Alessandra Ricciardi, ItaliaOggi 6/1/2011, 6 gennaio 2011
ALLA FINE DELL’ANNO PURE PALAZZO CHIGI SI METTE A DIETA
Alla fine pure loro hanno chinato il capo. Già, il ministero del Tesoro e della Funzione pubblica non hanno lasciato spazi di manovra nei pareri inviati alla Presidenza del consiglio dei ministri. Non sono possibili interpretazioni riduttive della legge, hanno detto in sostanza, i tagli agli stipendi, che scattano per le amministrazioni statali da questo gennaio e per tre anni, si devono applicare anche a Palazzo Chigi.
Anzi si applicano anche ai diretti collaboratori del premier Silvio Berlusconi e dei suoi sottosegretari, da Gianni Letta a Paolo Bonaiuti. E così il segretario generale della Presidenza, Manlio Strano, ha preso atto e ha scritto una circolare interna che ha finalmente chiarito come i tagli dovranno operare a partire dal cedolino di questo mese. Una nota molto attesa che ha lasciato inevitabilmente l’amaro in bocca a tanti. Perché alla fine saranno proprio i dirigenti della Presidenza a subire il salasso più grosso della manovra estiva e delle sue riduzioni di spesa per gli stipendi dirigenziali. Perché è alla presidenza che c’è il numero più alto di retribuzioni che superano le soglie minime previste dalla legge n. 122/2010 utili a taglio. Il taglio di base è quello previsto per i dirigenti di prima e di seconda fascia: sarà del 5% per le quote oltre 90 mila euro annui di trattamento individuale complessivo; del 10% per le soglie oltre i 150 mila euro.
Ci sono poi le indennità di diretta collaborazione. La manovra correttiva dei conti pubblici, messa a punto dal ministro dell’economia, Giulio Tremonti, prevede una riduzione netta del 10%. Il Segretario Strano aveva chiesto se la stretta si dovesse estendere a Palazzo Chigi, che vanta una specificità di settore rispetto a tutti gli altri ministeri. Questa volta non si fanno sconti, è stato il contenuto delle risposte, e dunque anche i capi degli uffici di diretta collaborazione della presidenza, dai capi di gabinetto ai capi degli uffici Legislativi, ma anche i responsabili degli Uffici del Presidente e dei settosegretari di stato con delega del presidente dovranno rinunciare al 10% della loro indennità. Non saranno soggetti però al taglio ordinario, quello del 5% e del 10%. Insomma, si taglia una sola volta, almeno questo.
Resta al palo dunque la specificità della Presidenza, che le è valsa nel tempo tante deroghe rispetto al trattamento riservato ai normali travet. L’ultima, in ordine di tempo, è relativa all’applicazione della riforma del ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta, per esempio. Per la Presidenza la riforma prevista dal decreto legislativo 150/2009 non si applica direttamente. Per valutazione, riconoscimento del merito, performance, sanzioni e digitalizzazione degli uffici si decidono limiti e modalità applicative con decreti presidenziali. Il primo decreto in arrivo riguarda la possibilità di limitare la carriera interna mettendo la metà dei posti liberi a gara. Una gara riservata agli esterni.