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 2011  gennaio 04 Martedì calendario

SERRANDE CHIUSE E LIBRI IN TRIBUNALE IL 2010 È L´ANNO RECORD DEI FALLIMENTI - ROMA

Continua in tutta Italia l´impennata dei fallimenti delle imprese: l´aumento medio nazionale nel terzo trimestre è stato del 18 per cento. I default sono il prezzo della crisi economica mondiale (e nazionale) del 2008 che le imprese pagano uscendo dal mercato a due anni di distanza. Ma i dati dei tribunali fallimentari delle principali città italiane, al 31 dicembre, sono ancor più allarmanti, e confermano che il Nord rimane l´area in cui l´incidenza dei crac è maggiore. A Torino i fallimenti nel biennio 2008/2010 sono balzati del 41 per cento, passando da 257 a 438 (377 nel 2009). Sotto la Mole non è solo l´indotto Fiat a soffrire per la crisi dell´auto, ma anche l´industria dolciaria, se si pensa che due marchi storici del cioccolato torinese, Peyrano e Streglio, entrambi sul mercato da quasi un secolo, sono falliti. Analogo trend a Milano, con il 34 per cento dei fallimenti in più rispetto a due anni fa. Erano 611 nel 2008, sono saliti a 734 un anno fa e a 929 quest´anno. Tra le società più note finite con i libri in tribunale il gruppo turistico Ventaglio Viaggi e la Torno, l´impresa che ha costruito la metropolitana milanese.
La "tempesta perfetta" del 2008 (l´intreccio tra crisi economica e politica), s´è abbattuta in Liguria, dove a Genova i default sono più che triplicati nel biennio, passando da 73 nel 2008 a 128 nel 2010. E ha investito anche il Centro. In Emilia Romagna hanno capitolato la Moto Morini, storica azienda motoristica di Casalecchio di Reno, il Gruppo Interauto di concessionarie Mercedes con 300 dipendenti. E anche il re dei capelli "Cesare Ragazzi" (acquistato poi dalla coop friulana Nord 2000). Anche in provincia di Firenze i crac sono più che raddoppiati dalla crisi di due anni fa. Furono 126 nel 2008 (di cui 18 concordati preventivi e 3 fallimentari), sono 260 al 31 dicembre 2010 (172 nel 2009). A Roma le istanze di fallimento e le richieste di concordato sono aumentate, rispetto a un anno fa, del 20 per cento: nel 2009 furono 2000, quest´anno 2500. Le dichiarazioni di fallimento sono cresciute del 10 per cento mentre sono state decine di migliaia le richieste di ammissione al passivo e s´è registrato un forte aumento di concordati e di amministrazioni straordinarie, sintomo che anche le grandi imprese della Capitale sono in difficoltà. Si è passati dalle 2 del 2009 alle 7 del 2010, e tra queste Tirrenia, Agile, Euhelia e Tributitalia. Il Sud, invece, nell´ultima parte dell´anno registra incrementi delle procedure fallimentari maggiori (23 per cento) rispetto al resto del Paese, segno, questo, secondo il giudice fallimentare di Palermo Giacomo Nonno, che «la crisi, a causa del differente tessuto economico, nel Meridione è arrivata con qualche ritardo rispetto al Settentrione dove le industrie, più diffuse, risentono prima del calo di domanda».
A Napoli i crac hanno avuto un´impennata del 38 per cento (169 nel 2008, 276 nel 2010), e a Palermo, dove l´economia si fonda sul terziario, sono passati da 115 nel 2009 a 145 quest´anno. «Vacillano nel palermitano – spiega il magistrato Nonno – le imprese edili che han partecipato al ‘sacco di Palermo´ e quelle commerciali». Ha portato i libri in tribunale la storica Legnomarket ed è in amministrazione straordinaria (perché in stato di insolvenza), la Amia, l´ex azienda municipalizzata di raccolta rifiuti. A Bari, infine, s´è registrato un aumento del 20 per cento dei crac, e fra questi va segnalato quello della Tecnohospital, l´azienda di Gianpaolo Tarantini.