Alessandra Farkas, Corriere della Sera 06/01/2011, 6 gennaio 2011
PER I REPUBBLICANI IL GIORNO DELLA RISCOSSA — È
ufficialmente iniziata la nuova era del Congresso Usa. Ieri il 61enne repubblicano John Boehner si è insediato come 61 ° presidente della Camera dei rappresentanti Usa, prendendo il posto della democratica californiana Nancy Pelosi che dopo la sconfitta alle elezioni di medio termine è stata costretta a passare lo scettro, assumendo il ruolo di leader della neominoranza democratica. Il cambio della guardia è soprattutto simbolico, visto che Casa Bianca e Senato rimangono più o meno saldamente in mano democratica. Forse proprio questa consapevolezza ha ispirato il discorso d’inaugurazione di Boehner, definito dal New York Times «una dichiarazione di guerra» all’amministrazione Obama da parte dei repubblicani. Decisi a ridurre le spese federali con tagli al settore pubblico per raddrizzare l’astronomico deficit che, come nota l’Huffington Post, è stato causato proprio dalle guerre iniziate dall’amministrazione repubblicana di George W. Bush. «Vogliamo restituire il governo al popolo, con trasparenza, responsabilità e rendendo conto delle nostre azioni» , ha esordito il Congressman dell’Ohio, eletto con 241 voti a favore su un totale di 432 votanti (alla Pelosi ne sono andati solo 173). Boehner ha detto di voler portare avanti l’agenda repubblicana, ma allo stesso tempo si è impegnato a «restaurare e rispettare il diritto della minoranza a un dibattito aperto ed equo» . Dopo essersi appellato più volte alla Costituzione americana, Boehner ha reiterato le critiche dei repubblicani per come la Pelosi e la maggioranza. democratica hanno governato alla Camera negli ultimi quattro anni. «Negli ultimi anni, il popolo americano non è stato servito bene» , ha detto. «Da oggi apriamo un nuovo capitolo, consapevoli degli errori del passato» . Dopo aver già promesso battaglia alla riforma sanitaria la cui proposta di abrogazione sarà votata alla Camera il 12 gennaio, Boehner ha puntato il dito sulla spesa pubblica annunciando di volerla riportare ai livelli del 2008. Ma la minaccia dei repubblicani sulla sanità appare più simbolica che altro, visto che il loro partito non ha i numeri per abrogarla al Senato dove peraltro la supremazia dei democratici si è notevolmente ridotta, passando da 60 a 53 seggi. Sui siti dei maggiori quotidiani americani l’inaugurazione è stata descritta come «l’inizio dell’era dell’ingorgo legislativo» che, secondo gli analisti, caratterizzerà gli ultimi due anni della presidenza Obama, rendendo impossibile il varo di qualsiasi decreto di legge. Persino i repubblicani prendono atto della difficoltà di governare in un’America dove i due rami del Congresso sono in mano ai due partiti in guerra tra loro. In un’intervista alla Msnbc, il giornalista del Watergate Bob Woodward ha ridimensionato l’importanza dell’inaugurazione di Boehner, rispetto a quella «ben più importante e simbolica di Obama, quando Washington fu invasa da folle di americani entusiasti accorsi da tutto il Paese» . Il presidente intanto ha dato il via ad una riorganizzazione del suo staff per affrontare le nuove sfide. Il portavoce Robert Gibbs lascia l’incarico per lavorare come consulente della campagna per la rielezione di Obama nel 2012. E la Casa Bianca annuncerà nei prossimi giorni i nuovi membri della squadra economica.
Alessandra Farkas