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 2011  gennaio 08 Sabato calendario

SPREAD, LA PAURA ALLARGA QUELLI DEI PAESI PERIFERICI. GIOVEDI’ BANCO DI PROVA DELLE DUE EMISSIONI DI BTP


Il mostro ricompare. Per dirla con le parole di Giulio Tremonti, sul videogiochi la paura della sostenibilità dei debiti sovrani riallarga gli spread, cioè i differenziali fra il bund tedesco e i titoli omologhi degli altri paesi. E un banco di prova che ci riguarda da vicino è fissato per giovedì 13 quando verranno collocate due emissioni del tesoro italiano: la terza tranche del btp novembre 2015 con una cedola del 3% e la quarta tranche del btp a marzo 2026 con cedola del 4,5%. Gli ammontari verranno comunicati lunedì. Nello stesso giorno anche la Spagna farà un’emissione con scadenza aprile 2016 e cedola del 3,25%. L’accoglienza da parte degli investitori rappresenta un termometro per misurare la fiducia verso l’Italia che comunque continua ad essere uno dei paesi dell’area euro meno a rischio, come dimostra lo spread che ieri è rimasto a 187 punti, senza che la paura lo facesse allargare. Diversa invece la situazione di altri tre paesi. Soprattutto la Grecia il cui spread è balzato a 989, il tetto massimo degli ultimi tre mesi continuando a scontare i timori, smentiti, di una imminente manovra che ristrutturare il debito con fondi e banche. Non se la passano troppo meglio Spagna e Portogallo. La prima ha allargato lo spread da 257 a 261, la seconda da 490 a 435. Emerge chiaramente che l’attuale strategia di gestione della crisi si sta però rivelando inadeguata a prevenire fasi prolungate di tensioni sui premi al rischio e di scoraggiamento degli investitori. La necessità di giungere, anche in maniera graduale, verso un’unione fiscale oltre che monetaria, è ben chiara agli economisti e agli operatori di mercato, ma non si vedono spazi politici per una maggiore integrazione. Ma ciò non toglie che possano esistere forme di intervento più adatte alle peculiarità di questa fase della crisi. La proposta di Junker e Tremonti di riacquistare debito in essere a prezzi di mercato ed emettere nuovi titoli di stato garantiti dall’intera Eurozona, per esempio, non ha trovato largo seguito. Una possibilità sarebbe quella di lanciare, secondo quanto si legge nell’ultimo rapporto dell’ufficio studi di Intesa Sanpaolo, un fondo ad hoc; un’altra, sarebbe quella di emendare il Framework Agreement della EFSF in modo da consentire a quest’ultima la possibilità di finanziarsi sul mercato indipendentemente dal lancio di programmi di sostegno e di comprare a fermo bond governativi direttamente sul mercato.