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 2011  gennaio 02 Domenica calendario

IL 2011 SARÀ ANCORA UN ANNO PER TEMERARI

Ci sono due immagini per cercare di definire questo 2011 che è appena cominciato: la fotocopia sbiadita e la corda tesa. La prima si riferisce al fatto che l´anno in corso sarà, grosso modo, una sorta appunto di fotocopia sbiadita di quello che se ne è appena andato. La crescita italiana sarà un po´ più bassa, la disoccupazione aumenterà ancora un po´ (scenderà solo nel 2012). Il che significa che, di fatto, il 2011 sarà ancora un anno di semi-recessione: con una crescita, cioè, inferiore all´1 per cento, tale da non consentire l´avvio di una nuova fase di sviluppo. Anzi, tutte le difficoltà viste nel 2010 rimarranno.
In particolare, la difficoltà di trovare lavoro per i giovani e la guerra fra le aziende. Sarà ancora, per le imprese, un anno di selezione durissima: chi ha i conti a posto può sperare di traghettarsi nel 2012, chi invece li ha in disordine probabilmente nel corso dell´anno ci lascerà. Sarà, in conclusione, un altro anno duro e di combattimento.
Ma perché sarà meno brillante del 2010? Le spiegazioni sono tante. L´Asia (e la Cina in particolare) hanno deciso di tirare un po´ il freno, l´America non corre come ci si aspettava e l´Europa è massacrata dai debiti dei suoi governi, che quindi saranno costretti a varare politiche un po´ restrittive (tasse o meno spese o entrambe le cose), con un effetto deprimente sulla congiuntura. L´immagine della fotocopia sbiadita nasce da qui: tutto sarà più grigio, e sotto il grigio continuerà la guerra disperata delle imprese per salvarsi (dopo il sistema produttivo sarà migliore e più forte, ma solo "dopo"). Unico, possibile antidoto alla deriva: se i consumatori decidono che, comunque, siamo vivi e che quindi si può anche cambiare la macchina o comprare un maglione nuovo, allora ci si può aspettare qualche movimento positivo. Ma gli economisti non ci contano troppo.
L´immagine della corda tesa nasce dall´osservazione dei mercati finanziari, che nel 2010 (tranne l´Italia, la Francia e la Spagna) hanno corso meravigliosamente (e anche un po´ inaspettatamente). Nel 2011 si ripropone lo stesso scenario. Con i tassi bassi che ci sono, è inutile pensare di investire su Bot e simili: non rendono praticamente niente. E quindi i gestori di patrimoni (e le grandi banche d´affari) per guadagnare qualche soldo devono andare sui mercati azionari. Solo che questi, come si diceva, hanno già corso. Inoltre, tutti i soldi "caldi" del mondo stanno andando lì (e sulle materie prime). E´ un po´ come se mille persone volessero entrare nella stessa cabina telefonica.
Infatti i più pessimisti prevedono una "lavata" dei listini proprio a gennaio: un po´ perché i guadagni sono già stati fatti e bisogna incassare (vendendo) e un po´ perché, se le quotazioni arretrano in modo robusto, questo crea automaticamente spazio per un altro giro di ripresa nel 2011.
Ripresa che dovrebbe essere favorita anche dal fatto che le banche centrali (spaventate dal basso tono della congiuntura) continueranno a fornire al mercato denari in grande quantità e a costo zero. Insomma, i mercati si muoveranno sapendo che sono su una corda già molto tesa.
Probabilmente i guadagni che andavano fatti, sono già stati fatti e adesso si sta solo cercando di andare con il cuore (e il portafoglio) al di là delle colonne d´Ercole. Si sta cercando di andare dove forse sarebbe meglio non andare e dove è anche possibile che scoppi qualche nuova bolla.
In conclusione, sul piano pratico il 2011 dovrebbe essere di pochissima soddisfazione: in realtà il "meglio" lo abbiamo già visto nel 2010. Per quanto riguarda invece i mercati qualche soddisfazione è possibile (il denaro può ancora fruttare denaro), a patto di essere molto svelti e molto pronti a fuggire ai primi segnali di tuono. In definitiva, il 2011 non sarà un anno per vecchi. Sarà un anno duro e un po´ per temerari. Per chi se la sente di sfidare la sorte.