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 2011  gennaio 02 Domenica calendario

L’ EDITORIA DIGITALE MANDA IN ROSSO LE LIBRERIE AMERICANE - È

crisi per le grandi librerie americane. La scorsa estate, la Barnes & Noble, la massima catena degli Stati Uniti, si offrì in vendita. E pochi giorni fa, la Borders, la seconda catena, fondata nel 1971 da due fratelli, ha rinviato i pagamenti alle case editrici. In un breve comunicato, Mike Edwards, il suo presidente, ha ammesso che la società è in difficoltà, che vuole finanziamenti e ristrutturazioni dei debiti e che tuttavia non è affatto certo che l’ operazione di salvataggio abbia successo. «Nel primo trimestre del 2011 - ha così concluso Edwards - potremmo mancare di liquidità e venire meno agli accordi creditizi». La primavera passata la Borders, che ha librerie anche in Europa, aveva ottenuto un prestito di 42 milioni di dollari, ma nel terzo trimestre del 2010 ha denunciato un deficit di oltre 74 milioni di dollari, il doppio del terzo trimestre del 2009. L’ annuncio della catena di librerie, che ha 676 punti vendita e 19.500 dipendenti nei soli Stati Uniti, ha scosso il mondo editoriale e il pubblico, che la considerano una istituzione americana. Gli editori, tuttavia, paiono divisi sul da farsi: le quotazioni della Borders a Wall Street sono scese di oltre il 25 per cento, e qualcuno teme che la società finisca per dichiarare bancarotta. Dominique Raceah, proprietaria della editrice Sourcebooks, ha detto al «Wall Street Journal» di essere disposta a «esaminare qualsiasi opzione per impedire che la Borders chiuda i battenti». David Young, amministratore delegato dell’ Hachette Group, ha invece temporeggiato: «Dobbiamo decidere se continuare a fornirle libri o no». Paradossalmente, a inizio mese uno dei suoi più ricchi azionisti, William Ackman, aveva proposto alla Borders di finanziarle l’ acquisto della Barnes & Noble con 960 milioni di dollari. Ma la prima catena di librerie aveva respinto l’ offerta giudicandola inferiore al suo valore di mercato, e l’ agenzia dell’ antitrust, che combatte la formazione di monopoli, l’ aveva criticata. Per la Borders, che ha affidato alla banca J. P. Morgan la ricerca dei finanziamenti e la ristrutturazione del debito, non sarà facile uscire dalla crisi. Nel 2009, la catena accusò una flessione delle vendite del 13 per cento e del fatturato del 18 per cento. La Barnes & Nobles fece meglio, limitando le perdite al 10 per cento. Anche le case editrici hanno registrato un anno negativo: nel complesso le vendite sono diminuite dell’ 1,8 per cento. Alla radice della crisi ci sono naturalmente i problemi finanziari ed economici dell’ americano medio, ma soprattutto il successo dell’ editoria elettronica: la facilità di acquistare libri online e soprattutto di scaricarli direttamente sui propri dispositivi elettronici mette in crisi i modelli di vendita tradizionali. In America, il fatturato dei libri digitali è tuttora molto modesto, sfiora i 450 milioni di dollari, contro un fatturato annuo di circa 22 miliardi di dollari di tutto il mercato editoriale. Ma il tasso di aumento delle vendite degli ebook è vertiginoso, il 176 per cento nel 2009, non si sa ancora quanto nel 2010, il primo anno in cui l’ ebook - con l’ arrivo dell’ iPad e delle altre tavolette elettroniche - ha cominciato davvero a imporsi come «elettrodomestico» (quasi) di massa. Inoltre, alcune grande editrici americane traggono dagli ebook il 10 per cento dei profitti. Il loro prezzo, originariamente stracciato, è ormai vicino a quello dei libri stampati. Il fenomeno sta già costringendo gli editori - e a questo punto anche le catene di librerie - a rivedere le loro strategie. Il mercato elettronico è il mercato del futuro, i giovani e i viaggiatori costituiscono il fulcro del suo pubblico. Non a caso la Cina, dove nel 2009 si vendettero 4 milioni di libri digitali, la numero due del settore dopo l’ America, ha deciso di accrescerne la diffusione.
Ennio Caretto