Francesco Siliato, Il Sole 24 Ore 3/1/2011, 3 gennaio 2011
UNA DELUSIONE MONDIALE È LA STAR DELL’AUDIENCE 2010
Poco meno di 47 milioni. Sono le persone contattate nel 2010 dalla televisione. Sono tante: in pratica, otto italiani su dieci hanno visto la tv anche per un solo minuto. Merito della variegata e caleidoscopica offerta dei palinsesti? Senza dubbio. Nulla è così movimentato come il comparto tv: si muovono segmenti di popolazione sempre più nomadi tra reti e canali, si muovono gli editori che progettano nuovi canali e format, si muovono i gusti del pubblico. Eppure tutto ciò non basta a spiegare questo potenziale di consumo che nuovi media, smartphone e tablet negli ultimi anni hanno cercato – finora con scarsi risultati – di scalfire. Che cosa c’è dunque di così irresistibile? Alla fine, per quanto i gusti cambino e si affinino, il telespettatore italiano (la presenza davanti alla tv aumenta più tra gli uomini che tra le donne) al calcio non sa rinunciare. In tutte le sue varianti: dai Mondiali vinti dalla Spagna di Xavi e compagni alle amichevoli estive di lusso, il football occupa sei dei primi dieci posti tra i programmi più visti del 2010.
E se otto italiani su dieci hanno visto la tv anche per un solo minuto, ben tre di loro (in tutto oltre 16 milioni, record dell’anno) non si sono persi neanche un minuto della disfatta di Lippi e degli azzurri in Sudafrica. - DELUSIONE MONDIALE MA NON IN TV - Nel giorno medio l’ascolto sale da 9,4 a 9,8 milioni e l’incremento netto, a parità di popolazione, è del 2,85 per cento. L’ascolto cresce perché sale da 290 minuti a 300 minuti il tempo di esposizione alla tv da parte di chi ne ha seguito la programmazione anche per un solo minuto, ovvero dai contatti, e le persone contattate dalla televisione sono proprio tante: 46,8 milioni.
Non esiste altro mezzo di comunicazione che possa vantare questo potenziale di consumo; per quanto si parli di alternative, nuovi media, smartphone, reti o tablet, Auditel mostra come negli ultimi due anni i contatti siano diminuiti in misura irrisoria (-0,5%) nella media complessiva.
Ma nulla è fermo nel comparto tv. Si muovono segmenti di popolazione, sempre più nomadi tra reti e canali, si muovono gli editori che progettano e realizzano nuovi canali, si muove la cultura televisiva e con essa i gusti dei pubblici. La crisi economica porta gli uomini a incrementare, più che le donne, il tempo passato davanti a un televisore acceso, aiutati in questa scelta dai Mondiali e dalle offerte di calcio a pagamento. Tra gli 8 e i 24 anni invece il consumo diminuisce, per poi salire con l’età. Le reti generaliste proseguono la loro discesa negli ascolti e per la prima volta da che esistono la loro quota si ferma al di sotto dell’80%: le lancette dello share si bloccano oggi al 76,8% quando ancora nel 2003 la quota fu del 91 per cento.
Rai 1 si conferma come la rete più vista con il 20,8%, seguita da Canale 5 (18,9%). Le tre generaliste Rai producono il 38,4% e le tre Mediaset il 35,4 degli ascolti complessivi, ma entrambi i gruppi approfittano delle nuove opportunità e con i loro canali nativi digitali recuperano ciascuna un altro 3% di quota. Mediaset edita i due canali nativi digitali - Boing e La5 - che tra il 1° gennaio e il 16 dicembre 2010 hanno prodotto gli ascolti più alti della piattaforma digitale terrestre, mentre la terza posizione è occupata da Rai4, seguita da K2 (canale multipiattaforma), poi si riprende con altre dodici posizioni occupate da canali Rai o Mediaset. Il digitale terrestre ha dunque fallito la missione di ampliare il mercato.
Tra i canali del digitale terrestre a pagamento il primato va a Mediaset Premium Calcio, seguito da tre canali Disney e da Cartoon Network del gruppo Turner. Sky conquista il primato tra gli editori digitali, pur operando soltanto nella piattaforma a pagamento produce una quota d’ascolto del 3,21%, un primato a rischio, visto il procedere dei passaggi al Dtt di zone d’Italia sempre più popolose e dell’accelerazione che autorità e ministero intendono imprimere alla transizione, in modo da concluderla entro il 2011, con un anno d’anticipo.
Sky potrebbe anche mantenere il primato, a patto che il ministero desse seguito a breve alla gara beauty contest per l’assegnazione delle frequenze da dividendo digitale e Sky Italia vincesse un multiplex. Anche Rai e Mediaset potrebbero vincere un mux a testa e gareggiano in un blocco diverso da quello cui potrà competere Sky, che avrà l’obbligo di offrire programmi a titolo gratuito. Il 2011 potrebbe essere un altro anno di novità e offerte.
Nella piattaforma satellitare a pagamento il canale più visto è Sky Sport 1, seguito da Fox Crime e da Sky Tg24; il film più visto è stato "Angeli e demoni", il thriller ha realizzato nella sola prima uscita oltre 600mila spettatori per una quota d’ascolto del 3% sul totale tv e del 27,3% tra gli abbonati Sky con tv acceso.
Alla fine, per quanto i gusti cambino e si affinino, ai Mondiali di calcio non si resiste e sono state le tre partite dell’Italia in Sudafrica a dominare la classifica dei programmi più visti del 2010 con una media di oltre 16 milioni di spettatori. In seconda posizione l’altrettanto tradizionale Festival di Sanremo, con 11 milioni, mentre irrompe di forza al terzo posto un "alieno televisivo": sono stati 8,8 milioni gli spettatori medi delle quattro puntate di "Vieni via con me", unica trasmissione della classifica a non essere andata in onda su Rai 1. Prima fiction della top 10 è "Mi ricordo di Anna Frank" che, al nono posto, anticipa di poco "Sant’Agostino". Il resto, come di consueto, è calcio, in tutte le sue varianti.