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 2010  dicembre 13 Lunedì calendario

Anno VII – Trecentocinquantaduesima settimanaDal 6 al 13 dicembre 2010Fiducia Il Parlamento vota la fiducia al governo Berlusconi domani, per me che scrivo di lunedì

Anno VII – Trecentocinquantaduesima settimana
Dal 6 al 13 dicembre 2010

Fiducia Il Parlamento vota la fiducia al governo Berlusconi domani, per me che scrivo di lunedì. Ne darò quindi conto nel prossimo numero. La settimana scorsa s’è svolta da parte del presidente del consiglio un’intensa opera di persuasione sui parlamentari incerti, non priva a quanto si capisce fino a questo momento di qualche risultato. Massimo Calearo, imprenditore vicentino portato alla Camera da Veltroni fuggito poi nel gruppetto di Rutelli e da qui nel gruppo misto, ha rivelato che il Cavaliere ha ricompensato con 350-500 mila euro ogni passaggio di campo. Antonio Razzi, eletto all’estero con l’Idv, ha raccontato a Radio 24 che i pidiellini gli avrebbe promesso, in cambio del voto di fiducia, il saldo del mutuo. In generale esiste un partito di 345 parlamentari, trasversale a ogni formazione, che in caso di scioglimento anticipato delle Camere perderebbe circa 380 mila euro di stipendi mancati e andrebbe a casa senza pensione (il diritto adesso matura solo se la legislatura è completata). Di Pietro, tradito da due dei suoi (oltre a Razzi, Scilipoti), ha presentato un esposto alla Procura di Roma, che già stava indagando da un mese su questo traffico senza ipotizzare né un reato né un indagato. Lo stesso Di Pietro però è stato criticato per i criteri che adotta nella selezione dei parlamentari: non sono infatti questi i due primi tradimenti della sua storia politica. La Corte costituzionale, infine, ha rinviato a gennaio la discussione sul legittimo impedimento, messa in calendario nello stesso giorno della fiducia, per una questione di delicatezza istituzionale e per non dar luogo a un «ingorgo mediatico». Lo scorso 10 dicembre la Corte ha anche eletto il suo nuovo presidente, Ugo De Siervo, considerato un prodiano. Con un solo voto di scarto e non senza polemiche.

Roma La parentopoli romana, di cui si parla insistentemente da quindici giorni, consiste in questo: tre municipalizzate addette ai trasporti – Metro, Trambus e Atac – si fonderanno a partire dal prossimo gennaio in una Nuova Atac. La sicurezza che questa operazione avrebbe annacquato in un unico calderone gli atti di ciascuna delle tre, ha spinto tutt’e tre a una politica delle assunzioni sfrenata. Di solito, le fusioni tra aziende comportano tagli di personale (vedi, ad esempio, il merge tra Unicredit e Capitalia) dovuti prima di tutto alla duplicazione di tante funzioni. Qui invece sarebbero state assunte 854 persone, in troppi casi parenti o amici di chi conta. Il sindaco Alemanno ha dichiarato che, se si accertasse una sua responsabilità personale, darebbe le dimissioni. I cronisti che vanno in giro a chiedere si sentono rispondere, dagli stessi dipendenti: «Qua so’ tutti raccomandati», «Che so’ i concorsi?», «Ma che venite da Marte? Manco là se trova lavoro senza ’na spintarella». Identica procedura, anche se non in vista di un riassetto, hanno seguito altre municipalizzate. L’azienda che a Roma si occupa dei rifiuti, l’Ama, nei due anni e mezzo della gestione Alemanno ha aumentato il personale di 1300 unità, e di queste solo 544 in seguito a test o concorsi. L’Acea (acqua) ha 600 dipendenti in più, rispetto a due anni fa, con un costo aggiuntivo di 65 milioni di euro. La chiamata diretta, cioè senza concorso, infrange il decreto legge 112, varato dal governo Berlusconi nell’agosto 2008, e che prevede tassativamente, per i posti pubblici, la procedura del concorso. Comprese le municipalizzate, che hanno sempre preferito regolarsi, a quanto pare a torto, sui princìpi stabiliti dal diritto privato.

