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 2011  gennaio 07 Venerdì calendario

PERCHE’ COLPISCE ANCORA. I SINTOMI E COME SI TRASMETTE

Abbiamo chiesto a due esperti, Maurizio Pocchiari (responsabile del registro nazionale sulla Creutzfeldt Jakob) e Maria Caramelli (responsabile centro nazionale per la Bse) di fare il punto sul cosiddetto morbo della mucca pazza.
1Come si spiega questo secondo caso italiano di variante umana di Creutzfeldt-Jakob a distanza di circa 10 anni dal primo caso?
Il tempo di incubazione della malattia è molto lungo, parliamo di anni o addirittura di decenni. L’effetto delle misure di controllo adottate per limitare la diffusione tra i bovini e soprattutto quella da uomo a uomo non è stato immediato. Questo secondo caso italiano riguarda un’infezione probabilmente di origine alimentare che è avvenuta prima delle contromisure prese dal nostro governo e nel resto d’Europa.
2 Dobbiamo aspettarci altri casi?
Piu passano gli anni, meno c’è la probabilità che si verifichino altre morti ma non è escluso. Nei Paesi a rischio l’infezione nell’uomo è drasticamente calata. L’Italia si è liberata dall’incubo però qualche altro caso può capitare. L’ultimo descritto nel mondo riguarda Taiwan.
3Quali sono i sintomi della malattia?
Episodi di degenerazione neurologica e psichiatrica sono i principali sintomi della malattia. In pratica ci sono problemi per il controllo dei movimenti del corpo e con il passare del tempo aumentano i deficit neuro-motori. In alcuni casi si registrano anche difficoltà nel parlare.
4Che cosa è stato accertato sulle vie di trasmissione della variante umana?
La variante si può trasmettere anche attraverso trasfusioni di sangue. Finora gli unici casi di trasmissione di questo tipo si sono verificati in Gran Bretagna. La via di trasmissione attraverso il consumo di carni infette è, invece, stata provata senza ombra di dubbio. In realtà il rischio era limitato a cibi che contengono tessuti del sistema nervoso ad esempio tutto ciò che viene preparato tritando i resti della carcassa.
5Possiamo mangiare tranquillamente la carne di vitello?
La carne nei Paesi dove sono effettuati controlli e sorveglianza non costituisce più un veicolo di infezione. A maggior ragione va ritenuta sicura la carne del muscolo, se proviene da Paesi sicuri. Fettine di vitello, bistecche e anche la carne tritata. I controlli vengono fatti su animale da vivo e da morto, dunque deve essere ben chiaro che qualsiasi tipo di carne non è pericolosa e in Italia non esistono infatti più allarmi.
6Sono state in questi anni messe a punto terapie per la variante umana della Bse?
Sono stati fatti trial clinici su farmaci ma si sono rivelati fallimentari. In Gran Bretagna si sta provando una terapia con l’infusione nel cervello di un composto di sintesi che nelle forme sperimentali funziona. Ma sull’uomo i risultati sono deludenti.
7Come mai si parla tanto di variante e sono sottaciuti i casi Creutzfeldt Jakob nelle altre forme quelle sporadiche e genetiche?
Queste forme non sono legate al consumo di carne, non si trasmettono con trasfusioni, ci sono sempre state e sono piu gravi: circa 100 casi l’anno in Italia. Non bisogna fare confusione.
8In Italia la Bse esiste ancora?
Possiamo considerarla molto vicina a eradicazione a dieci anni dal primo caso italiano che risale al 13 gennaio 2001. Anche recentemente l’Oie, vale a dire l’equivalente dell’Organizzazione mondiale della Sanità in campo veterinario, ha dichiarato l’Italia il Paese dal livello massimo di sorveglianza ormai da tre anni.
9 Sono sempre in atto controlli sui bovini?
Sì, i test vengono effettuati su tutti gli animali destinati alla tavola che abbiano oltre 48 mesi di età, vale a dire di età adulta. Gli animali giovani sono estranei al rischio. Permangono molti divieti sull’uso di farine per l’alimentazione animale che sono stata l’origine della malattia perché in certi casi prodotte con la triturazione di carcasse infette.
Margherita De Bac