Karima Moual, Il Sole 24 Ore 8/1/2011, 8 gennaio 2011
PANE E SEMOLA INGREDIENTI BASE NEL MAGHREB
Molta verdura e molto pane e legumi. Sono questi gli ingredienti della dieta base che troviamo nei diversi piatti tradizionali dei paesi del Nord Africa, dal Marocco all’Egitto. Con una variazione: la semola per couscous, usata soprattutto dai paesi del Maghreb. È una dieta che si può definire mediterranea. Anche se più speziata e accompagnata da salse con variazioni da paese a paese. Senz’altro al primo posto vi è un grande consumo di carboidrati. Non c’è infatti piatto che non sia accompagnato dal pane. E questo spiega la protesta della baguette o della semola.
Insieme a questi non possono mancare i generi di prima necessità come il latte, lo zucchero, la farina, l’olio e la semola. Sono questi i prodotti che fanno scendere la popolazione in piazza per il rincaro dei prezzi. La rivolta dell’Algeria di questi giorni ne è l’esempio. Ma attenzione, in questo paese le manifestazioni di protesta per il rincaro dei prezzi sono almeno una decina all’anno.
Quali sono le peculiarità di questa instabilità lo spiega Karim Metref, giornalista algerino: «Per i beni di prima necessità l’Algeria dipende per l’80% dalle importazioni. Che da sempre sono state sovvenzionate dallo stato. Dagli anni 90 a oggi, però è iniziata un’oscillazione collegata al periodico venir meno, da parte dello stato, all’impegno a sovvenzionare i generi di prima necessità. La baguette da anni costa circa 20 centesimi. A questo si sommano le variazioni nei prezzi delle produzioni locali di frutta e verdura, che vengono invece gestite soprattutto localmente. Ma puntualmente – continua Metref – qualche prodotto sparisce dal mercato. Ricordo un anno in cui era sparita dal mercato la cipolla, chi la voleva la pagava oro e noi dall’Algeria chiedevamo ai nostri parenti emigrati in Francia di mandarcela per posta. Indipendentemente dalla crisi economica, sono poi le mafie locali, dalle quali il paese è logorato, a creare una speculazione che porta il costo dei prodotti alle stelle. In Algeria ci sono questa piccola mafia dei privati e quella grande che gestisce i grandi progetti statali. Queste cose succedono soprattutto perché qualcuno vuole ristabilire il suo potere». Da qualche mese, infatti, il pane, l’olio e lo zucchero sono raddoppiati arrivando a cifre record. Lo zucchero, che aveva un costo di 79 dinari al chilo, oggi è a 150.
In tutti i paesi del Nordafrica questi prodotti arrivano dall’agricoltura locale o dall’importazione. In Egitto l’agricoltura resta un’attività importante, pur essendo coltivabile solo il 3% della terra. Il settore incide per circa il 15% sul Pil e occupa il 36% della popolazione attiva. L’economia tunisina si presenta relativamente diversificata, con una spiccata rilevanza del settore agricolo. Gran parte della produzione agricola è destinata alle esportazioni, e il paese rimane sostanzialmente dipendente dalle importazioni alimentari.
In Marocco, nonostante la rapida industrializzazione dell’economia, la crescita economica dipende tuttora largamente dal settore agricolo, che impiega oltre il 50% della forza lavoro, producendo il 15% del Pil nazionale. Solo quest’anno si è raggiunto un accordo tra la Ue e il Marocco, che potrà vedere stanziati per il proprio territorio 780 milioni di dirham (70 milioni di euro). Il finanziamento sosterrà il programma "Piano verde Marocco", di supporto alla politica agricola marocchina. Il programma sosterrà le principali riforme introdotte dal governo marocchino in favore delle zone rurali. Sono circa 800mila gli agricoltori su circa 3 milioni gli abitanti delle zone rurali.