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 2011  gennaio 04 Martedì calendario

SE SILVIO VUOL FARE I “POPOLARI” CASTAGNETTI È GIÀ DAGLI AVVOCATI


«Berlusconi non è un popolare e se vuole cambiare nome e marchio al suo partito deve cercare altrove». Ex capo della segreteria politica della Dc durante la gestione di Mino Martinazzoli, sostenitore di Dario Franceschini, ex esponente della Margherita e dell’Ulivo, deputato del Pd ma soprattutto fondatore e segretario del partito popolare italiano dal 1999. Pierluigi Castagnetti, classe 1945, non transige: “I nostri valori hanno radici profonde e un patrimonio morale da difendere”. Costi quel che costi.
Segretario, ha comunicato a Berlusconi la sua posizione?
No, non sono stato contattato e non è nella mia disponibilità politica e personale farlo.
Prima o poi dovrà.
No. Se Berlusconi non molla, ho già attivato i legali. Ci rifaremo all’articolo 700 per impedire che vada avanti.
Perché tutto questo accanimento intorno ad una parola?
Perché si riferisce solo ai sostenitori del Partito popolare italiano. I cattolici democratici. Cosa diversa per l’aggettivo. In più, cosa non da poco, noi esistiamo ancora. Giuridicamente, ma non solo. Oltre ad avere la partita iva, continuiamo a lavorare. Organizziamo iniziative politiche e culturali. Insomma, abbiamo solo sospeso la partecipazione elettorale ma le attività vanno avanti. Tant’è vero che il 18 gennaio, come ogni anno, ci riuniremo a Caltagirone in ricordo di Sturzo.
Scusi, ma se il Pdl non è un partito popolare mentre il vostro lo è al cento per cento, perché allora in Europa loro lavorano con il Ppe e voi con i Socialdemocratici?
Le due cose non c’entrano. Non possono appoggiarsi al Partito popolare europeo perché non è una fonte, non è un partito, non ha iscritti, ma è un’associazione di partiti nazionali, aperta anche e soprattutto ai conservatori d’Europa. Il Ppe non è più quello di una volta. Ha cambiato natura nel corso degli anni. Ha accolto il Partito social democratico portoghese ma anche il partito di Berisha. Tutti conservatori, insomma. Noi invece non lo siamo. Siamo riformisti e per questo stiamo nel Pd e con i Socialdemocratici europei. Ma attenzione, siamo nel gruppo parlamentare solo come associati…
I nomi non contano, dunque.
In Italia sì, in Europa no.
Come potrebbe chiamarsi il Pdl allora?
Non sono io a dover dare consulenze a Berlusconi ma considerando che il loro è un partito post-ideologico, fondato sulla comunicazione, potrebbero forse riferirsi a questo. Di certo, c’è solo non possono alludere a radici storiche di alcun tipo. E tanto meno ritenersi popolari. Sarebbe una profanazione del nome.
Alcuni, nella base del Pd, contestano questo vostro attaccamento al termine ‘popolari’. Dicono che rivendicare quella identità del passato nuoce alla nuova identità del Pd.
Tutelare i popolari è come tutelare i Ds che esistono ancora. Non sono estinti giuridicamente. Come loro abbiamo deciso di tutelare un patrimonio morale. Il nome è parte importante. Spero che un giorno si possa trovare un’intesa e costruire nel nostro paese un archivio storico che raccolga il patrimonio morale.