Assange Julian Assange, l’uomo di Wikileaks, si è consegnato alla polizia di Londra martedì 7 dicembre. Il tribunale ha respinto l’offerta di una cauzione di 180 mila euro per la sua libertà. L’accusa, come si ricorderà, è di aver stuprato due donne lo scorso agosto, durante un soggiorno in Svezia. Dalla ricostruzione del Daily Mail, lo stupro sembrerebbe però parecchio dubbio. Le due donne – Anna Ardin e Sofia Wilén – hanno ospitato Assange, lo hanno corteggiato, hanno mandato sms di giubilo alle amiche mentre stavano con lui e, insomma, parevano assai felici di esserselo portato a letto. Alla fine l’hanno però denunciato per via del preservativo: con Anna si è rotto, con Sofia Assange ha rifiutato di indossarlo. I giudici di Stoccolma, dopo aver escluso che questo comportamento fosse sanzionabile, hanno cambiato idea ed emesso un mandato di cattura internazionale per stupro e molestie. L’operazione, chiaramente persecutoria e ispirata dagli americani, è stata integrata da un attacco alle strutture finanziarie di Wikileaks: PostFinance (banca svizzera) ha chiuso il conto Wikileaks, PayPal ha cessato di garantire i trasferimenti di denaro, Mastercard e il gruppo bancario Visa hanno sospeso i finanziamenti, il fisco tedesco si è fatto vivo con Wau Holland, la fondazione da cui passano i soldi destinati al sito. La risposta degli amici di Assange, per ora, s’è limitata al sabotaggio dei siti di Paypal e Postfinance. Sul piano delle rivelazioni, Wikileaks ha passato al Guardian documenti di Julieta Valls, esponente dell’ambasciata Usa in Vaticano, in cui si critica il cardinale Bertone, segretario di Stato, definito uno yes man che non parla inglese e non può quindi far diplomazia, si sostiene che molti, all’interno della Santa Sede, vogliono destituirlo, la Curia è disorganizzata ecc.

Sedia vuota A Oslo il Nobel per la Pace è stato consegnato a una sedia vuota, dato che il premiato – lo scrittore cinese Liu Xiabo – è rimasto in carcere nel suo paese. Sua moglie è sempre agli arresti domiciliari, sorvegliata a vista. Prudenti le critiche del resto del mondo alla mano dura di Pechino, condannata sì, ma con continui riconoscimenti ai grandi risultati ottenuti in economia. Su questo tono anche la dichiarazione di Obama, e comprensibilmente: sarebbe catastrofico se Pechino non continuasse a comprare i titoli pubblici americani, o decidesse di vendere quelli che ha in cassaforte. I cinesi hanno intanto impedito la circolazione di qualunque notizia relativa al Nobel: cliccando le parole “Liu”, “Oslo”, “sedia vuota” appariva la scritta «Contenuto proibito». Poche decine di persone, assediate da un nugolo di camionette, hanno osato manifestare sotto la sede dell’Onu a Pechino. Diciassette paesi (Russia, Arabia Saudita, Egitto, Venezuela, Filippine, Kazakistan, Tunisia, Pakistan, Iraq, Iran, Vietnam, Afghanistan, Sudan, Cuba, Marocco, Algeria e Autorità nazionale palestinese) si sono allineati con la Cina disertando la cerimonia di Oslo. La Serbia ha mandato all’ultimo momento una delegazione, ma di basso livello.

Brembate A Brembate Sopra (Bergamo) il corpo di Yara non è stato trovato, gli inquirenti, non si sa su quali basi, si ripromettono anzi di restituire la ragazza viva. Il marocchino Mohamed Fikri è stato scarcerato: la frase intercettata al telefono era stata mal tradotta, non ci sono elementi concreti per imputarlo. L’uomo ha annunciato l’intenzione di chiedere i danni.

Tanzi Il Tribunale di Parma ha condannato a 18 anni di carcere Calisto Tanzi, ritenendolo responsabile del crac Parmalat (buco da 14 miliardi di euro, 85 mila piccoli risparmiatori truffati). Tanzi ha commentato: «Non m’aspettavo una sentenza così severa». Condannate con lui altre 14 persone. Tra queste, il famoso direttore finanziario Fausto Tonna, a cui sono stati comminati 14 anni. La responsabilità delle banche – gravissima – dovrebbe essere accertata nel processo in corso a Milano.