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 2011  gennaio 04 Martedì calendario

Love Boat, la nave resta in secca - Mentre il comandante di «Love Boat» Merrill Stubing e il suo staff fanno rotta sull’eternità, navigando sulle onde della memoria e delle piattaforme satellitari che continuano a riproporre i 249 episodi della popolare sitcom creata da Aaron Spelling, la vera nave che ha ospitato il principale set del telefilm non se la passa altrettanto bene

Love Boat, la nave resta in secca - Mentre il comandante di «Love Boat» Merrill Stubing e il suo staff fanno rotta sull’eternità, navigando sulle onde della memoria e delle piattaforme satellitari che continuano a riproporre i 249 episodi della popolare sitcom creata da Aaron Spelling, la vera nave che ha ospitato il principale set del telefilm non se la passa altrettanto bene. La «Pacific Princess» è infatti arenata da ormai due anni in secche giudiziarie. Sequestrata, pignorata, bloccata a Genova, andrà addirittura all’asta tra un mese (3,4 milioni di euro il prezzo base), banditore il broker Ferrando & Massone. La nave è arrivata nel porto ligure nel 2008. Per rifarsi il look e forse anche qualcos’altro, non essendo più propriamente giovanissima. Lunga 168 metri, quasi 20 mila tonnellate di stazza, è nata infatti quarant’anni fa in Germania, sugli scali dei cantieri Nordseewerke di Emden. Allora si chiamava «Sea Venture» ed era di proprietà della Flagship Cruises. È diventata «Pacific Princess» nel 1975, quando passa sotto le insegne della compagnia Princess Cruises, che indosserà sino al 2002. È proprio durante questo periodo che i suoi ponti ospitano le riprese della sitcom, girate in contemporanea con le normali crociere e valore aggiunto dei viaggi stessi: molti passeggeri s’imbarcavano attirati dal successo (che diventerà planetario: 111 Paesi) del telefilm, che prende le mosse dal romanzo The Love Boats di Jeraldine Saunders, quest’ultima una delle prime «cruise director» dell’era delle crociere. Storia vuole che il primo capitolo Jeraldine l’abbia scritto su una nave italiana, la «Carla C.», della Costa (noleggiata dalla Princess), ispirandosi per il personaggio del capitano Stubing al vero comandante di quell’unità, Piero Buatier de Mongeot. Viaggia su altre coordinate, invece, la storia della «Pacific Princess». Nel 2002 la nave passa in gestione alla Pullmantur, la compagnia di crociere spagnola che sarà poi acquistata nel 2006 dal colosso del settore Royal Caribbean. È commercializzata nei Caraibi dall’operatore brasilianoCVC e in Spagna dalla Quail Cruises, la compagnia spagnola controllata da Quail Travel Group. La proprietà, però, è in capo a una società con sede alle Bahamas, la Templeton International Inc.. Nel 2008, infine, la «Pacific» arriva a Genova, ai cantieri San Giorgio del Porto, per essere rimessa in sesto: scafo, macchine. Non basta una pennellata di pittura... Ma ecco la secca: l’armatore non paga e così nel 2009 scatta il sequestro, seguito dall’atto di pignoramento. Sono i creditori a battere cassa, il cantiere in primis. Il 3 febbraio, la nave andrà all’asta. Altro che «Mare, profumo di mare...».