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 2011  gennaio 02 Domenica calendario

LONTRE E SALMONI NEL CUORE DI LONDRA COSÌ IL TAMIGI È RITORNATO A VIVERE - LONDRA

Prima s´è affacciato il salmone, dopo un´assenza di decenni. Poi è tornata la lontra, si sono riviste le sogliole, sparute foche, anche. Persino i cavallucci marini hanno messo fine a un esilio secolare, e si stanno riorganizzando in colonie per tornare ad abitare quelle acque di Londra prima inospitali a causa dei veleni: il Tamigi, il fiume che era stato dichiarato "biologicamente morto" solo cinquant´anni fa, ha ripreso a vivere, tornando limpido come ai tempi che precedettero la Rivoluzione Industriale.
L´ultimo rapporto dell´Environment Agency, l´ente statale che gestisce i corsi d´acqua, fa gridare al miracolo. Non solo per quanto sta accadendo "dentro" l´Old Father Thames, come i londinesi chiamano il loro fiume. Ma anche per i dati, rivelati dall´Independent, degli altri "torrenti" del Regno Unito, prima fogne a cielo aperto, ora luoghi dove sta rinascendo la vita. La risurrezione della flora e della fauna lungo e dentro i canali della Gran Bretagna è il frutto di un lavoro sulla qualità dell´acqua che è stato un punto fermo nell´ecostrategia britannica, dalla Thatcher ad oggi.
Un quadro opposto a quello disegnato dal Wwf che ha realizzato la mappa del degrado dei fiumi italiani.
Cemento e rifiuti svuotano e alterano i nostri corsi d´acqua e minacciano trote, tinche, decine di pesci autoctoni, dal Piave al Loreto, in Sicilia. Il dossier del Wwf tratteggia un quadro desolante dei nostri fiumi, inquinati da scarichi a cielo aperto e depuratori non funzionanti. Una situazione che mette in pericolo di estinzione l´88% dei pesci di acqua dolce, e due terzi degli uccelli e dei mammiferi che vivono lungo i torrenti.
Il Regno Unito, da anni, ha preso un´altra strada, scegliendo la via maestra degli standard europei: certo, la chiusura di acciaierie e miniere ha aiutato. Ma questo non spiega da solo il miracolo britannico. L´Agenzia per l´Ambiente ha investito massicciamente nei depuratori. Ha iniziato a trattare tutti i reflui fognari di Londra, ha introdotto una legislazione più dura contro gli inquinatori. L´acqua pulita ha riaperto la strada al salmone. E quest´anno il Tamigi, che ospita 125 specie di pesci, ha vinto il Thiess River Prize, il riconoscimento internazionale che premia i progetti di recupero dei corsi d´acqua.
In Italia stiamo cinquant´anni indietro. «I nostri fiumi stanno morendo», denuncia il Wwf. «L´autorità nazionale di bacino - accusano gli ambientalisti - non è mai nata, ed è stata sacrificata nel nome del federalismo, indebolendo così i controlli». Lo stato del degrado è stato fotografato qualche mese fa da 600 volontari, che hanno setacciato 29 corsi d´acqua in tutte le regioni, alla ricerca della biodiversità perduta. Sul Loreto, in Sicilia, ad esempio, le briglie in cemento si moltiplicano, aumentando la velocità di scorrimento delle acque.
Sull´Agri, in Basilicata, sono stati individuati 74 sbarramenti e 26 depositi di rifiuti. Lungo l´Adda, poi, aumentano i cantieri e, in località Zelo Bompersico, sono stati scoperti anche scarichi non funzionanti che sversano liquami direttamente nel fiume, minacciato anche da coltivazioni di mais, che hanno "mangiato" salici e canneti.
Anche l´Aniene è avvelenato da depuratori inattivi. Scarichi abusivi sono stati denunciati pure nell´alto Tevere, mentre nel delta del Po sono state trovate allarmanti tracce di una biodiversità impoverita. Qui, i pesci-siluro e gli altri "oriundi", spinti a nord dai cambiamenti climatici, hanno eliminato il 95% dei pesci autoctoni.
E così, nella lista rossa delle specie minacciate, sono finiti molti esemplari: solo il cavedano è fuori pericolo, ma lo storione, la trota marmorata e il ghiozzo di ruscello sono quasi spariti. Anguille e tinche sono a rischio in molti fiumi, ma sono state cancellate nel Volturno, in Campania: nella terra di Gomorra, c´è spazio solo per discariche di amianto e di eternit.