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 2011  gennaio 04 Martedì calendario

FACEBOOK VALE CINQUANTA MILIARDI DI DOLLARI —

Il materiale probatorio è ormai schiacciante: il 2011 sarà l’anno di Facebook. Alla copertina del Time, che in chiusura di 2010 ha lanciato Mark Zuckerberg (battezzato in maniera intraducibile «the connector» ) come l’uomo dell’anno, e alla notizia che Facebook negli Usa ha scalzato Google come sito più cliccato si aggiunge ora la moneta sonante. La banca d’affari Goldman Sachs ha puntato 450 milioni di dollari sulla società leader mondiale del social network con 600 milioni di utenti sparsi nel globo. Un numero che potrebbe esplodere ulteriormente se si rivelassero veritieri i contatti per avere un accesso al mercato cinese. Goldman è stata affiancata dal fondo russo Digital Sky Technologies che avrebbe acquistato, per il New York Times, altri 50 milioni di dollari di azioni. Secondo le indiscrezioni Goldman ha un’opzione per cedere fino ad altri 75 milioni al fondo di Mosca. Il prezzo di acquisto è importante perché valorizza il gruppo di Palo Alto a quota 50 miliardi con il timbro della Goldman Sachs, che a Wall Street è sinonimo di «mercato» . Tanto per avere dei termini di paragone basta ricordare che quando Google si quotò nel 2004 il valore dell’azienda dell’algoritmo d’oro era stato di 23 miliardi. E anche il ritorno a Wall Street nel 2010 della old economy storica, la General Motors, si è «fermato» a 23,1 miliardi. Solo pochi mesi fa l’ascoltata Jessica Vascellaro del Wall Street Journal aveva parlato di una quotazione «record» da 35 miliardi per Facebook. Ma la domanda che ora si stanno facendo tutti è: perché la sacra Goldman ha deciso di puntarci questa cifra visto che il modello di business non è ancora chiaro? Se lo sta chiedendo anche la Sec, l’authority che vigila sugli scambi di Wall Street. Secondo le regole Usa se un’azienda ha più di 499 soci deve rendere pubbliche alcune informazioni, come se fosse una società «mezzo quotata» . La Sec vuole verificare la veridicità di alcuni rumor secondo i quali Goldman starebbe lavorando a un veicolo per dribblare la regola dei 499 soci, acquistando a nome di terzi. Secondo altri si tratta solo di un posizionamento in vista della quotazione, per evitare un secondo caso Google (i due «scravattati» Larry Page e Sergey Brin disintermediarono le grandi banche d’affari nel 2004 quotandosi direttamente sul web). Come ha scritto il Time quella di Facebook è una rivoluzione «biologica» : c’è una connessione tra l’ampiezza della corteccia cerebrale dei primati e le relazioni sociali. Per gli scienziati il numero chiave è sempre stato 150, un ancestrale ricordo — pare — di quando gli ominidi incontravano 150 simili nell’arco di una vita. Fino ad oggi 150 è stato anche il numero medio degli amici su Facebook, ma molti scienziati si domandano cosa accadrà ora con questa nuova forma di socializzazione. Sta cambiando il concetto di amicizia? Cosa succederà agli «esclusi» dal social network? L’unica cosa certa è che quando il gruppo andrà in borsa potremo dire che sarà stata quotata la «privacy» di tutti noi. Nell’attesa il 26enne Zuckerberg che controlla il 25%del proprio gruppo — già oggi il più giovane miliardario del mondo secondo Fortune — ha raddoppiato virtualmente il proprio patrimonio da 7 a 12,5 miliardi. Ma ha anche un problema: nel 2001 Brin e Page ebbero il coraggio di affidarsi a un manager esterno come Eric Schmidt. Ora il plurimiliardario dovrà scegliere il proprio uomo.
Massimo Sideri