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 2011  gennaio 04 Martedì calendario

L´ARGENTERIA IN CAMBIO DELLA SPESA IL BANCO DEI PEGNI AL SUPERMERCATO - LONDRA - È

un´immagine classica di Dickens: una vedova emaciata si slaccia una vecchia collana per consegnarla a un usuraio, in cambio della manciata di scellini con cui corre a comprare pane per i propri figli. Facciamo un salto in avanti fino al presente ed ecco la versione aggiornata della stessa scena: una madre vende l´argenteria di famiglia al supermercato, poi si mette in coda alla cassa per spendere in acquisti di alimentari le poche sterline che ha guadagnato. La crisi del capitalismo globale trasporta il banco dei pegni dai vicoli bui dell´Inghilterra ottocentesca alle scintillanti corsie della Tesco, maggiore catena di supermarket britannica. Ce n´è uno in ogni strada di ogni quartiere di ogni città, ma ora dietro il suo rassicurante messaggio pubblicitario, "every little helps" (ogni piccolo risparmio aiuta), ci sarà posto, accanto a salsicce e fagioli in scatola, anche per il bancone degli eredi di Scrooge, l´avido strozzino di "A Christmas carol", il famoso romanzo di Dickens.
Come la maggior parte dell´Occidente, la Gran Bretagna stenta a riprendersi dalla recessione del 2008-2009, i tagli alla spesa pubblica colpiscono le tasche di molti ed è diventato più difficile ottenere prestiti dalle banche: ciò spiega perché negli ultimi due anni in questo paese il numero dei "pawnbrokers", i banchi dei pegni autorizzati, è cresciuto di un impressionante 44 per cento. Parallelamente, il valore dell´oro, abituale investimento sicuro per i tempi di crisi, è andato alle stelle, salendo da 600 a 1400 dollari l´oncia dal 2007 ad oggi. Forte della sua diffusa presenza sul territorio, la principale catena di supermercati britannici ha pensato di approfittarne. Facendo due conti, la Tesco si permette di offrire a chi vende i gioielli e l´argenteria di casa una ricompensa migliore di quella promessa da agenzie di banchi dei pegni tradizionali: per un grammo d´oro a 9 carati, il supermercato paga 7 sterline e 81 pence, contro le 6 sterline e 50 pagate da H&T, più grande catena di pawnbrokers nazionale. Altre offrono ancora meno.
Ci sono anche altre ragioni per portare l´argenteria alla Tesco. Una è che i suoi supermercati sono luoghi centrali, sicuri, convenzionali, non macchiati dallo stigma sociale che ricopre un normale banco dei pegni: a vendere i gioielli di famiglia alla Tesco, insomma, c´è un po´ meno da vergognarsi. E una seconda ragione è che, scambiato l´orologio d´oro del nonno, la collana della mamma e l´anello di nozze con un gruzzoletto di spiccioli, non bisogna andare lontano per reinvestirli: che si debba comprare cibo o qualsiasi altro prodotto, dagli utensili ai quaderni di scuola, dalle lenzuola alle magliette, da Tesco c´è, a un prezzo mediamente più basso che altrove.
I portavoce della compagnia lo presentano dunque come un servizio di utilità sociale, niente a che vedere con l´usura della narrativa dickensiana.
Non tutti però la vedono in questi temini. Il sospetto che la Tesco e altri banchi dei pegni possano trarre un ingiusto profitto dalla situazione di bisogno in cui si trova tanta gente ha spinto l´Office for Fair Trading (Ufficio per l´Equo Commercio), un´agenzia governativa, a investigare, rispondendo alle proteste di consumatori che si sentono truffati. Come quello che si è visto offrire 38 sterline da CashMyGold (contante in cambio di oro) per un orologio acquistato per 729; o quella che ha ricevuto 10 sterline da Money4Gold (soldi per oro) per una collana pagata 399. La Tesco promette di offrire un po´ di più, tanto può rifarsi con le dimensioni dei suoi affari: una sterlina su sette di quelle spese nelle strade britanniche finiscono nelle sue casse, adesso ci finirà pure l´argenteria di famiglia. Chissà se i suoi manager hanno gli incubi, come Scrooge nel romanzo di Dickens.