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 2011  gennaio 05 Mercoledì calendario

ROMA - La data è decisa: il referendum sull’accordo per lo stabilimento di Mirafiori si terrà il 13 e 14 gennaio

ROMA - La data è decisa: il referendum sull’accordo per lo stabilimento di Mirafiori si terrà il 13 e 14 gennaio. I primi a votare sull’accordo raggiunto il 23 dicembre, non firmato dalla Fiom, saranno i lavoratori del turno di notte di giovedì 13, che comincia alle 22 e si chiude alle 6.00 di venerdì. Poi sarà la volta dei lavoratori del primo, dalle 6.00 alle 14.00, e del secondo, dalle 14.00 alle 22.00, di venerdì. Con tutta probabilità le urne si chiuderanno comunque prima delle 22 di venerdì e i risultati dovrebbero arrivare già in tarda serata. Nello stabilimento di Mirafiori sono occupate oltre 5.000 persone e in quella settimana dovrebbero essere tutte al lavoro: non è prevista infatti cassa integrazione. E’ il "referendum della paura", attacca Giorgio Airaudo, responsabile del settore auto della Fiom. E aggiunge: "La Fiat ha chiaramente premuto per anticipare il referendum. Dispiace che i sindacati che hanno firmato l’accordo abbiano ceduto a questa pressione. Non verranno fatte le assemblee per informare i lavoratori e il referendum sarà tra il 13 e il 14, come se si avesse fretta". Secondo Airaudo, "è grave perché si vuol far votare i lavoratori non informandoli, ma solo sulla loro paura". Lo trovo illegittimo, aggiunge, perché, al di là degli annunci propagandistici, "io non credo alla chiusura di Mirafiori". La Fiom però non chiederà ai lavoratori di disertare le urne, "per evitare l’istinto vendicativo della ’vecchia Fiat" e perché - ha detto Airaudo - non bisogna perdere lo strumento democratico". L’invito al dialogo costruttivo rivolto ieri dal presidente Giorgio Napolitano, in merito alla vicenda Fiat, è un appello che la Fiom fa da tempo, ribadisce il segretario generale Maurizio Landini, a margine di un attivo del sindacato a Napoli. "Bisognerebbe riaprire una trattativa vera perché è quello che non c’è stato, lo dimostra - ha detto - anche l’ultima posizione assunta da Marchionne. Da questo punto di vista, l’appello che arriva da chi è non solo il capo dello Stato ma anche da una persona che in questi anni ha dimostrato di avere molto a cuore i problemi della difesa e della applicazione della nostra costituzione merita ascolto". Da Giuseppe Farina, segretario generale di Fim Cisl, arriva un invito alla Fiom: "Tenga conto del risultato del referendum - dice Farina - , e in caso di affermazione dei sì, sottoscriva l’intesa; esattamente come farà la Fim che nel caso contrario ritirerà la firma dall’accordo, in quanto il referendum è uno strumento democratico decisionale e le scelte della maggioranza vincolano anche la minoranza". Fiom, per bocca di Maurizio Landini, continua invece a escludere ogni possibilità di firma anche tecnica e a ritenere il referendum illegittimo e fondato sul ricatto "vota sì o perdi il lavoro". La conta teorica dei voti - Se ogni operaio di Mirafiori seguirà l’indicazione di voto del proprio sindacato, venerdì prossimo i "sì" al referendum dovrebbero raggiungere il 70%, la percentuale ottenuta alle ultime elezioni per le Rsu dalle sigle che hanno firmato l’accordo con Marchionne: la Fim ebbe il 25,5% dei voti (1.093 schede su 4.992 votanti e 12 Rsu) la Uilm il 13,1% (6 delegati), l’Ugl il 13,1% (ma 5 delegati) e la Fismic il 19,1% (9 delegati). I sindacati contrari all’accordo, invece, ottennero il 29,2% dei consensi: Fiom il 22,2% (8 delegati) e Cobas il 7% (2 delegati). L’esperienza di Pomigliano, però, insegna che nel segreto dell’urna gli operai decidono spesso svincolati dal legame di appartenenza col proprio sindacato. Le certezze del fronte del sì - I dubbi sull’esito non sfiorano il fronte del sì. I sindacati firmatari dell’accordo si attendono una partecipazione al voto di circa il 95% delle tute blu delle carrozzerie e una percentuale di sì dell’80%. La previsione è stata fatta oggi a Torino nel corso di una conferenza stampa di Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione capi e quadri. In polemica con la Fiom, il segretario della Uilm torinese, Maurizio Peverati, ha invitato il sindacato dei metalmeccanici Cgil a "fare un referendum abrogativo contro l’accordo "che abbiamo firmato". Le stesse organizzazioni sindacali chiedono al sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, di fare da garante della consultazione con la propria presenza allo scrutinio: "Serve - hanno detto i rappresentanti delle varie sigle - un garante autorevole per evitare che qualcuno parli di brogli elettorali". Cofferati: In piazza con la Fiom. La proposta della Camusso di firma tecnica all’accordo per il rilancio Mirafiori è resa impossibile da "un articolo dello statuto della Cgil ripreso poi dallo stesso statuto della Fiom: vieta esplicitamente all’organizzazione di presentare piattaforme o di firmare accordi lesivi dei diritti delle persone, i diritti sanciti dal contratto e dalla legge". E’ netto il giudizio di Sergio Cofferati, ex segretario generale della Cgil e attuale eurodeputato del Pd, che sentito da ’MicroMega’ rimanda boccia la proposta della Camusso e annuncia il suo sostegno allo sciopero del 28 gennaio della Fiom. E si fa sentire anche l’Associazione nazionale partigiani che chiede "condizioni di lavoro rispettose della dignità personale e delle esigenze materiali dell’individuo, libera rappresentanza sindacale". Principi che "devono guidare l’agire di coloro che in questi giorni hanno la responsabilità di decidere il futuro di migliaia di lavoratori: governo, Fiat, forze sindacali. Ogni passo che tenda a sovvertirli rischia di sovvertire lo stesso impianto democratico del Paese, che ad oggi ha sempre garantito stabilità e civile convivenza". (05 gennaio 2011)