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 2011  gennaio 08 Sabato calendario

LA CORSA DEGLI EMERGENTI RILANCIA L’INNOVAZIONE

Come portare ai Caraibi e nei paesi caldi i prodotti lattiero-caseari che, si sa, amano la montagna e il fresco? È la scommessa imprenditoriale vinta dalla Trevalli Cooperlat di Jesi (Ancona) con Hoplà, crema vegetale a lunga conservazione. «Hoplà – dicono al quartier generale marchigiano – è la chiave d’accesso per i mercati esteri, a partire dall’Africa (Algeria e Marocco), fino all’area caraibica in cui si sono affermati altri nostri prodotti simili». L’azienda ricava il 10% dei profitti dall’estero, Hoplà è leader nel mercato consumer e nella gelateria e pasticceria.

Altro scenario, a Nord Est. Partendo da Castello Roganzuolo di San Fior (Treviso), una boutique della grappa del rango di Alexander è arrivata fino a Brasilia: «Il mercato sudamericano – racconta il patron, Sandro Bottega – è difficile perché c’è già cachaca, rum, tequila. Per avere successo bisogna usare design e italianità: siamo il paese al mondo più amato da quei popoli specie nei ceti abbienti. Dell’Italia si ama la cucina, l’arte, la moda. Abbiamo perciò introdotto prodotti realizzati ad hoc per il Brasile, poi estesi a tutto il mondo, ad esempio un liquore a base di grappa al guaranà, con la ricercata bacca dal gusto forte e dagli effetti stimolanti. Inoltre produciamo abbiamo alcolici, sempre studiati per il sudamerica, al cocco, all’ananas, all’aloe vera».

Abilità tipicamente italiane. Sono però i grandi gruppi, dalla St microelectronics all’Enel, a spingere nello sviluppo – spesso e volentieri in loco – di prodotti adatti ai mercati che crescono a velocità elevata. Un fenomeno analogo lo troviamo anche nell’automotive, dove i produttori di ogni taglia hanno spesso seguito la delocalizzazione della filiera.

Sogefi, la società di componentistica auto Cir, è il secondo operatore mondiale nei componenti elastici per sospensioni e il quinto nei sistemi di filtrazione motore: «In Brasile – commenta il Ceo Emanuele Bosio – abbiamo realizzato un sistema di filtrazione motore "ad hoc", denominato «flex», in grado di funzionare in modo flessibile sia con i combustibili tradizionali sia con il bioetanolo, particolarmente diffuso nel paese».

In Brasile la Sogefi dispone di un centro di ricerca che opera prevalentemente nel settore della filtrazione aria motore. Nel prossimo futuro, aggiunge Bosio, «prevediamo di rafforzare ulteriormente la nostra presenza nelle attività di ricerca e sviluppo locali in considerazione della crescente importanza del Brasile, diventato il primo mercato per fatturato dopo anni di leadership della Francia. Tra gli obiettivi c’è l’avvio di attività di ricerca in India, dove siamo entrati a fine 2008».

Anche le pmi seguono in Cina i loro committenti strategici. Da Codogno, la Audio Ohm ha saputo fare il salto dal locale al globale. Il 97% del business arriva oggi dall’estero, facendo fusibili per auto. Per dieci anni hanno lavorato per Magneti Marelli. Si sono affacciati in Fiat parecchie volte, ma gli hanno sempre risposto che erano troppo piccoli. Hanno provato in Germania con Mercedes, Audi, Porsche: un’intesa con l’ateneo di Monaco ha innovato una lega rame-stagno per i fusibili.

Un caso a parte è quello della Fiat che ha saputo sfruttare molto bene, con un’importante mix di innovazione di tecnologie e, soprattutto, di marketing, il suo posizionamento nel mercato brasiliano con i motori alimentati anche grazie alle piantagioni della canna da zucchero. A Torino ripongono molte aspettative sulla rivoluzionaria tecnologia multiair, brevettata da Fpt (Fiat powertrain technologies) che sarà utilizzata anche per i modelli americani.