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 2011  gennaio 02 Domenica calendario

ANNIE LENNOX «DAMA REALE» DELL’IMPERO

Ha detto di essere «profondamente onorata» e ha trovato la battuta adatta all’ occasione: «Sto rispolverando il cappello di leopardo finto per andare a palazzo». Annie Lennox diventa Dama dell’ impero britannico. Il suo nome figura sulla lista tra gli altri insigniti di un’ onorificenza anche il veterano della scena folk-rock britannica Richard Thompson, che la Regina diffonde ogni anno il primo gennaio. L’ impegno contro la fame, la povertà e l’ Aids in Africa la ragione di un riconoscimento che ufficializza la presenza della cantante sulla scena dell’ attivismo politico. Per Lennox, nata il giorno di Natale 56 anni fa a Torry, provincia di Aberdeen, in Scozia, si tratta di un nuovo traguardo in un viaggio quasi insperato. Figlia unica di un impiegato portuale e di una cuoca, Annie cominciò a prendere lezioni di pianoforte a sette anni grazie ai sacrifici economici dei genitori. Quando negli anni 70 approdò alla Royal Academy of Music di Londra dovette lavorare come cameriera per pagarsi vitto e alloggio e terminare gli studi in flauto e musica classica. «Se mi avessero detto allora, ma anche anni e anni dopo, che piega avrebbe preso la mia vita non ci avrei creduto - ha raccontato alla Bbc -. Mai e poi mai mi sarei aspettata di diventare un personaggio pubblico. Ho sempre dovuto combattere contro la timidezza». Timidezza o meno, Lennox ha avuto un successo travolgente. Nel mondo ha venduto, con gli Eurythmics e come solista, 80 milioni di dischi e vinto il vincibile: otto premi Brit, più di qualsiasi altro artista, un Golden Globe nel 2004 un Oscar per miglior brano originale, «Into the West», composto per Il Signore degli Anelli. Adesso arriva l’ Order of the British Empire, un’ onorificenza che Lennox non prenderà alla leggera: «Con l’ età mi rendo conto - ha sottolineato - di avere il dovere di impegnarmi il più possibile per migliorare le condizioni di vita di chi ha avuto meno fortuna di me». Una presa di posizione, questa, che ha visto i primi grandi risultati già 20 anni fa, quando reinterpretò il brano di Cole Porter, «Every time we say goodbye» a scopo benefico, per le vittime dell’ Aids. Nel 1999, assieme a Dave Stewart, donò tutti i profitti del tour degli Eurythmics Peacetour ad Amnesty International e Greenpeace, delle quali è ambasciatrice, così come è da anni legata a Oxfam, all’ iniziativa di Nelson Mandela 46664 e a Treatment Action Campaign, movimento per l’ istruzione e l’ assistenza sanitaria dei malati di Aids. E’ per loro che ha composto il brano «Sing», inciso con una raccolta stellare di cantanti tra cui Madonna, Anastacia, Celine Dion, Shakira e Joss Stone.
Paola De Carolis