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 2011  gennaio 09 Domenica calendario

Meno presenti meno morti - I giornalisti ammazzati durante il 2010 sono stati 57; il rapporto annuale di «Reporters sans Frontières» cita un calo del 25% rispetto al 2009 (furono 76, quell’anno)

Meno presenti meno morti - I giornalisti ammazzati durante il 2010 sono stati 57; il rapporto annuale di «Reporters sans Frontières» cita un calo del 25% rispetto al 2009 (furono 76, quell’anno). Ma è un inganno credere che il lavoro dei reporter sia oggi più sicuro: meno morti è solo la conseguenza di una minor presenza sul campo, la rinuncia a «coprire» con continuità le situazioni di crisi. E, a conferma, quel rapporto dice che è cresciuto il numero dei giornalisti sequestrati: 51 nel 2010, contro i 33 del 2009 e i 29 del 2008. Sempre più i giornalisti diventano merce di scambio e di ricatto, e perciò progressivamente abbandonano aree, dall’Iraq al Messico, dall’Afghanistan alla Somalia o al Pakistan, dove ogni passo fuori dalla redazione apre rischi ormai impossibili da controllare. Molto più d’ogni passato, insomma, oggi il giornalismo deve misurarsi con la pressione e le minacce che gli piovono addosso ogni volta che la sua presenza viene avvertita come un possibile disturbo nel controllo di un territorio o di una condizione di potere. E molto spesso, ormai, sceglie di tirarsi indietro, di non esserci, abbandonando al silenzio il terreno che dovrebbe investigare. Ma non è soltanto un problema di lavoro sul campo. Oggi la Rete e Internet sono lo spazio virtuale nel quale si muove sempre più diffusamente il processo di produzione dei flussi informativi; e la censura informatica diventa il nuovo campo nel quale - come ricorda Rsf - «le democrazie del pianeta stanno adottando nuove leggi che rappresentano una minaccia per la libertà di parola su Internet».