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 2011  gennaio 09 Domenica calendario

Il 2011 anno del superdollaro, giù euro e sterlina - Economia americana e dolla­ro: Gabriele Vedani, managing di­rector Fxcm Italy, big mondiale del trading in cambi, si aspetta una conferma della ripresa negli Stati Uniti e un rafforzamento del bi­glietto verde

Il 2011 anno del superdollaro, giù euro e sterlina - Economia americana e dolla­ro: Gabriele Vedani, managing di­rector Fxcm Italy, big mondiale del trading in cambi, si aspetta una conferma della ripresa negli Stati Uniti e un rafforzamento del bi­glietto verde. Il dollaro mantiene ancora lo status di moneta rifugio e potrà beneficiare dei problemi in­terni alla zona euro: rischi di insol­venza degli Stati sovrani, misure di austerità aggressive e l’incerta soli­darietà Comunitaria (ovvero il ri­gore tedesco verso gli altri Paesi dell’euro). L’avversione al rischio stimolata dai problemi della Euro­zona andranno poi a sostenere -prevede Vedani - oltre al dollaro, anche il prezzo dell’oro e il franco svizzero. «Per quel che concerne il cambio euro/dollaro le mie aspet­tative per la fine del primo trime­stre è di un valore di riferimento compreso nell’area 1,20-1,25, ma questo trend non si esaurirà prima della fine dell’anno, e non mi sen­to di escludere un rafforzamento del dollaro fino a 1,05-1,10». «La forza del franco svizzero - prose­gue Vedani - si è invece espressa soprattutto su posizioni ribassiste sul cambio con l’euro: questo trend continuerà. La coppia di divi­se arriverà a nuovi minimi storici (attestandosi nell’area 1,20-1,25), ma se il quadro dei debiti sovranidovesse riservare altre spiacevoli sorprese, la situazione potrebbe accelerare improvvisamente al ri­basso, e avvicinarsi a quota 1,10». L’espertodi Fxcm ritiene poi che lo yuan cinese possa rivalutarsi e che il Giappone ne sarà il maggio­re beneficiario in quanto il riequili­b­rio globale permetterà alle espor­tazioni giapponesi di diventare più competitive.Nei confronti del­­l’euro, invece, lo yen rimarrà in un trend di lieve rafforzamento che lo porterà gradualmente verso quota 100. «Nel Regno Unito, ritengo che la combinazione di tasse più alte sul valore aggiunto, una politica fi­scale più restrittiva e un rallenta­mento della crescita economicanell’Eurozona,avrà un impatto ne­gativo sui consumi e sugli indicato­ri di fiducia nel 2011. Penso che la Bank of England non avrà alternati­ve­a una politica di nuovo espansio­nistica,in quanto a un tasso d’infla­zione in crescita si accompagnerà un mercato del lavoro ancora sot­to pressione. Pertanto un altro giro di riacquisto dei Gilts (i titoli di Sta­to inglesindr )sarà l’unica opzio­ne,con un effetto negativo sulla sterlina che scenderà a braccetto con l’euro:quindi stabilità con l’eu­ro e arretramento rapido rispetto al dollaro», prevede ancora Veda­ni. Quanto all’economia australia­na, «é una delle poche che è riusci­ta a tenere alle porte l’onda lunga della recessione nel biennio 2008/2009; questo è stato possibi­l­e grazie al ruolo di principale forni­tore di materie prime alla rampan­te economia cinese, che ha portato nel 2010 alla creazione di nuovi po­sti di lavoro e ha imposto alla Bank of Australia di alzare i tassi al 4,75% per prevenire le pressioni inflazio­nistiche. Ma il probabile rallenta­mentocinese, insieme alla rivalu­tazione dello yuan, potranno ave­re effetti moltiplicati sull’econo­mia australiana e il dollaro austra­liano potrebbe scendere veloce­mente dai nuovi massimi toccati proprio sul finire del 2010. Ciò var­rebbe nei confronti del dollaro americano, mentre contro l’euro mi aspetto un sostanziale equili­brio in area 1,25/1,30». Stesso ra­gionamento per il dollaro canade­se, che sarà leggermente più soste­nu­to da un’eventuale ripresa ame­ricana. In ogni caso, conclude Ve­dani, il 2011 si presenta come un anno ancora una volta contraddi­stinto da grandi incertezze e forte volatilità, situazione che ci accom­pagna sul mercato valutario da al­meno un biennio e che durerà an­cora a lungo.