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 2011  gennaio 06 Giovedì calendario

QUATTRO FIGLI, DUE SUICIDI: LA MALEDIZIONE DELLO SCIÀ DI PERSIA

Aveva 44 anni. Alla sua età il padre, Mohammad Reza Pahlavi era già da dieci anni Scià di Persia. Cioè signore e padrone di una zona del mondo cruciale sotto il profilo geopolitico ed economico. Alireza Pahlavi – terzogenito dell’Imperatore deposto nel 1979 dall’Ayatollah Khomeini – si è suicidato l’altro ieri con un colpo di pistola nel suo appartamento della città più europea degli Stati Uniti: Boston. Anche la sorella Leila, dieci anni fa, all’età di 30 anni appena compiuti aveva scelto una città europea come ultima dimora: morì in un hotel di Londra per overdose di barbiturici.
L’EUROPA in particolare l’Inghilterra, del resto fu l’alleato principale e al contempo l’origine del male che costrinse loro padre, all’esilio prima negli Stati Uniti e poi al Cairo. Dove i quattro figli avuti dallo Scià dalla 3 moglie, Farah Diba, frequentarono le scuole secondarie e il liceo. Nonostante il padre con la deposizione avesse perso anche tutte le proprietà in patria, loro erano sempre i più ricchi di tutti. Nell’istituto super esclusivo dove fecero le scuole, allora (erano gli anni ‘80) erano gli unici ad arrivare, ogni mattina, in elicottero. Certo, non era solo la prova di una ricchezza ancora smisurata: c’era anche un problema di sicurezza. I fanatici sciiti non li vedevano di buon occhio in quanto figli di uno dei loro più strenui persecutori. Lo Scià, pur essendo anche un esponente religioso per diritti dinastici, non si era fatto alcuno scrupolo nel perseguitare il clero sciita. Al contempo fu complice di un colpo di Stato, compiuto dagli inglesi e dalla Cia, ai danni del primo ministro Mossadeq perchè, interpretando le istanze della popolazione, aveva nazionalizzato la società petrolifera inglese, l’Anglo Oil. Erano gli anni ‘50 e lo Scià ancora viveva con la seconda moglie Soraya, che poi ripudiò perchè non riusciva a dargli degli eredi. Fu nei primi anni ‘60 che lo Scià vide nascere il suo primogenito Reza Ciro, a cui seguì una femmina Fahranaz, quindi Alireza e per ultima Laila. Alireza aveva solo 4 anni più di Laila. Erano molto legati, anche perchè avevano rispettivamente 9 e 13 anni quando iniziarono a seguire i genitori nei luoghi dell’esilio: il Cairo inizialmente dove lo Scià visse un anno. Morì nel 1980. Il lutto per la morte del padre lo affrontarono entrambi senza avere attorno un ambiente amico, anche se dorato. Erano entrambi ancora bambini, adolescenti turbati da vicende ben più grandi di loro. Lui tuttavia riuscì a frequentare università prestigiose e a trovare conforto nel lavoro. Lei invece rimase prigioniera dell’anoressia e del vuoto lasciato da un padre amato per troppo poco tempo. Si dice che fossero profondamente depressi.
LEILA PER IL SENSO di solitudine, Alireza per il suicidio dell’amata sorella e per la situazione in cui sono costretti a vivere i giovani iraniani. Con i quali probabilmente aveva messo in atto una sorta di transfert, nonostante allo Scià della vita dei giovani iraniani non era mai importato nulla. Motivazioni plausibili ma non del tutto convincenti. Anche perchè Alireza stava per diventare padre.