Danilo Bogoni, CorrierEconomia 10/01/2011, 10 gennaio 2011
FILM. LA DOLCE VITA DELLE LOCANDINE
Sull’onda delle rievocazioni che cinquant’anni dopo hanno riportato alla ribalta «La dolce vita» , il poster realizzato nel 1960 da Sandro Simeoni per il capolavoro di Federico Fellini ha visto aumentare le sue quotazioni. Tanto da essere battuto qualche settimana fa da Bolaffi per 4.800 euro. Più del doppio della stima che, tenuto conto anche dei realizzi più recenti, era stata fissata in 2.000 euro. In precedenza aveva infatti spuntato poco più di 3 milioni di lire (1998) e 2.280 euro (2002).
Finora il lavoro dell’artista ferrarese, era stato in un certo qual modo oscurato dal sublime cartellone firmato da Giorgio Olivetti con Anita Ekberg e Marcello Mastroianni. L’attenzione per il lavoro di Simeoni riconferma le simpatie che i poster cinematografici — uno dei filoni tematici più diffusi — continuano a raccogliere. Come testimoniano i 1.200 euro (stima 700 euro) di «Orchidea bionda» , dominato da una prosperosa (anche se non immediatamente riconoscibile) Marilyn Monroe.
Alla base di 2.500 euro è stato battuto il poster realizzato per il Corriere della Sera da Vespasiano Bignami, l’artista cremonese esponente della Scapigliatura trapiantato a Milano dove tra l’Ottocento e il Novecento fu tra gli animatori della vita culturale cittadina. Più o meno allo stesso periodo risalgono altri lavori commissionati dal quotidiano a Giovanni Beltrami (nel 2006 battuto per 3 mila euro) e a Adolfo Hohenstein, considerato uno dei pionieri della cartellonistica pubblicitaria.
Alla vendita torinese Leonardo Biastolfi, esponente di primo piano del simbolismo ed artista eclettico era presente con quello che gli esperti considerano come il migliore dei suoi poster. Anzi «un capolavoro del "simbolismo italiano» . Realizzato in due dimensioni (50 x 70 centimetri e 110 x 150 centimetri) il manifesto — mostra quattro muse biancovestite che muovendo un sottile nastro formano la parola «Ars» — fu chiamato a pubblicizzare la prima Esposizione internazionale d’arte decorativa che aprì i battenti a Torino da aprile a novembre del 1902. È stato battuto a 8 mila euro.
Sempre ben richiesti i manifesti dei magazzini Mele, l’azienda napoletana che, tra la fine dell’Ottocento e il Novecento, affidò larga parte delle sue fortune a piacevoli e ammiccanti poster firmati da più abili (compresi alcuni rimasti anonimi) cartellonisti. Come «Vanità allo specchio» stampato nel 1900 dall’officina milanese Ricordi, specializzata in questo tipo di lavori, venduto per 2.500 euro. Tremila, invece, gli euro riportati sull’assegno col quale sono stati acquistati altri due poster Mele: quello che annunciava le «Novità estive del 1900» e l’altro con due ammiccanti signore con cappellino e raffinati abiti attraverso il quale venivano pubblicizzate le ultime novità per signora, garantendo il «massimo buon prezzo» .
Ad un anonimo si deve anche il poster stampato a Parigi nel 1930 per conto della Chrysler il quale, pur restaurato nella parte centrale superiore, è stato comprato per 4.000 euro. Chiusura stagionale con il salto dello sciatore di Cesare Maggi impegnato nel trofeo Gancia disputato il 17 marzo 1937 a Claviers salito (è il caso di dirlo) da 5 mila (stima) a 7.500 euro.
Danilo Bogoni