Rita Sala, Il Messaggero 4/1/2011, 4 gennaio 2011
«I MIEI 90 ANNI DA VERA REGINA»
SELEZIONAXX
«Dalla vita ho avuto tutto. Grandi maestri, successo, una famiglia. Il denaro? Poco. Ma i soldi non contano. Il destino mi ha davvero trattata da Regina».
E’ nata nel Salento, a Lecce, il 1° gennaio del 1921, da genitori di ascendenza francese («Una mia antenata recitava a Parigi, alla Comédie Française. I miei, artisti tutti e due, mi hanno portato in scena quando avevo otto giorni»). Napoli l’ha “imparata” presto, fin dai 16 anni, lavorando nella compagnia di Raffaele Viviani. E ce l’ha scritta in faccia, la città del Vesuvio, con la sofferenza, l’allegria, la luce, la tenebra, il mare.
Un volto, quello di Regina Bianchi, gloriosa novantenne, da palazzo e da ”basso”, da processione e da processo. In corpo, il piglio teatrale dei partenopei, di per sé furentissimo, che diventa inattaccabile se forgiato da molta esperienza e da grandi riferimenti. Signora della scena, è un’attrice nata nei camerini, nutrita direttamente dal mestiere, resa interprete a tutto tondo dal rapporto costante con i capocomici, i colleghi, gli impresari.
Nel 1940 entrò a far parte della compagnia di Eduardo e Peppino De Filippo, quindi, dopo gli screzi e le separazioni che divisero il clan, fu a fianco del solo Peppino. A un certo punto mise su famiglia (ha dato due figlie a Goffredo Alessandrini) e rimase quattordici anni assente dalle scene. Poi Eduardo la volle di nuovo con sé, in titoli memorabili, dopo il ritiro e la scomparsa di Titina. Eduardo amatissimo, Eduardo croce e delizia. Dice di lui Regina: «Attraverso la sua arte ci ha insegnato ad avere sempre tre cose: un po’ di filosofia, un po’ di buon senso, molta umanità».
Superata una grave malattia, che la tenne immobilizzata per molti mesi, ha ricominciato più e meglio di prima, sessantottenne, nel 1989. Televisione, cinema, teatro, premi. E’ testimone di una delle prerogative fondamentali della sua terra: il connubio fra realtà quotidiana e realtà teatrale. «Una sera - ricorda - era una ”prima” di Filumena Marturano, Eduardo disse la battuta Filumé, vieni, vieni a vedé che bellu tramonto... Io mi misi a piangere sul serio. E lui non mi interruppe, perchè sentiva che il pubblico stava col fiato sospeso e piangeva con me».
Con Eduardo ha interpretato, sulla scena e per la televisione, Ditegli sempre di sì, Napoli milionaria, Questi fantasmi, Sabato, domenica e lunedì, Il sindaco del Rione Sanità, seguendo il capocomico in tante tournées, famosa quella a Mosca, dove alla compagnia italiana fu tributata un’accoglienza calorosissima.
Non basta. Regina ha recitato con la regia di Squarzina, Salveti, Guicciardini, Rigillo, Zeffirelli, Monicelli, Glejeses, Scaparro. E’ stata Letizia Bonaparte nello sceneggiato tv I grandi camaleonti di Federico Zardi, recentemente diffuso in dvd a cura di Rai Trade, e la popolana indimenticabile delle Quattro giornate di Napoli di Nanny Loy (con il regista sardo ha girato anche Un giorno da leoni). Ha lavorato sul set con Vittorio De Sica, Elio Petri, Eriprando Visconti, Franco Zeffirelli, i fratelli Taviani, Jacques Deray (assieme ad Alain Delon). Nel 1994 ha partecipato a Il giudice ragazzino di Alessandro di Robilant (con lui, anche Vite blindate) e per la sua prestazione in questo film fu candidata al David di Donatello. Nel 2002 ha partecipato alla popolarissima fiction tv Elisa di Rivombrosa, per la regia di Cinzia Th Torrini.
Festeggiando il compleanno, Regina non cambia carattere. Nove decenni di successi e un’intatta umiltà: «Devo tutto ai registi, che hanno saputo insegnarmi il lavoro e trarre il meglio da me». Non trova riscontro del suo ideale d’arte negli spettacoli che si propongono oggi al pubblico: «La gente non “cresce” perché riceve per lo più stimoli scadenti». Raccomanda ai produttori, pubblici e privati, di cercare artisti di valore e di imporli, là dove invece «E’ ormai il costume consolidato» proliferano presenze promosse dalla tv o dal gossip. Quanto mai giusta la frase del Kaos dei Taviani ripresa in questi giorni per definirla, come persona e come attrice. Lei la pronuncia nel film interpretando la Madre: Impara a guardare le cose anche con gli occhi di quelli che non le vedono più... Ne proverai dolore certo, ma quel dolore te le renderà più sacre e più belle. Forse è solo per dirti questo che ti ho fatto venire sin qua...