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 2011  gennaio 05 Mercoledì calendario

IL VUOTO OLTRE LA PANDA, IL CATALOGO PIANGE

Salvati da una Panda. Il colosso Fiat, che per lasciare Torino alla caccia dei grandi mercati globali si è sdoppiato in Borsa eccitando gli analisti di tutto il mondo, per rimanere in pista sulle strade di casa deve ancora aggrapparsi alla sue creature più umili e servizievoli, le care vecchie utilitarie. Nel durissimo bilancio 2010 (perso il 16 per cento delle immatricolazioni, il 25 solo nel mese di dicembre) la conferma è questa: i vecchi modelli hanno salvato il salvabile, l’unica novità (Giulietta) è stata salutata come una boccata d’ossigeno mentre la grande attesa è sui modelli 2011 già firmati Chrysler. Ma per ora l’America è lontana, e la gamma esposta nelle concessionarie tricolori è tra le meno assortite della storia Fiat.
Aggrappati
alla cara utilitaria
LE CLASSIFICHE parlano chiaro, le auto più vendute in Italia nel 2010 sono state Punto e Panda: circa 200mila pezzi tra i vari modelli Punto (che tiene bene anche nel settore diesel) e 160mila per Panda. Molto più contenuto il successo dell’auto con cui si è tentato il rilancio d’immagine della casa, la mitica 500: meno di 70mila pezzi piazzati,abbastanzaperòdatenerea bada quasi tutte le colleghe più scattanti (come C3 Citroen, Opel Corsa, Golf Wolksvagen, Renault Clio). Anche Lancia Ypsilon è riuscita a entrare - buona nona - nella top ten di vendita 2010, a dimostrazione che il gruppo di Mirafiori non ha ancora tradito la sua vocazione sulle utilitarie e vive di rendita storica. Ma c’è già all’orizzonte unproblemadinomeUp,lapiccolina della Wolkswagen, una novità assoluta. Che darà molto filodatorcereperchéoffrecomfort e sicurezza, oltre al prezzo competitivo.
Se nel micro le cose girano a rilento , i problemi seri sono su tutta la fascia medio alta, dai monovolume familiari alle berline di casa Lancia. “L’impresa più rischiosa per Marchionne è proprio questa - spiega Guido Costantini, direttorediAlVolante.it -, ovvero proporre agli italiani i macchinoni Chrysler ma con il marchio Lancia. Certo saranno adeguati lo styling e i dettagli, ma fondamentalmente il grande monovolume Dodge Journey dovrà essere tradotto in quello che era l’Ulisse o la Croma. Che effetto farà al consumatore italiano? Difficile saperlo ora, ed è proprio questo il cuore di tutta l’operazione: se funziona vuol dire che Marchionne ha fatto centro, sennò no”. Le linee Usa dovranno cioè produrre le auto più carrozzate da vendere nella vecchia Europa, mentre le stilo-se utilitarie della tradizione Fiat andranno alla conquista del West - cercando nel frattempo di non perdere terreno dentro al fortino di casa propria.
E il problema dell’identità c’entra eccome nel valutare un 2010 in picchiata e un 2011 da rincorrere col fiatone. Mauro Tedeschini, esperto del settore, fa un parallelo storico: "Quando Nissan e Renault si misero insieme, successe quel che sta accadendo in questi giorni. Grandissimo impegno sul fronte finanziario, piani industriali, clamore mediatico, problemi sindacali, anche molto entusiasmo e voglia di cambiamento. Ma fu commesso un errore madornale: si perse completamente di vista la tradizione Renault, il gusto, le esigenze specifiche di quel mercatoeuscironomodellideltutto inadatti alla clientela. Fu un bagno di sangue. Bisogna assolutamenteevitaredifarelostessoerrore adesso”. Anche perché sono i numeri a dire che quando si lavora italiano i risultati arrivano anche dall’estero: Giulietta, unico prodotto nuovo del 2010 per il gruppo, ha segnato una piccola ma preziosa diversità aumentando significativamente le vendite negli ultimi mesi e ampliando la propria quota di mercato (dall’1,95 al 2,93 per cento, con ottime prestazioni anche in Europa). Idem per la Ferrari, che nell’annus horribilis dell’economia planetaria ha sfornato 682 bolidi contro i 616 del 2009. Tornare a discutere di motoriemodelli,anteecruscotti, potrebbe essere salutare.
La lunga marcia di Marchionne dall’insediamento a oggi ha puntato strategicamente a una dilatazione dei tempi: prima per capire se il partner giusto poteva essere Opel o Chrysler, poi perché,mettendoabilanciofortiinvestimenti,sisarebbelanciata male la doppia quotazione che sta ora riempiendo di benzinaimotoriFiat.Lebruscheiniziative su Pomigliano e Mirafiori sono stati solo gli ultimi assestamenti locali prima di partire a razzo con le nuove produzioni (vedi Panda a Pomigliano o monovolume L0 in Serbia).
Speculazione
e qualità
“IN REALTÀ la qualità specifica delle auto in questo momento non è un dato determinante sui mercati finanziari - confida un analista che segue quotidianamente il titolo -. Contano molto le prospettive di fusione con Chrysler, la quota che il gruppo potrà occupare: c’è un’attività ancora molto speculativa. Specie su Fiat auto, le cui performance vengono valutate con grande variabilità, mentre Fiat Industrial è meno interessante proprio perché gli asset sono definiti”. Insomma per ora sigiocapiùsugliequilibridiBorsachesulprototiporivoluzionario, ma entro l’anno la prova su strada sarà inevitabile: usciranno la nuova Lancia Ypsilon (che passa da 3 a 5 porte), due monovolume e la nuova Panda. Sperando non sia ancora lei, la piccola di casa, a dover tirare la carretta. È sempre la regina europea del segmento A, quello basic, mentre a novembre la Punto Evo è tristemente uscita dallaclassificadelleprime10autovenduteinEuropa.Nessunaè italiana.