Alessandra Farkas, Corriere della Sera 07/01/2011, 7 gennaio 2011
VENDETTA POSTUMA DI LIZ EDWARDS. IL MARITO TRADITORE «DISEREDATO» —
La vendetta è un piatto che va servito freddo. Deve averlo pensato Elizabeth Anania Edwards, la moglie italo-americana dell’ex candidato alle primarie democratiche per la Casa Bianca John Edwards, quando, con un gesto drammatico, degno della miglior lirica verdiana, ha deciso di tagliar fuori dal suo testamento il marito fedifrago. Nel documento firmato il primo dicembre scorso, sei giorni prima della sua morte per un tumore al seno, la Edwards lascia tutta la sua eredità — del valore di svariati milioni di dollari — ai tre figli. La più grande dei quali— la 28enne Cate — è nominata anche esecutrice testamentaria e tutrice dei fratellini Emma Claire e Jack, di 12 e 10 anni. Qualora Cate dovesse venire a mancare, la Edwards assegna il duplice ruolo all’amica del cuore Barbara Weyher. Del marito, che la tradì per anni con la giovane collaboratrice Rielle Hunter, madre di una «bimba segreta» , Frances Quinn, da lui riconosciuta solo di recente, neppure l’ombra. «Lascio ai miei figli tutti i miei arredi, gioielli, ceramiche, argenteria e automobili» , recita l’articolo IV del testamento. Che al punto VI recita: «Nessuno potrà interferire sull’operato del mio esecutore testamentario » . Nel fondo del cuore, Elizabeth, la liberal cattolica adorata dalla sinistra americana, non ha mai perdonato il marito che l’aveva tradita due volte: andando a letto con un’altra e poi mentendo spudoratamente per coprire quella relazione. «Prima di morire ha messo a punto una vendetta in tre fasi contro l’uomo che l’ha distrutta» , rivela l’entourage della coppia al tabloid National Enquirer, il primo a rendere pubblico l’adulterio, nell’ottobre 2007. Dopo essersi rifiutata di concedergli il perdono da lui implorato nel loro ultimo incontro, Elizabeth ha chiesto e ottenuto che il marito fosse escluso dalla lista di oratori che hanno preso la parola al suo funerale. Il testamento è solo l’ultimo atto di una vendetta che l’avrebbe consumata fino alla morte, forse accelerandola. Dopo innumerevoli dinieghi, lui si era deciso ad ammettere ciò che l’America sapeva ormai da anni solo nel gennaio 2010, a un mese dal secondo compleanno di Frances Quinn e a due settimane dall’uscita di The Politician, del suo ex assistente Andrew Young. Proprio da quel bestseller Elizabeth aveva appreso, come il resto del Paese, i dettagli più scabrosi sulla love story tra l’ex senatore del Nord Carolina e la Hunter, che nel romanzo «Tanto per cambiare» (Bompiani) di Jay McInerney— uno dei suoi infiniti fidanzati— ispirò il personaggio di Alison Poole, «la cocainomane sessualmente vorace» che compare anche in «American Psycho» e «Glamorama» di Bret Easton Ellis. I due si erano incontrati nel 2006 in un bar di New York. Tra un whisky e una vodka, lei si era offerta di realizzare alcuni video promozionali sul dietro le quinte della nascente campagna presidenziale di Edwards. Quando la loro bimba nasce, è Andrew Young, dietro ordine del capo, a reclamarne la paternità, nonostante sul certificato di nascita la voce «padre» rimanga vuota. In piena campagna elettorale Edwards era schizzato nei sondaggi quando aveva rivelato tra le lacrime all’America che «mia moglie è affetta da un tumore terminale che la ucciderà» . Ma nel privato dell’alcova, aveva già promesso alla sempre più irrequieta amante che l’avrebbe sposata «subito dopo la morte di Elizabeth, in una grande cerimonia sui tetti di New York, con la Dave Matthews Band dal vivo» .
Alessandra Farkas