Giovanni Stringa, Corriere della Sera 08/01/2011, 8 gennaio 2011
CURRICULUM BREVE E VALIGIA IN MANO. QUATTRO REGOLE PER CERCARE UN POSTO – 1 L’
importanza della rapidità - Cominciamo con un errore da evitare: volersi laureare con un volto altissimo a tutti i costi. L’ insidia, quando poi si cercherà un lavoro, sta naturalmente in quelle quattro parole: «a tutti i costi». Scelta che si traduce certamente in una sfilza di esami con il massimo dei voti, ma con una laurea raggiunta spesso in prossimità dei 30 anni (se non anche dopo!). Intendiamoci, meglio una lode che una sufficienza, ma resta il fatto che la stragrande maggioranza delle aziende preferisce assumere un dipendente in grado di terminare un lavoro nei tempi stabiliti, piuttosto che un perfezionista che sfora costantemente le scadenze.
Questo vale in molti casi anche per le lauree più tecniche: pensate ai gruppi di impiantistica, dove i lavori consegnati in ritardo comportano grosse e corpose penali. E mettetevi quindi nei panni di una di queste aziende: meglio assumere chi rispetta i tempi, nei limiti naturalmente di un voto e una preparazione universitaria comunque soddisfacente. Anche perché spesso molte cose importanti si imparano sul lavoro, e non tra le mura di un’ aula, per quanto prestigiosa possa essere.
Discorso simile anche per un laureato in lettere che vuole insegnare: indugiare negli studi vuol dire rinunciare a mesi di lavoro, per quanto precario, e quindi a punti in graduatoria, con il rischio di essere poi superati da chi ha terminato università e scuole prima, anche se con voti più bassi.
2 La disponibilità a spostarsi- Le statistiche saranno pure impietose, i posti di lavoro scarsi e i giovani senza occupazione sempre più numerosi, ma l’ ultima cosa da fare è scoraggiarsi. Perché le assunzioni non si fermano: basta pensare alle aziende «sane», in utile, che devono sostituire chi va in pensione. Spesso, in questi casi, l’ attenzione è rivolta ai più giovani: chi in azienda si è fatto una certa esperienza sale nella scala delle responsabilità e per i compiti da «neofita» arrivano le nuove leve. Giovani, naturalmente, perché più «freschi» e pronti a imparare e meno costosi. Certo, questa semplice procedura non è frequente e fluida come in passato. E la gara per l’ assunzione è sicuramente diventata più dura. Ecco alcuni consigli per cercare di vincerla. Suggerimenti che sono rivolti a chi è già sul mercato così come a chi ancora sta studiando. Un altro consiglio arriva direttamente dal sito di un grande banca italiana, sezione «trovare lavoro». Prima si parla del curriculum vitae: deve essere naturalmente semplice, lineare e preciso, e la lettura immediata ed inequivocabile. Poi si passa alla lettera di presentazione, che accompagna il cv: il suo scopo è attirare l’ attenzione, incuriosire chi legge e invogliarlo ad approfondire il profilo. E deve indicare in modo sintetico tutto ciò che verrà poi approfondito nel curriculum (compreso - citazione testuale e qui viene il «nocciolo» - la propria disponibilità alla mobilità). Tra le tante cose che potevano essere ricordate, l’ istituto di credito ha scelto questa: la disponibilità a viaggiare, a trasferirsi, a lavorare lontano da mamma e papà. Chi la garantisce ha sicuramente una marcia in più. Anzi due, visto che in Italia sono ancora troppo pochi i giovani pronti a fare la valigia.
3 Parlare inglese Ma sul serio - Un altro «talento» abbastanza scarso tra chi cerca un lavoro in Italia - e, quindi, anche una sfida da prendere al volo per chi vuole emergere e farsi notare dalle aziende - è una conoscenza della lingua inglese all’ altezza dei tempi. In altre parole: solida e a prova - per capirci - di conversazione telefonica con un cliente americano dalla parlata veloce mentre la linea è disturbata. E, ancora: senza imbarazzanti errori grammaticali o quell’ inflessione un po’ maccheronica che «ammazza» la pronuncia di fronte a chi vive al di là delle Alpi. Le aziende sanno che così, con lavoratori «very fluent», fanno bella figura all’ estero davanti a clienti anglosassoni o magari scandinavi, ma che hanno iniziato a imparare l’ inglese a cinque anni a scuola o davanti a una televisione senza doppiatori. Quindi: studiate tanto e bene la lingua di Shakespeare, anche la pronuncia. Come? Per esempio ascoltando le radio della Bbc su Internet.
4 I mille canali per collocarsi - Sappiate poi che, per quanto affollati, i canali per trovare un lavoro sono molti. Ecco una sintesi certamente non esaustiva: siti e motori di ricerca specializzati, società di ricerca e selezione, inserzioni sui giornali, agenzie per il lavoro (che non coprono solo l’ interinale) e le fiere del lavoro. Queste sono le manifestazioni che si svolgono in tante grandi città e non solo, dove le aziende, ognuna con il suo stand, incontrano i ragazzi e accettano i curricula. Facendo spesso anche dei colloqui direttamente sul posto. Alcune di queste fiere si svolgono nelle università e sono destinate agli studenti prossimi alla laurea. Qui possono nascere dei futuri contratti. E, quindi, delle occasioni da non lasciarsi scappare. Perché non è mai troppo presto per iniziare a cercare lavoro.
Giovanni Stringa