anche se all’inizio della guerra l’obiettivo del presidente era la salvaguardia dell’integrità dell’Unione. Con il procedere delle azioni belliche, tuttavia, l’abolizione della schiavitù divenne centrale, sicché nel settembre 1862 Lincoln proclamò l’emancipazione degli schiavi neri che negli anni successivi ebbe la sanzione negli emendamenti costituzionali del 1868 che stabilivano abolizione della schiavitù, uguale cittadinanza, e divieto delle discriminazioni.

In realtà la Guerra civile americana, contemporanea alla stagione decisiva del nostro Risorgimento, ebbe anche un altro significato sottovalutato dall’opinione pubblica. Fu la prima guerra moderna in cui si sperimentarono armi, tecnologie, risorse umane e modalità di combattimento che poi sarebbero state impiegate massicciamente nella Prima guerra mondiale. Per la prima volta vi furono imponenti eserciti di leva: con 2 milioni di uomini al Nord e un milione al Sud. Le industrie furono riconvertite per scopi bellici; i trasporti requisiti e le ferrovie impiegate per spostare rapidamente le truppe; furono costruite corazzate e sottomarini; comparvero le mitragliatrici e i fucili a ripetizione winchester; fu istituito un servizio medico, e il telegrafo fu utilizzato per trasmettere gli ordini.

L’Europa non percepì il fatto storico che un’inedita modernità era esplosa nel nuovo continente: allora sui campi di battaglia e più tardi nelle officine e nelle città. Inghilterra e Francia, di fronte ai successi del Nord, lasciarono cadere l’ipotesi di intervento accanto alla aristocrazia militare sudista. E Garibaldi, che non ottenne un’esplicita dichiarazione antischiavista, non raccolse l’appello di Lincoln che lo voleva accanto alle divise blu dell’esercito dell’Unione.