Elisabetta Iovine, ItaliaOggi 6/1/2011, 6 gennaio 2011
INIZIA IL RIGORE OLTREMANICA
Con l’innalzamento dell’Iva dal 17,5% al 20%, stabilito dal governo di David Cameron, comincia l’era dell’austerità in Gran Bretagna. I pesanti provvedimenti, da lacrime e sangue, permetteranno al bilancio statale di non essere travolto dal deficit. La ricetta è un mix di incremento delle tasse e taglio delle prestazioni, dei salari e degli impieghi pubblici.
Con questo ritocco l’Iva britannica raggiunge il suo massimo storico e supera quella in vigore in Francia e Germania.
Mai cittadini sono preoccupati anche per altri motivi. Dal 1° gennaio sono aumentate le tariffe dei mezzi pubblici e sono stati soppressi gli aiuti all’educazione nella fascia tra 16 e 18 anni. È in via di eliminazione il contributo forfettario per i neonati. Appuntamento cruciale, inoltre, per aprile: licenziamenti in massa di addetti municipali, riduzione dei servizi alla collettività, blocco degli aiuti alle famiglie e dei salari pubblici, abbassamento dei crediti d’imposta. In autunno sarà la volta delle tasse universitarie, destinate a raddoppiare o triplicare. Ogni ministero e municipalità sarà costretto a ridurre le spese.
Cameron non si è nascosto dietro un dito e ha preferito parlar chiaro ai concittadini: il 2011 sarà un anno difficile, sono previste tappe dolorose ma necessarie.
Tutto ciò sarà fonte di tensioni sociali. I sindacati hanno annunciato una serie di scioperi nei servizi pubblici. I sacrifici non toccheranno soltanto le famiglie modeste ma anche la classe media, elettorato centrale della maggioranza. Che, infatti, ha già subìto una caduta di popolarità dal 59% al 43% in pochi mesi. Non sarà un’impresa facile per Cameron: se i prezzi si scaldassero e la banca centrale fosse costretta ad aumentare i tassi per contenere l’inflazione, sarebbero guai per la miriade di cittadini che sta pagando un mutuo a tasso variabile per comprare casa. Le imposte più alte potrebbero avere ripercussioni sui consumi. Una sfida o, forse, un bel rompicapo.