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 2011  gennaio 11 Martedì calendario

«Mister pagato troppo»: squadra tunisina in rivolta - Non ci sono miti da imbalsa­mare e neppure divinità maggiori o minori

«Mister pagato troppo»: squadra tunisina in rivolta - Non ci sono miti da imbalsa­mare e neppure divinità maggiori o minori. C’è solo un filo rosso, neppure troppo sottile, che nei giorni della guerra del pane uni­sce il coro di protesta di Tunisia e Algeria. Una convergenza di natu­ra sportiva che diventa solidarietà tangibile verso chi manifesta (e muore) per lo spropositato au­mento del grano. Sabato l’Espe­rance di Tunisi, la squadra più bla­sonata del locale campionato, ha messo in scena un boicottaggio in diretta televisiva. I «Sang et Or», co­me vengono soprannominati, si sono fatti infilare cinque volte dall’ Etoile du Sahel per protesta con­tro il presidente Hamdi Meddeb. I calciatori contestano la decisione dell’imprenditore, proprietario di una nota azienda di yogurt in Ita­lia resa celebre dal volto di Ciro Ferrara, di versare al nuovo allena­tore Nabil Maaloul uno stipendio da 70mila dollari al mese. Tutto questo mentre a pochi passi dallo stadio di Rades (9 chilometri da Tunisi) si scatena l’inferno per po­chi spiccioli. Non ci sono traditori o codardi tra gli atleti che nelle ultime due stagioni hanno vinto il campiona­to. Esiste però una coscienza alla quale questi ragazzi sanno di do­ver rendere conto. Lo stipendio di Meddeb per loro è uno schiaffo al­la miseria, soprattutto se si consi­dera che nella Ligue 1 solo le squa­dre finanziate dagli sponsor rie­scono a pagare uno stipendio (cir­ca tremila dollari al mese) ai gioca­tori tecnicamente più validi. Gli al­tri si devono accontentare di un rimborso tirando a campare con i mestieri più svariati. E’ una regola che vige in buona parte del ma­ghreb. Il caso più clamoroso ri­guarda l’attaccante egiziano Mohamed Nagy Gedo. Prima di vincere la classifica cannonieri della trionfale Coppa d’Africa in Angola, e diventare professioni­sta, raccattava qualche sterlina scaricando casse in un negozio di frutta e verdura. Parecchi calciato­ri tunisini sono studenti, molti svolgono i lavori più impensabili e il rimborso dei club diventa quasi un’eredità improvvisa. La solida­rietà del cuscus si sposta da Tunisi ad Algeri, dove per gli stessi motivi l’ex ct de «Les Fennecs» ai mondia­li sudafricani, Rabaah Sadane, ha rinunciato proprio ieri alla propo­sta di allenare la nazionale dello Yemen. «Ringrazio il presidente Ahmed El Aissi per l’offerta gene­rosa, ma in questo momento trovo sia davvero un insulto guadagna­re altro denaro mentre la mia gen­te muore di fame per le strade».