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 2011  gennaio 08 Sabato calendario

LA CORTELLESI A ZELIG ACCENDE L’IGHIOZIA DEL RADICAL CHIC

Succede dunque che la bravissima attrice teatrale e televisiva Paola Cortellesi guadagnerà 65mila euro (lordi) a puntata nella trasmissione “Zelig”, di cui sarà settimanalmente icona e conduttrice. E siccome “Zelig” è una trasmissione targata Mediaset, e siccome la Cortellesi passa per una artista avversa al centrodestra (almeno da quanto ha nel mirino della sua parodia personaggi come Letizia Moratti o Daniela Santanchè), ecco che sul web sorge un dibattito furibondo che nemmeno nel più buzzurro dei trivi. E del resto, appena in Italia si parla di soldi - di cachet, di retribuzioni,di stipendi - subito la discussione si abbassa a livelli che dimostrano l’inequivocabile declino della razza umana rispetto all’era paleolitica. Ne parla uno che dai “soldi” è ossessionato, come ha scritto una volta Aldo Grasso, un critico di grande caratura i cui pareri ogni volta me li appunto per non correre il rischio di dimenticarli.
Qual è il nocciolo del contendere a proposito del cachet che la Cortellesi a mio giudizio stramerita? Stando ai tanti Idioti Esuberanti che impazzano online, lei che è così rigorosamente “anti-berlusconiana” quei così tanti soldi non dovrebbe accettarli. O forse, a dimostrazione di quanto è di sinistra ed eticamente superiore a quegli sporcaccioni dell’altra sponda politica, dovrebbe lavorare al compenso simbolico di un euro a puntata e dividere così fino in fondo la condizione di sofferenti e derelitti, insomma di quelli che danno il loro voto alla sinistra.

MILIONI DI SPETTATORI
Ora, premesso che delle opinioni politiche della Cortellesi io me ne strainfischio, l’anti-berlusconismo o il filoberlusconismo c’entra un beatissimo c... con la natura del suo lavoro a “Zelig” e dunque con l’entità del suo cachet. A pagare quella cifra non sarà affatto Silvio Berlusconi, al mododi uno che sfili dal suo portafogli o i biglietti da cento euro uno dopo l’altro. A quotare così tanto la Cortellesi è il suo riconosciuto talento, il fatto che i telespettatori entusiasti di “Zelig” sono milionie milioni, e dunque sono salatissime le parcelle pagate dagli sponsor i cui spot pubblicitari scandiscono il tempo della trasmissione. La politica c’entra zero, c’entra la riuscita professionale e commerciale di un lavoro rivolto al grande pubblico. Tutto questo è lapalissiano o dovrebbe esserlo fin dal tempo in cui uno frequenta la terza elementare. Ma non lo è per gli Idioti Esuberanti ,siano essi addottorati o no. E difatti, quanto agli Idioti Esuberanti, ho ancora nell’orecchio l’eco atroce della discussione di alcuni mesi fa, e cioè se fosse lecito per uno scrittore che si presenta come un eroe intemerato della sinistra pubblicare i suoi librida Mondadori e dunque intascare delle royalties che hanno il lezzo immondo della famiglia Berlusconi. Roba di cui vergognarsi a sola pensarla e di cui non ci posso credere che abbia riempito per giorni e giorni le pagine dei giornali italiani. Anche lì è talmente evidente che uno come Roberto Saviano i suoi (strameritati) soldi se li sia guadagnati per il fatto che sono entrati in libreria a centinaia di migliaia a tirare fuori i15,50 euro che costava il suo Gomorra. Berlusconi o chi altri della sua famiglia c’entrava niente di niente.
In un Paese come il nostro, dove sono in tanti che per cento euro venderebbero le loro sorelle in mucchio ai beduini, dove di tanto in tanto si massacrano tra vicini d icasa per un contenzioso economico pari al costo di una pizza e birra, dove abbiamo il record europeo in fatto di evasione fiscale, è poi grottesco che siano così numerose le truppe del moralismo in fatto di stipendi altrui. Beninteso, in fatto di ipocrisia e di asimmetria tra ciò che si predica e ciò che si è nella realtà, i precedenti italiani arrivano lontani. Non sono di sinistra perché non me lo posso permettere, scriveva mezzo secolo fa Ennio Flaiano. Grande editore e grande predicatore della superiorità morale e ideale della sinistra, Giulio Einaudi trattava sestesso alla grande, mentre tenevaa stecchetto i suoi autori. Al mio amico Saverio Tutino, che una volta gli chiese un aumento perché non arrivava a fine mese, Giangi Feltrinelli rispose che sedava a lui quei soldi non poteva poi finanziare la rivoluzione ne lmondo. Il termine radical-chic lo coniò il grande scrittore americano Tom Wolfe nell’occasione di un fastoso party degli anni Sessanta nel superattico di un miliardario americano, party durante il quale erano coccolatissimi quelli delle Pantere Nere, tipini che aveva della politica un’idea molto vicina a quella del Cesare Battisti dei suoi anni peggiori.


LA LEGGE DEL MERCATO -
Ma sto deviando, e questo nonva bene. Il punto è che i soldi devonostare lì dove stanno i soldi,cioè all’incrocio tra la domanda el’offerta di una determinata merce,e la politica deve stare lì dovesta la politica, i partiti che si contendonoi voti. E quanto ai cachetdi scrittori e artisti, è ridicolo pensareche debbano essere piallativerso il basso. Non siamo eguali,di talento non ne abbiamo tutti lastessa dose, purtroppo per me,che il Nobel della Letteratura nonlo vincerò mai.
Tutto sta poi a essere coerentitra dire e fare. Nei quaranta e passaanni che faccio questo mestiere,avevo ben chiare le volte in cuilo facevo gratis o quasi e le volteche mi pagavano bene. C’eraquando riuscivo a farmi pagarebene, altre volte no e allora il lavorolo declinavo. Uno dei capolavoridel mio iter professionale èquando Indro Montanelli michiamò a collaborare al Giornale,e io per poco non tremavo al suocospetto e con tutto questo sonoriuscito a farmi aumentare il cachetad articolo che lui mi avevaproposto.Ecco, coerenza per coerenza, iosuggerirei all’ottimo Saviano dinon avere l’aria del martire laprossima volta che andrà in tv esarà sontuosamente pagato. Dicoquesto perché l’aria del martirenon aggiunge nulla di nulla aquello che stai dicendo, alla sostanzae alla qualità di quello chestai dicendo. Pro o contro Berlusconi,pro o contro quello chevuoi tu.