Leonardo Maisano, Il Sole 24 Ore 4/1/2011, 4 gennaio 2011
A LONDRA IL ROAST BEEF COSTA UN PAIO D’ORECCHINI D’ORO
Un anello per cento bistecche, ovvero il baratto nel terzo millennio. Tesco, lo zelig della grande distribuzione capace com’è di espandere i propri servizi oltre i limiti tradizionali dell’alimentare, si lancia all’attacco del banco di pegno e attività similari, offrendo alla clientela di acquistare vecchi oggetti in oro in cambio di cash. Rottamazione del gioiello senza obbligo di riacquisto, ma nella speranza ultima che quel contante pagato con sprezzo dell’avidità (è assai più generoso dei concorrenti) ritorni in cassa dopo aver riempito le borse delle massaie. Il test è stato avviato in quindici supermercati inglesi, ma la scommessa vera si gioca online. GoldExchange by Tesco suggerisce di inviare o consegnare a mano gli oggetti che si vogliono vendere e assicura una proposta di acquisto a brevissimo giro. L’obiettivo del gruppo, dopo il lancio di offerte finanziarie, immobiliari e di telefonia mobile, è evidentemente il servizio totale, con un occhio al boom del metallo giallo sui mercati. Venghino signore, a riempire la sporta con cento bistecche (e altre leccornie) per qualche grammo di vecchio oro dimenticato. • TESCO APRE IL MONTE DI PIETÀ - Il baratto in tempi di crisi trova bizzarre congiunzioni astrali che solo l’infinita fantasia di Tesco, gigante mondiale della grande distribuzione alimentare, declina nell’ottica del massimo profitto. Bisogna scomodare Dickens e l’East end di Londra alla fine del diciannovesimo secolo per scovare qualcosa di simile alle invisibili signore – le abbiamo cercate senza successo – che arrivano negli uffici dei supermercati con le sporte piene solo di piccoli cartocci con vecchi oggetti in oro. Tesco li cambia in denaro contante, alchimista al contrario, multinazionale britannica incline alle mutazioni che ha deciso di farsi campione del trasformismo commerciale per navigare il mondo del dopo credit crunch. Eccolo ora Monte di pietà, dopo essersi fatto banca, operatore di telefonia mobile, agenzia immobiliare, dopo aver, cioè, sfondato nei settori che emettevano vagiti di successo economico. Offrendo tutto fra cavolfiori e mozzarelle, nel rispetto del core business. L’obiettivo ultimo, infatti, è che il contante pagato per i preziosi torni in cassa dopo aver riempito le borse dei clienti. Bistecche per un anello, ovvero fidelizzazione estrema del cliente.
Il Banco dei pegni by Tesco è stato inaugurato in quindici supermercati del paese – a Londra quello di Upminster, periferia nord occidentale – e offre di acquistare gli oggetti a prezzi più competitivi di quelli di chi il «banco» lo fa di professione. Un business, quest’ultimo, esploso dal 2008 in poi, sulla scorta delle difficoltà economiche di un popolo indebitato e soprattutto sull’onda del boom dell’oro. Tesco pare proprio credere che il metallo giallo sia condannato a crescere ancora, visto il lancio dell’iniziativa nonostante i corsi siano ai massimi. Se può valere come previsione, il lingotto è, almeno, destinato a tenere. La corsa all’insù è stata sensazionale dai 600 dollari per un’oncia (32 grammi) del 2007 ai 1400 di questi giorni, andamento che ha spinto molti inglesi a rovistare nei vecchi cassetti cercando oggetti raramente utilizzati. «È proprio così – ha commentato un portavoce di Tesco – ma il pubblico è stato servito malamente, per questo abbiamo deciso di lanciarci in questo settore. Molta gente ha gioielli che non usa e ora considera di venderli sfruttando l’alto prezzo dell’oro».
Vendere direttamente, oppure online. Il cliente può recarsi nei supermercati scelti per il test o affidarsi alla procedura via web che prevede, come ultimo passo, l’invio degli oggetti per posta – Royal Mail gode ancora di assoluta credibilità – attraverso una procedura specifica. L’aspirante venditore è poi avvertito via web o per telefono dell’offerta che il gruppo di supermercati intende fare. Se il prezzo è giusto, l’oro resta a Tesco e il cliente si trova accreditato il controvalore sul conto bancario o è liquidato in contante. Altrimenti si riprende il suo oro e il supermercato si tiene i quattrini. Il prezzo offerto ieri era di 7,81 sterline per un grammo 9 carati (9,08 euro) contro le 6,5 sterline garantite da H&T Pawnbrokers, il maggiore banco dei pegni di Gran Bretagna.
Così Tesco straccia la concorrenza e rafforza la fama di gruppo tentacolare, abilissimo nel diversificare il rischio cavalcando nuovi business per consolidare quello di sempre: vendere frutta e verdure, vini e bistecche. Anche in cambio di un gioiello da rottamare. Leonardo Maisano