Mario Cotelli, Corriere della Sera 06/01/2011, 6 gennaio 2011
MATERIALI E CRISI TECNICA, ECCO PERCHE’ GLI AZZURRI DELUDONO NELLO SCI
Per gli azzurri dello sci alpino un inizio stagione molto deludente, con risultati inferiori alle attese sia tra gli uomini che tra le donne. Unici acuti con Manuela Moelgg, due volte sul podio, e Innerhofer, terzo a Bormio e quarto in Val Gardena in discesa. La ragazza è stata premiata, l’altro giorno a Zagabria, nella prima prova, da una buona visibilità, quando invece le migliori erano state penalizzate da una nebbia fastidiosa. Innerhofer, invece, può contare su sci, Rossignol, validi sul duro, ghiacciato e curve, al pari di Zurbriggen, stessa casa, che l’hanno trasformato in velocista dopo una onesta carriera da slalomista. Attrezzi che invece Heel, il nostro miglior velocista, ha lasciato per passare a Head, sci molto validi in velocità, ma meno conducibili sul difficile, obbligando a maggiori contrazioni muscolari, quindi a maggiore acido lattico e a gambe più stanche sul finale di gara. Come è successo a Bormio dove Innerhofer e Zurbriggen sono stati nettamente i migliori sulle ostiche curve finali. Continua a deludere Fill, un onesto comprimario che non regge le alte velocità. Bene sino ai 90 chilometri l’ora. Oltre solleva il piede dall’acceleratore. Negativi i gigantisti, un gruppo di monospecialisti over trenta, alla ricerca dell’acuto che non viene. Quattro gare, un solo podio, Blardone, sull’anomala pista di Val d’Isère. Flop in Val Badia, la pista di casa. Forse perché quest’anno gli azzurri non hanno potuto allenarsi, sulla Gran Risa, prima della gara? L’americano Ligety stradomina il campo senza innovazioni degne di nota. Scia come sciano e hanno sempre sciato i campioni: basso-alto, azione dinamica, indipendenza di gambe, reattività, rapido passaggio da uno sci all’altro. Niente di nuovo. Sono gli azzurri che si sono involuti. Rigidi, poco movimento, azione contratta in trattenuta, perdita di dislivello in slittamento, desuetudine alla velocità in quanto, a differenza degli avversari, gli italiani non fanno superG e discesa. Un sistema tecnico che può dare risultati solo su tracciati ripidi e angolati. Con quelle caratteristiche è rimasto solo Adelboden, sabato. Una nota positiva, Razzoli. Ha sempre inforcato, non ha ancora fatto risultato, ma scia meglio dello scorso anno. Situazione globalmente mediocre nel settore femminile mondiale. Bisogna essere «ammalati» di sci per non cambiare canale davanti a uno spettacolo, a parte due o tre ragazze, di basso spessore tecnico. Anche senza concorrenza valida, le nostre azzurre continuano a deludere. Non è bastato il cambio del direttore tecnico, Ravetto, che oggi gestisce sia gli uomini sia le donne. D’altro canto, anche un caporeparto di Mirafiori, per quanto bravo, è difficile che possa sostituire Marchionne.
Mario Cotelli