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 2011  gennaio 07 Venerdì calendario

IL GENERALE CHE PARLA COI PACIFISTI NON PIACE AL MACHO IGNAZIO


Dietro lo scontro tra il ministro della Difesa Ignazio La Russa e i militari c’è una vecchia ruggine.
Con il generale Vincenzo Camporini, Capo di stato maggiore della Difesa fino al 17 gennaio 2011 quando arriverà il turno di Biagio Abrate.
Per Camporini, nominato nel novembre 2007 ed entrato in carica nel febbraio 2008, si trattava della seconda proroga dopo quella stabilita nel gennaio 2010. Proroghe, è bene dirlo, dovute non a una simpatia particolare nei suoi confronti ma al difficile Cencelli interno alle Forze armate, che prevede una rotazione tra le tre armi (aviazione, esercito, marina) e questioni di anagrafe e carriera. Forse, se fosse stato per Ignazio La Russa, Camporini sarebbe già a casa. Non corre buon sangue tra i due e in ogni caserma la cosa è nota.
A Camporini, come in genere ai soldati italiani, gli atteggiamenti muscolari di La Russa non sono mai piaciuti. Né eran gradite, benché possa apparire strano, le passeggiate in mimetica del ministro. Tanto meno le sue sparate come quella, uscita dalla bocca del ministro in novembre, che prefigurava l’idea di armare i caccia italiani in Afghanistan con le bombe: consigliando un pugno più duro a un esercito che ha fatto dell’approccio soft la sua arma migliore per evitare vittime sia tra i civili dei paesi occupati sia tra i propri soldati. Ai militari semmai veniva da chiedersi perché il governo Berlusconi avesse tagliati i fondi alla Difesa o perché si tardasse tanto a dotare le truppe impegnate nei teatri difficili di mezzi adeguati per migliorare la sicurezza dei soldati.
In più di un’occasione, dicono nei corridoi, Camporini ha fatto presente al ministro i suoi consigli a cui la Russa dava retta poco volentieri. Come avere simpatia del resto per un uomo che, in un recente libro-intervista (”Due pacifisti e un generale” uscito per Ediesse) parla di un’Italia figlia della cultura cristiana e socialista? E che, nello stesso libro, alla domanda sul ruolo che deve avere un ministro della Difesa, suggerisce che sia l’anello di congiunzione tra il Palazzo e la caserma, tra la politica e i soldati. Ma proprio quel libro, una sorta di “testamento politico” ma anche la prima volta che un militare di rango dice la sua su guerra, politica, rapporti col Palazzo, vita e morte, errori e sfide, fu l’ennesimo scontro. Quando la Difesa seppe dell’iniziativa sconsigliò. Camporini tirò dritto.
Roboante l’uno quanto schivo l’altro, fuori dalle righe il primo quanto cauto il secondo, La Russa e Camporini sembrano incarnare due visioni del mondo (militare) all’opposto. La Russa ci vede il mezzo per far roteare la spada della propaganda patria e, in ultima analisi, governativa. Camporini un mezzo al servizio della politica ma che spesso la politica utilizza quando non sa che fare.
Se La Russa avesse in mente Camporini mentre parlava di Miotto si può solo intuire o ipotizzare. E peraltro il generale sta per lasciare. Ma quel che è sembrato a molti uno sfogo proprio contro il vecchio pilota che, sei mesi fa, ebbe il coraggio di affrontare, nella sede di Libera un’agguerrita assemblea di pacifisti (anche allora la Difesa storse il naso), è sembrato anche un altolà a Biagio Abrate, l’uomo che di Camporini deve prendere il posto.
Nato a Como il 21 giugno 1946, arruolato in Accademia Aeronautica nel 1965, Camporini ha una Laurea in Scienze Aeronautiche dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, ma nel 2004 si è laureato anche in Scienze Internazionali e Diplomatiche a Trieste e, dopo il brevetto di pilota militare ha prestato servizio per molti anni come pilota F-104 RECCE presso il 3° Stormo di Villafranca. La sua esperienza all’estero è con la Nato, quella che lui ritiene la sua marcia in più. Cosi frequenta il corso Nato Defense College nel 1977 per poi venir assegnato allo Stato Maggiore Aeronautica dove, dal 1983 al 1985, è stato Aiutante di Volo del Capo di Stato Maggiore. Nel 1988 ha assunto il comando del Reparto Sperimentale Volo di Pratica di Mare e in seguito viene promosso Generale di Divisione Aerea. Dall’aprile 2001 a febbraio 2004 è Sottocapo di stato maggiore della Difesa per diventare poi Presidente del Centro Alti Studi della Difesa (marzo 2004), incarico ricoperto fino a settembre 2006. Poi il salto (20 settembre 2006) a Capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare. Nel 2008 diventa il nuovo Capo di stato maggiore della Difesa. Dicono di lui che abbia avuto un’ottima relazione con Parisi, quando era lui al ministero della Difesa. Che La Russa invece non abbia mai riscosso le sue simpatie.