PIERO BIANUCCI, La Stampa 11/1/2011, pagina 23, 11 gennaio 2011
Trapano, non farai più paura - Ormai i trapani sono strumenti così raffinati che a stento fanno il solletico e non si tocca un molare senza anestesia
Trapano, non farai più paura - Ormai i trapani sono strumenti così raffinati che a stento fanno il solletico e non si tocca un molare senza anestesia. Perché, allora, il trapano del dentista fa ancora tanta paura? Il problema se l’è posto il professor Brian Millar del King’s Dental Institute (Regno Unito). La sua riposta è stata più da psicologo che da odontoiatra: il trapano terrorizza non perché faccia male ma perché il suo rumore è terribilmente ansiogeno. Molti trascurano le cure dentarie solo per non sentire quel suono minaccioso, e questo atteggiamento può causare danni gravi alla salute. Chiarito il problema, Millar ha trovato la soluzione: inviare nelle orecchie del paziente un contro-rumore che annulli il sinistro stridio del trapano. Basta che le onde dei due suoni siano lievemente sfasate, in modo da produrre quella che in fisica si chiama «interferenza distruttiva»: suono più suono in controfase uguale silenzio. Detto, fatto. La Lotus (ma anche il Centro Ricerche Fiat) da tempo ha messo a punto la tecnologia necessaria, nel suo caso per non rintronare la testa del pilota. È noto, infatti, che un rumore ad alto volume disturba non solo l’udito ma anche l’attenzione e la prontezza di riflessi. Bene: Millar ha pensato a un dispositivo simile a quello sviluppato dalla Lotus per le vetture da corsa ma adattato alle frequenze sonore dei trapani da dentista. Ecco lo scenario: il paziente infila la cuffietta del suo lettore Mp3 e negli auricolari, con la musica preferita, il dispositivo ideato da Millar invia le frequenze sonore del trapano opportunamente sfasate. Risultato: l’ordigno nelle mani del medico gli sembrerà silenzioso e nello stesso tempo potrà continuare ad ascoltare ciò che dice il dentista, perché le frequenze del parlato sono diverse da quelle emesse dai trapani. L’associazione mentale tra rumore del trapano e tortura è molto diffusa, un po’ per esperienze personali, e forse anche un po’ perché molti ricorderanno Dustin Hoffman nella scena del film «Il maratoneta», quando un odontoiatra ex nazista gli perfora un dente per fagli confessare dove si trova un malloppo di diamanti: una delle sequenze più raccapriccianti di tutta la storia del cinema. Ma che cosa produce quel rumore così ansiogeno? I trapani normali fanno 40 mila giri al minuto e quelli a turbina raffreddati ad acqua 300 mila. Siamo nel campo degli ultrasuoni, il nostro timpano non può udire queste frequenze, la sua sensibilità si ferma a meno di ventimila vibrazioni al secondo. Almeno in parte, il temibile rumore del trapano deriva quindi da vibrazioni meccaniche che il trapano genera nel dente. Forse il dispositivo di Millar riesce a neutralizzare anche queste. In ogni caso, dopo dieci anni di esperimenti, Mark Atherton della Brunel University School of Engineering and Design è riuscito a mettere a punto il prototipo. «Adesso – dice – servono investimenti per industrializzare e commercializzare l’apparecchio». Sarà una corsa contro il tempo, perché da una quindicina d’anni va diffondendosi il trapano-laser, che agisce non meccanicamente con una punta abrasiva ma con un silenziosissimo raggio di luce ben focalizzato. Non sostituisce ancora del tutto i trapani convenzionali, ma nell’80 per cento degli interventi sì. Ancora qualche perfezionamento e una scena come quella del «Maratoneta» il regista John Schlesinger non potrà più girarla, con sollievo di Dustin Hoffman e degli spettatori.