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 2011  gennaio 08 Sabato calendario

New York, non nasce un bimbo su due - Tra i tanti record che ha, la Grande Mela ne ha uno che non le fa sicuramente onore: è la capitale americana degli aborti, che secondo cifre ufficiali del Dipartimento cittadino della salute hanno raggiunto la percentuale del 41% delle gravidanze, il doppio della media nazionale che è attorno al 20%

New York, non nasce un bimbo su due - Tra i tanti record che ha, la Grande Mela ne ha uno che non le fa sicuramente onore: è la capitale americana degli aborti, che secondo cifre ufficiali del Dipartimento cittadino della salute hanno raggiunto la percentuale del 41% delle gravidanze, il doppio della media nazionale che è attorno al 20%. A New York, le donne che hanno interrotto la maternità nel 2009, ultimo anno di cui esistono statistiche, sono state 87.273. Nella classifica degli abbandoni delle gravidanze le afro-americane (nere non ispaniche) sono al primo posto con il 46,7%, seguite dalle ispaniche con il 32,5% e dalle bianche (non ispaniche) con l’11,3%. Per età, la fascia più rilevante di aborti ha riguardato le ragazze dai 20 ai 24 anni, tra le quali la percentuale di interruzioni provocate è stata del 29% (nel conteggio non rientrano gli aborti naturali, indesiderati). Il fenomeno ha connotati razziali e sociali evidenti, che si riflettono nelle aree maggiormente colpite: in testa tra i cinque boroughs (maxi quartieri della città) è il Bronx, che ha registrato il tasso più alto pari al 48%. Nel Rapporto pubblicato giorni fa l’assessore alla Salute Thomas Farley ha dichiarato che questa emergenza si inserisce di diritto tra le epidemie che il dipartimento della salute cittadina ha dovuto contrastare nei suoi 150 anni di storia, dalla febbre gialla al colera, dalla tubercolosi all’Aids, dal cancro da fumo all’obesità, dal diabete alle malattie cardiache. Pur nella loro enormità, i numeri mostrano tuttavia un miglioramento rispetto al decennio passato. Nel 2000 c’erano stati 94.466 aborti, secondo il New York Times, e per la tv Abc News il tasso delle interruzioni indotte era stato del 46% nel 1998. «Per la prima volta nei miei 21 felici mesi come New Yorker, sono in imbarazzo ad essere un membro della comunità prediletta che ora chiamo casa mia, di solito con un sacco di orgoglio», ha detto in una conferenza stampa l’arcivescovo cattolico Timothy Dolan. Autorità religiose ebraiche e cristiane si sono riunite per affrontare il problema, cercando vie concrete per ridurre gli aborti. «Dobbiamo trovare il modo di fare qualcosa oltre a rabbrividire di fronte a queste raggelanti statistiche», ha detto Dolan. «Invito tutti a mettersi insieme per far diventare l’aborto un evento raro. Attraverso enti benefici cattolici, servizi di adozione, azioni di pressione e di educazione a favore delle donne gravide, sostegno a iniziative alternative pro vita e di educazione ai giovani per un comportamento sessuale sano, responsabile e virtuoso, ci siamo impegnati per mantenere queste promesse, e queste statistiche che fanno paura ci spingono a tenere duro». Ma che cosa è stato fatto negli ultimi 30 anni, si è anche chiesto l’alto prelato? «Ci sono bocce di vetro piene di preservativi sui tavoli di lavoro della gente, li fanno anche cadere dagli aerei sulla popolazione, eppure non sembra che migliori nulla», ha continuato Dolan. «Significa che si è proceduto su un binario sbagliato». E rivolto alle donne ha proseguito. «Noi siamo preparati a fare qualsiasi cosa in nostro potere per aiutare te e il tuo figlio non ancora nato a far sì che tu non senta che non esiste altra scelta diversa dall’aborto». La conferenza stampa di Dolan è stata organizzata dalla Chiaroscuro Foundation, una organizzazione non profit il cui presidente è Sean Fieler, che sostiene iniziative conservatrici e religiose. Fieler, un banchiere d’affari, finanzia con suoi fondi le attività antiabortiste, e ha promesso di investire un milione per ridurre gli aborti in città. Anche le associazioni che sono favorevoli alla scelta delle donne di abortire si sono dette preoccupate per le cifre, ma continuano a sostenere la linea dell’educazione. «Crediamo nella formazione sessuale onnicomprensiva», hanno detto i rappresentanti di Planned Parenthood, che incoraggia la pianificazione delle nascite dall’uso dei contraccettivi all’assistenza a chi cerca l’aborto. Secondo Joan Malin, presidente e amministratore delegato di Planned Parenthood di New York City, le maternità non desiderate sono il risultato di una serie di fattori che vanno dall’accesso alle informazioni al controllo delle nascite, dall’educazione sessuale alla violenza nei rapporti intimi tra i partner.