Il Riformista 4/1/2011, 4 gennaio 2011
2011 - Mostre da non mancare - Gabriel Orozco Tate Modern Londra 19 gennaio - 25 aprile L’anno si apre con la grande retrospettiva dello Zorro dell’arte contemporanea il messicano Gabriel Orozco
2011 - Mostre da non mancare - Gabriel Orozco Tate Modern Londra 19 gennaio - 25 aprile L’anno si apre con la grande retrospettiva dello Zorro dell’arte contemporanea il messicano Gabriel Orozco. La mostra arriva alla sua ultima tappa alla Tate Modern di Londra dopo un triste inizio al Museo di Arte Moderna di New York, un miglior passaggio al Kunstmuseum di Basileae un pit stop al Centro Pompidou di Parigi. Orozco è stato un mito degli anni Novanta. Per un decennio è stato l’erede indiscusso dell’Arte Povera versione latino americana. Il suo capolavoro, il suo David, è la scatola da scarpe vuota abbandonata nello spazio del museo. Un gesto che lo mette di diritto nella Trinità della genesi di tutta l’arte contemporanea dove gli altri due protagonisti sono Marcel Duchamp con il famoso orinatoio e Piero Manzoni con la merda d’artista. Gabriel Orozco però raggiunta la vetta della storia dell’arte si è appisolato e oggi la sua arte e quindi la mostra hanno accumulato un ditino di polvere più che la patina che nobilita i capolavori. Detto questo rimane una figura imprescindibile del nostro tempo e la mostra è tutta da visitare e da giocare. George Condo The New Museum New York 26 Gennaio - 8 Maggio Mescolando surrealismo e grottesco e trovando le sue fonti nella cultura popolare e nella letteratura alta George Condo è uno dei pittori più maturi e interessanti del momento. Bulimico produttore di quadri, la sua carriera inizia negli anni Ottanta, attraversando alterne fortune senza mai smettere d’interessare. Questa prima grande retrospettiva, che in seguito andrà a Londra alla Hayward Gallery, è un omaggio meritato e ritardato. A metà fra il fumetto e la caricatura, il linguaggio artistico di Condo è inconfondibile. Può anche fare schifo, ma fa sempre divertire, come facevano Daumier, Fragonard o Hogarth ai loro tempi, pittori di costume e scostumati, testimoni unici delle assurdità del proprio mondo. Ed è in questa grande tradizione che George Condo trova il suo posto a sedere. Laurie Anderson, Trisha Brown, Gordon Matta-Clark, Pioneers of the Downtown Scene, Nnew York 1970 Barbican Center Londra 3 Marzo - 22 Maggio Maledetti anni Settanta a New York! Allora sì che ci si divertive si sperimentava, si rischiava e si cadeva. C’erano Patti Smith e Robert Mapplethorpe e tutti gli altri che, intossicandosi a più non posso, facevano esplodere dalle loro teste immagini, parlore e musica che poi difficilmente siamo riusciti a eguagliare. Invece della carriera la vita era una “carrera” una corsa su una pista non asfaltata. Se si esagerava ci si rimetteva la buccia. Mitica Laurie Anderson, sensuale e mobile Trisha Brown con i movimenti della sua danza immortalati in modo magico nei film della regista francese Babette Mangolte. Gordon Matta Clark, sfortunato figlio del pittore Sebastian Matta, che aveva l’eroica passione di affettare case. Mostra piena di energia dove ricare le pile del nostro presente. Michelangelo Pistoletto Da uno a molti, 1956-1974 MAXXI Roma 3 marzo - 26 giugno Se si vuole fare un dispetto a un artista di una certa età bisogna fargli una mostra come se fosse morto trent’anni prima. Ancora più cattivo è il dispetto se lo si fa a uno degli artisti dell’Arte Povera, tutti particolarmente sensibili alle date e all’età. Questo dispetto si chiama eutanasia curatoriale. Non che non sia necessaria perché molti artisti, anche bravissimi, come il caso di Pistoletto, spesso sono vittime di una morte prematura dal punto di vista creativo. Grande mostra in un grande museo dedicato al Ventunesimo secolo a un grande artista del Ventesimo secolo che, come giustamente fa notare il curatore, si è spento nel 1974. Quindi dopo quella data poco da vedere, poco da mostrare. Quello che si vede e si mostra però vale la pena. Mostra pirandelliana alla “Il fu Mattia Pascal”, solo che il titolo è “Il fu Michelangelo Pistoletto”, costretto a guardare il proprio funerale artistico da vivo a malincuore. Rudolf Stingel Gagosian Gallery New York 4 marzo - 16 aprile Prima grande mostra a New York dopo la retrospettiva al Whitney Museum del 2007 di uno degli artisti italiani “hot” del momento, il sudtirolese Rudolf Stingel, in quel tempio del mercato che si chiama Gagosian. Venti nuove opere astratte e figurative con la grande sorpresa del primo autoritratto a colori. Come un Dorian Gray rovesciato, non è l’autore a rimanere giovane ma il suo ritratto. Stingel, infatti, dipinge se stesso sempre più giovane. Presto lo si vedrà poppante e forse l’ultima sua opera sarà un ritratto di sua madre incinta di lui. Sfida con il diavolo, che in questo caso alcuni dicono si chiami proprio Larry Gagosian. Ma Stingel, maturato nel tempo e non mortaretto dell’ultima ora, sa giocare a scacchi almeno quanto il cavaliere del “Settimo Sigillo” di Bergman. Sfida aperta e tutta da gustare. 