varie, 4 gennaio 2011
Michele Leone, 53 anni. Originario di Caserta ma da decenni trapiantato a Palazzolo sull’Oglio (Brescia), artigiano, vedovo da nove anni, viveva con il figlio Mario, 28 anni, studente universitario, che dalla morte della madre non s’era più ripreso ed era in cura nel reparto di neuropsichiatra di un ospedale
Michele Leone, 53 anni. Originario di Caserta ma da decenni trapiantato a Palazzolo sull’Oglio (Brescia), artigiano, vedovo da nove anni, viveva con il figlio Mario, 28 anni, studente universitario, che dalla morte della madre non s’era più ripreso ed era in cura nel reparto di neuropsichiatra di un ospedale. I due litigavano spesso e i rapporti, a detta dei vicini, negli ultimi tempi s’erano fatti più tesi perché il Leone Michele s’era trovato una donna e con lei intendeva accasarsi. L’altro pomeriggio, durante l’ennesima discussione, Mario afferrò un coltello da cucina, affondò la lama nel cuore del padre, quindi appiccò il fuoco all’appartamento, andò in balcone e si lanciò nel vuoto, senza però riuscire a morire perché dopo un volo di otto metri andò a schiantarsi, anziché sull’asfalto, su un tavolino lì sotto. Ricoverato in ospedale, ripete a tutti le stesse parole: «Sono pentito, sono pentito. Ho ucciso mio padre: sono pentito. Non mi sentivo amato». Tardo pomeriggio di lunedì 3 gennaio in un appartamento in via Piccinelli a Palazzolo sull’Oglio (Brescia).