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 2011  gennaio 03 Lunedì calendario

«Da sinistra dico: dai giudici atti fascisti e il Pd è reazionario» - L’irresistibile discesa di Piero Sansonetti: faceva il condirettore dell’ Unità e poi il direttore di Libera­zione , si è ridotto a difende­re Augusto Minzolini

«Da sinistra dico: dai giudici atti fascisti e il Pd è reazionario» - L’irresistibile discesa di Piero Sansonetti: faceva il condirettore dell’ Unità e poi il direttore di Libera­zione , si è ridotto a difende­re Augusto Minzolini. «Guardi che io non sono di destra». Minzolini i suoi amici di si­nis­tra lo chiamano Scodin­zolini . «Avrei difeso qualsiasi di­rettore, questo dei giudici che hanno reintegrato Tizia­na Ferrario al Tg1, decidendo­ne pure la mansione, è un at­tacco pazzesco alla libertà di stampa». Sempre i suoi amici obiet­tano che fortuna c’è la ma­gistratura, a difendere i giornalisti dallo strapote­re del sistema di censura berlusconiano . «Ma quale sistema berlu­sconiano! I giudici hanno an­che rimosso dalla direzione di Rai3 Antonio Di Bella, che era in quota centrosinistra ma non più in linea col Pd! Hanno cambiato un diretto­re di rete, ora decidono an­che i conduttori dei Tg? È una roba da regime dittatoriale». Per i suoi amici, sempre lo­ro, il regime dittatoriale è quello di Berlusconi . «E il sindacato, poi!». La Fnsi è intervenuta a dife­sa della Ferrario. «Sacrosanto protestare per le rimozioni dei conduttori, e io pure la Ferrario l’avrei la­sciata al suo posto». Epperò? «Epperò lo stesso sindaca­to ora dovrebbe difendere Minzolini dal tentativo dei giudici di deporlo, perché hanno violato le prerogative del direttore». Vista sul Riformista : «La magistratura spesso ha in­terp­retato in modo eccessi­vamente estensivo i suoi compiti», per esempio usando «i pentiti come cla­ve ».Indovinello:l’ha scrit­ta Niccolò Ghedini o San­dro Bondi? «L’ho scritta io e confermo. La sola differenza è che l’uso dei pentiti è stato molto discu­tibile, mentre il caso Rai non è discutibile: è indubbiamen­te da regime dittatoriale». Vista su Glialtri.it. .. «Ah, lo conosce?». Nonostante sia lei a diri­gerlo, sì . «La nota su Cesare Batti­sti? ». Le scappa mai di dire una cosa di sinistra? «Ho fatto il mazzo a tutti, lì. Perché i berluscones dicono che la mancata estradizione si deve al fatto che è di sini­stra. Gli scalfarian-travaglisti dicono che la colpa è di Berlu­sconi perché Berlusconi è Berlusconi». Il Fatto titola: «La solita ita­lietta ». «E ci spiega che se l’Italia fosse stata più forte sul piano internazionale, anziché esse­re guidata da quella mezza­calzetta di Berlusconi, avreb­be sbattuto le palle sul tavolo e costretto Lula a cedere. Ag­giungono che il governo ha trattato affari per miliardi col Brasile, ma non è riuscito a chiedere in cambio Battisti. Ma che è, i prigionieri si com­prano? ». Quindi? «Battisti forse è colpevole. Ma le sentenze a suo carico non sono credibili, perché si basano sulla deposizione dei pentiti, e nessun tribunale in Occidente riconosce alle te­stimonianze pure e semplici dei pentiti valore di prova. Al­lora, invece di fare i cretini questi signori dovrebbero ac­cordarsi su una riforma della giustizia che ridia credibilità alla nostra magistratura..». Pronto? Ghedini è lei? «Sono sempre Sansonetti e gliene dico un’altra: basta con le campagne di stampa ultraforcaiole che non contri­buiscono al buon nome “ libe­rale” dell’Italia all’estero... Il buon nome liberale. San­sonetti rinsavisca! «Io sono rinsavito nell’89, quando ho iniziato a pensare che la grande frontiera da conquistare dal comunismo era il liberalismo. Solo che mentre pensavo così, la sini­stra ha iniziato a fare il percor­so inverso, e a dire che biso­gna inasprire le leggi, che bi­sogna evitare gli indulti, che non bisogna scopare...». Direttore! «Ma ce lo ricordiamo il ca­so Noemi? Questi vogliono solo mandare in prigione Ber­lusconi! ». «Questi» sono sempre i suoi amici, lei invece col premier ha un certo fee­ling. «Io faccio contro di lui bat­taglie politiche e non perso­nali. Insomma, processiamo­lo pure, ma non è su Noemi o su Ruby che lo vinceremo». Ricapitolando: o lei non è più amico dei suoi amici o i suoi amici sono cambiati . «La verità è che al centrosi­nistra del comunismo è rima­sto lo stalinismo, ma senza la rivoluzione». Bum. «Scusi, guardi la Fiat». Sull’accordo di Pomiglia­no il Pd si è spaccato . «Magari si fosse spaccato! Qualche voce si è smarcata, ma la verità è che il Pd, che è spaccato su tutto, s’è ricom­pattato su questo accordo mostruoso, il primo vero atto illiberale degli ultimi anni!». Par di capire che lei sta con la Fiom... «Sì ma il punto non è chi ha ragione. Il punto è che un sin­dacato è st­ato estromesso dal­la dialettica sindacale, violan­do la democrazia. La logica è: chi non accetta l’accordo è fuori, e così le regole sindaca­li le detta il padrone. E il Pd che fa?». Applaude. «Quelli riducono da 10 a 3 minuti la pausa in fabbrica per pisciare e il Pd si ricom­patta su una logica filopadro­nale. Dimostrando che il pro­prietario lì è la Fiat» Il Pd in mano alla Fiat? «In senso politico, sì». Consigli per gli acquisti? «Ma cosa vuole che le dica, mica sono capace. Si figuri che avevo consigliato a Ven­dola di entrare nel Pd e pren­derne la guida». Idea sbagliata? «Il Pd ormai è perduto. Non ha più nulla né di moderno né di sinistra: è vecchio, rea­zionario e padronale». Lei tifa Vendola, che però non disdegna il dialogo con l’Udc. «Non mi illudo che le mag­gioranze si costruiscano sen­za alleanze. E per governare si può scendere a compro­messi, se si fa alla luce del so­le. Ma per farlo bisogna avere un’identità certa, che il Pd non ha. Di preciso qui c’è so­lo il berlusconismo».