10ma Biennale di Sharjah Abu Dhabi 16 Marzo - 16 Maggio Una delle Biennali più giovani, la Sharjah Biennial è andata migliorando con il crescere. Adesso è uno degli appuntamenti più attesi del mondo dell’arte contemporanea. Anche perché mostra una fetta della produzione artistica spesso snobbata dai grandi circuiti contemporanei che gravitano attorno a New York, Londra e Basilea. Ovvero, ad Abu Dhabi si vedono artisti che gravitano per la maggior parte nell’area mediorientale. Il titolo di questa decima edizione è intrigante “Plot for a Biennial”, sceneggiatura, storia per una biennale. La curano Suzanne Cotter e Rasha Salti con l’aiuto di Haig Aivazian. Il mondo dell’arte, visti i capitali che circolano in quelle zone adesso, sembra prestare più attenzione a quelle zone e quegli artisti che un tempo venivano considerati marginali. Pecunia non olent anche se magari con qualche granello di sabbia di troppo. Elogio del Dubbio Fondazione Pinault Punta Dogana Venezia 10 Aprile Nuova presentazione di nuove opere della collezione di François Pinault a Punta della Dogana. Dopo quasi due anni cambia del tutto l’atmosfera del fantastico spazio con una mostra dal titolo “Elogio del Dubbio” prima delle due tappe dell’attività della fondazione. La seconda si aprirà in concomitanza con la Biennale di Venezia a Palazzo Grassi con il titolo “Il mondo vi appartiene”. Entrambe le mostre sono curate dalla francese Caroline Bourgeois. Forte presenza femminile e opere che guardano negli occhi i problemi del mondo e la realtà del momento. Non mancheranno però i fuoriclasse di sempre, da Polke a Judd a Koons a Cattelan, messi a confronto con figure emergenti ma sufficientemente forti da azzannare una fetta di quel mondo che gli appartiene senza troppe esitazioni o dubbi. Klara Liden Moderna Museet Stoccolma 14 Maggio - 9 Ottobre Astro nascente dell’arte contemporanea, figura già quasi di culto, figlia di un underground già esposto alla luce del sole del successo, Klara Liden ha la forza devastante di una rivoluzionaria e di una selvaggia. Una torcia che sembra bruciare anche troppo velocemente. La sua arte ha la capacità di elettrizzare e di ipnotizzare lo spettatore. Molta violenza e molto trash che combinati creano una bella forza di gravità che rende difficile non prestare attenzione al grido giovanile di questa artista. Se l’urlo diventa decifrabile, potremmo essere davanti a una fuoriclasse, se invece rimane solo rumore, finita la giovinezza, potrebbe arrivare semplicemnete e tragicamente una precoce agonia. 54esima Biennale di Venezia Illuminazioni 4 giugno - 27 novembre Appuntamento degli appuntamenti, kermesse delle kermesse. Se ne sa ancora troppo poco per giudicare e molto come da tradizione rimane Top Secret. Ma i numeri per una grande Biennale ci sono tutti a partire dalla curatrice la svizzera Bice Curiger, “gura”, non guru, dei curatori, erede naturale del grande Harald Szeeman. “Illuminazioni” il titolo della mostra di arti visive, e illuminati, a occhio e croce dalle indiscrezioni che si sentono, lo saremo davvero. Un’Espressione Geografica Fondazione Sandretto ReRebaudengo per l’arte Torino Settembre – Dicembre Diceva Metternich al Congresso di Vienna del 1810 che l’Italia era «un’espressione geografica». Di questa definizione, a volte considerata spregiativa, gli siamo grati perché averne di espressioni geografiche come quella del nostro paese. Come Goethe contemporanei, venti artisti di un’Europa allargata, ci sarà anche un turco e due israeliani, hanno viaggiato ognuno in una delle venti regioni d’Italia. Da ogni viaggio un’opera frutto di queste tante diverse espressioni della nostra geografia, della nostra cultura e della nostra società. Raro omaggio della contemporaneità a un paese che 150 anni fa diventava unito. Esprimersi geograficamente è sicuramente rimasto il nostro migliore modo di esprimersi.