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 2011  gennaio 06 Giovedì calendario

TELEVOTO PER LE PROPOSTE DI LEGGE IL GOVERNO INGLESE COME X FACTOR

Il governo si prepara a imitare X Factor? Così un titolo del Guardian introduce — con sottile ironia— una riforma che potrebbe essere presto discussa dal Parlamento britannico. Non è una novità assoluta, visto che il governo Blair aveva già avviato un esperimento analogo, ma la coalizione di centrodestra vorrebbe spingersi oltre. L’idea è questa: le petizioni che i cittadini faranno pervenire al sito Direct. gov. uk verranno valutate in base alla quantità di voti ottenuti, e le più popolari diventeranno disegni di legge. In un momento in cui le imbarazzanti rivelazioni di Wikileaks contribuiscono ad accrescere ulteriormente — se possibile — i già preoccupanti livelli di distacco, disinteresse e sfiducia della gente nei confronti della classe e delle istituzioni politiche, il senso dell’iniziativa è chiaro: stimolare la partecipazione, restituendo ai cittadini la sensazione che il loro parere «pesa» , al punto da determinare l’agenda dei lavori parlamentari e la stessa attività legislativa. Il guaio, sottolinea il Guardian, è che in questo modo si rischia — come ha imparato a proprie spese l’amministrazione Obama dopo avere attivato canali di open government — di offrire un megafono ai sentimenti «politicamente scorretti» che si agitano nella pancia del Paese: e se piovessero le richieste di uscire dall’Unione europea, limitare i diritti civili delle minoranze, reintrodurre la condanna a morte, o, sul fronte opposto, di tassare i ricchi o legalizzare le droghe leggere? Rispondendo a questi dubbi, alcuni esponenti della maggioranza hanno precisato che il governo non si impegna a convertire automaticamente qualsiasi proposta — purché superi certi livelli di popolarità — in legge, ma promette in ogni caso di discuterne in Parlamento, anche solo per motivarne l’impraticabilità. Il fatto che la politica sia costretta, nell’atto stesso di aprire nuove strade, a mettere le mani avanti avvertendo che queste saranno aperte ma non troppo, è l’ennesima conferma della sua difficoltà ad amministrare la sfera pubblica nell’era dei nuovi media, difficoltà che la induce a oscillare continuamente fra demagogia populista e strette verticistiche.
Carlo Formenti