Massimo Sideri Corriere della Sera 9/1/2010, 9 gennaio 2010
Il made in Italy tiene la rotta Per la natalità delle imprese il 2010 è stato un anno d’oro MILANO — Il dato crudo di Unioncamere segnala un boom di imprese, più corretto sarebbe dire di partite Iva, nei primi undici mesi del 2010
Il made in Italy tiene la rotta Per la natalità delle imprese il 2010 è stato un anno d’oro MILANO — Il dato crudo di Unioncamere segnala un boom di imprese, più corretto sarebbe dire di partite Iva, nei primi undici mesi del 2010. Il saldo tra le 381.535 aziende che hanno aperto i battenti nel periodo e le 302.937 che invece hanno deciso di gettare la spugna e far cessare l’attività è positivo per 78.598 unità, bel al di sopra delle 26.246 partite Iva in più che risultano dai primi 11 mesi del 2009. Utilizzare il saldo delle imprese come un indice economico è sempre complesso: come capire e fare la tara a quanti hanno aperto una nuova partita Iva magari proprio perché usciti dal circuito del mercato del lavoro tradizionale? O a quanti lavorano negli studi di professionisti ma che, risultando come «consulenti» , ricevono lo stipendio sotto forma di pagamento in partita Iva? Ma questa considerazione era valida anche per il 2009 che non è stato certo un anno facile. Sicché senza voler dare all’indicatore una valenza scientifica sarebbe difficile non trarne delle considerazioni positive, perlomeno di dinamismo imprenditoriale. La regione più «attiva» sul fronte delle aperture per le imprese è stata la Lombardia grazie a 60.656 nuove iscrizioni che al netto delle chiusure diventano 15.491 nuove aziende. A seguire c’è il Lazio che segna 39.414 nuove aperture e un saldo positivo per 12.134 unità. Ma anche l’area Sud e Isole si è comportata bene secondo i dati Unioncamere: in questo caso il saldo pesa per circa un terzo del totale con 24.880 imprese in più a fronte delle 6.846 dei primi 11 mesi del 2009. A ben vedere non ha deluso nemmeno il Nord Est: il saldo positivo nei primi 11 mesi 2010 nel complesso è stato solo di 10.366 unità (71.990 iscrizioni e 61.624 cessazioni) ma l’area proveniva da un 2009 disastroso con un saldo negativo di 1.789 unità. Buona la performance del centro con 84.425 nuove iscrizioni e un saldo positivo di 21.446 aziende (a fronte delle 10.855 dei primi 11 mesi del 2009) mentre il Nord Ovest ha fatto segnalare una differenza positiva di 21.908 imprese (102.345 nuove iscrizioni a fronte di 80.439 cessazioni). Oltre alla Lombardia e al Lazio è da segnalare il colpo di reni degli imprenditori in Puglia (25.134 nuove iscrizioni e un saldo positivo di 5.201 aziende) che hanno superato i colleghi delle aziende in Veneto (4.234 le imprese in più) e dell’Emilia Romagna (4.245 il saldo positivo per le imprese). Tra le città il trono per il miglior saldo positivo va alla capitale (9.937 aziende in più) ma un buon segnale è arrivato anche da Bari con un saldo di 1.687 imprese in più a fronte delle 320 in meno dei primi 11 mesi del 2009. Milano ha chiuso lo stesso periodo con un saldo attivo di 7.924 aziende mentre Napoli si è fermata a 3.485 aziende in più. Massimo Sideri © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina